Amici...giusto

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Corse in direzione delle urla, trovando Steve a terra, attaccato da degli animali, una specie di pipistrelli-mostro.
Lo stavano mordendo mentre un altro gli si era attorcigliato intorno al collo.
Sapeva di avere poco tempo, di dover fare qualcosa. Ma non era sicura che i suoi poteri, che in teoria non sapeva ancora controllare, avrebbero funzionato in quel mondo parallelo.

Ma si impegnò con tutte le sue forze.
Allungò il braccio sinistro davanti a sè, con le dita aperte. Iniziò ad ruotare lentamente il polso in senso antiorario, mentre con gli occhi inchiodava il suo bersaglio: quei maledetti esseri.
Il mostro che stava strangolando Steve si alzò per aria iniziando a ruotare vorticosamente, come fosse preso da un turbine.
Successivamente Medea si interessò agli altri due mostri: dovette usare due mani per farli staccare dalla pelle di Steve e per lanciarli in aria. Creò un vero e proprio tornado che li scaraventò lontano.
Medea finì per accasciarsi sulle ginocchia, mentre sentiva il sangue sgorgarle dal naso e colarle sul mento. Se lo tolse con il braccio, sporcando la maglia dell'Hellfire che ancora indossava.

"Steve...stai bene?" Chiese Medea quando tutto fu finito.

"Io bene ma tu...tu hai..." Steve provava a dire qualcosa, ma le parole gli morivano in gola.

Aveva visto la sua migliore amica usare i super poteri, in modo incredibilmente simile a come faceva Undici.

Ma non fece in tempo a dire nient'altro che anche Robin e Eddie attraversarono il portale.

"Ragazzi cazzo, state bene? Cos'è successo? Oh merda Steve" esclamò tutto di fiato Robin.

"Sono stati questi...cosi" disse Medea senza aver effettivamente capito cosa aveva appena sconfitto.

Sentiva gli occhi di Eddie addosso, ma non ebbe le forze per reggere il suo sguardo: era esausta e il pericolo non era finito.

"Come avete fatto a batterli?" Chiese Robin con un misto tra curiosità e scetticismo.

Medea capì che quello era il momento.

"Ragazzi...io vi devo dire una cosa..." ma prima che potesse formulare una frase, altri versi mostruosi si sentirono in lontananza: un'intera orda di esseri stava andando verso la loro direzione. L'unica soluzione era nascondersi: trovarono riparo sotto Skull Rock. Il Sottosopra era la versione esatta del loro mondo, ma più oscura e più pericolosa.

Ma Steve peggiorava sempre di più, tanto che era quasi sul punto di svenire.
Medea lo sorresse, facendolo sedere nuovamente.

"Sto bene sto bene" disse lui ma lei vedeva che non era così: perdeva sangue da quella ferita, e inoltre si stava infettando.

Mentre Robin lo distraeva, Medea strappò la parte finale della sua maglietta per fasciare la ferita.
Si ritrovò abbracciata al corpo seminudo di Steve, senza ovviamente nessun pensiero in merito, ma tuttavia Eddie non rimase impassibile a quella vista: si girò ed iniziò a girare in cerchio. Medea se ne accorse: chiese a Robin di aiutare lei Steve, mentre si avvicinò a Eddie.

"Ehi, attenti ai rampicanti" li avvisò Robin "è come una mente a sciame"

"Una cosa?" Chiese confuso Eddie.

"Tutti questi inquietanti rampicanti è come se fossero una cosa sola" spiegò loro Steve, riuscito a rialzarsi "se ne calpesti uno, calpesti un pipistrello e Vecna"

"Cazzo" disse allora Eddie, prestando molta più attenzione a dove metteva i piedi. Nel frattempo lo aveva raggiunto Medea.

"Che succede Eddie? Ti vedo strano" chiese al ragazzo.

"Mi vedi strano, Meds? Sto praticamente fuggendo di continuo dalla morte" la sua era una risposta sarcastica, non la verità.
Ma lei non lo avrebbe forzato a parlare.

Dear Eddie, it's me, MedeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora