Running up the hill

63 5 0
                                    

A scuola, Max portò i ragazzi davanti al muro del corridoio, dove aveva visto l'orologio. Il problema era che in realtà lei non si era mai spostata dalla stanza: era in trans.
Fu allora che si rese conto.
Aveva gli stessi sintomi delle due vittime: emicranie, incubi, insonnia. E aveva avuto la sua prima visione: presto sarebbe arrivata la sua fine.
Lo sapeva ed era terrorizzata, come tutti.
All'improvviso sentirono un rumore, una porta che cigolava. Andarono verso il rumore per ritrovarsi davanti un Lucas trafelato. Li avvisò della minaccia di Jason, che adesso stava cercando anche lui, oltre a Dustin e ad Eddie, ma la situazione di Max sembrava più grave.
E a quel punto anche Lucas se ne rese conto.

Andarono a casa dei Wheeler, dove condivisero le idee: suonava strano che Vecna, dopo decenni dalla morte della famiglia di Victor Creel, avesse iniziato ad uccidere adolescenti.
Ma Max non sembrava interessata alla discussione: se ne stava da tempo alla scrivania a scrivere, senza mangiare e senza dormire.

"Sapete che sta scrivendo?" Chiese Dustin, con un tono di voce preoccupato.
"Ha dormito?"

"Perché?" Gli rispose Lucas "tu lo faresti?"

All'improvviso, Nancy e Robin piombarono nel seminterrato, con un piano.
Si sarebbero finte delle studentesse universitarie interessate alla vicenda di Creel, in modo tale da poterlo incontrare e parlargli.
Il tutto nella speranza di salvare Max.

"Lo so che mi state fissando" esclamò all'improvviso Max, rivolgendosi a Steve, Dustin e Lucas, i quali negarono impacciati.

"Pensate che stando lì seduti a fissarmi la nuca mi proteggerete da Vecna?" Sospirò "Non credo".

Si alzò e consegnò a ciascuno di loro una lettera scritta a mano, contenuta in una busta marroncina. Inoltre gli diede anche quelle per Mike, Undici e Will, e anche una per Medea. Praticamente non la conosceva ma sentiva il bisogno di scriverne una.
Mike era andato in California, per trovare la sua fidanzata Undi, e il suo amico Will.

"Ehi che fai?" Max stoppò l'azione di Dustin "non devi aprirla adesso"

"Scusa" si scusò Dustin "ma che cos'è?"

"Quello è...è un piano B" rispose Max "nel caso in cui finisse male"

Lucas provò a rassicurarla ma ciò non la aiutò.
Ormai era maledetta e non pensava ci fosse una soluzione.

"Questo da east-Hawinks raggiunge il manicomio?" Chiese Max prendendo in mano il walkie-talkie.
Dustin le rispose affermativo ma Steve ancora non capiva perché dovevano andare a east-Hawkins.

"Non intendo passare le mie ultime ore di vita nello scantinato di Mike Wheeler" disse Max andando verso la macchina di Steve.
Intendeva andare in un luogo ben preciso, e non lasciò molta possibilità di scelta al maggiore, che dovette accompagnarla, portandosi dietro anche gli altri due ragazzi.

Steve fermò la macchina davanti alla roulotte di Max: doveva consegnare la lettera a sua madre. Mentre stava per uscire la vide sul retro, che stendeva i vestiti lavati. Max tentò di spiegarle il perché delle lettere e quello che sarebbe potuto succedere.
Si abbracciarono, ma poi il cielo si oscurò e la voce di sua madre divenne più grave e la sua presa più salda. Le apparve Vecna: il tempo stringeva.
Si risvegliò sul prato, da sola, prima di tornare in macchina e dirigersi verso l'ultima tappa: il cimitero. Aveva ancora una persona da vedere: suo fratello Bill.

Ma prima che se ne andasse Lucas le corse dietro.
"Max ascolta...so che è successo qualcosa con tua madre. È stato Vecna?"

"Te l'ho detto: sto bene, ok?" Rispose sarcastica Max "Sì, per essere una che sta andando incontro ad una morte raccapricciante"

"Max...sai che puoi parlare con me, vero? Perché continui a respingermi?" Le chiese apprensivo Lucas.

Ma Max non sapeva cosa rispondere: non riusciva ad esprimersi con lui, o con i suoi amici. Così si allontanò, lasciando Lucas interdetto.

Max si sedette a gambe incrociate davanti alla lapide di suo fratello, sulla quale spiccavano le scritte:

William Hargrove
Mar 29 1967
Jul 4 1985
Scomparso ma non dimenticato

Iniziò a leggere la sua lettera ad alta voce. Si stava commovendo: le mancava suo fratello e si sentiva tremendamente in colpa per ciò che gli era successo.
Ma il tempo attorno a lei cambiò: tutto si fece scuro e una voce profonda la raggiunse...la stava chiamando.

Steve, spazientito dall'attesa, raggiunse la ragazza che si trovava ancora seduta, immobile e con gli occhi girati all'indietro.
Era iniziata la fase di trance.

Al manicomio, Nancy e Robin avevano scoperto come Vecna avesse attaccato Victor Creel e la sua famiglia.
Victor raccontò di come, nel momento in cui si trasferirono nella loro nuova casa, cose strane cominciarono ad accadere: visioni spaventose, incubi, animali morti, luci sfarfallanti.
Una sera, mentre cenavano, la radio si accese trasmettendo una canzone molto in voga all'epoca: tutte le luci cominciarono a lampeggiare. La prima ad alzarsi al soffitto, la prima vittima di Vecna fu la moglie di Victor. Successivamente la stessa sorte colpì la figlia. Il maschio invece finì in coma, ma morì una settimana più tardi. Lui sopravvisse. Raccontò che, nella sua visione, riusciva a sentire la canzone della radio, e la seguì, risvegliandosi.
Una volta in manicomio, si cavò gli occhi, sperando di raggiungere la sua famiglia, ma non morì, condannato ad una vita di brutti ricordi.

Max intanto affrontava Vecna nella sua mente: egli conosceva le sue paure, le sue emozioni, e sapeva usarle contro di lei.

I ragazzi provavano in tutti i modi a svegliarla ma lei non rispondeva. Riuscirono a contattare Robin e Nancy, le quali avevano forse trovato una soluzione: la musica poteva risvegliare dalla trans, ma doveva essere una canzone che piaceva molto alla persona.
Iniziarono a provare tutte le cassette che Max aveva per il suo walkman, finché non misero "Running up the hill".
Max riuscì a sentirla dalla sua mente, ma Vecna stava già avendo la meglio.
La ragazza iniziò a sollevarsi in aria, mentre Steve, Dustin e Lucas la guardavano impotenti.
Ma lei stava lottando per scappare, con tutte le sue forze: si vide sollevata in aria, e decise che non avrebbe mollato. Riuscì a distrarre temporaneamente Vecna, e si mise a correre verso quel varco che l'avrebbe riportata indietro.
Ci riuscì: la sua mente tornò nel suo corpo, che cadde a terra, tra le braccia dei suoi amici.

Dear Eddie, it's me, MedeaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora