Una volta ripresi entrambi, Can e Sanem si diressero all'ingresso della Fikri Harika mano nella mano.
La tempesta era passata e il sole era tornato a splendere. Una volta che le porte dell'ascensore, che dal parcheggio sotterraneo portavano in agenzia, si aprirono, Can, facendo uscire per prima Sanem, da vero gentiluomo, si permise di scherzare: "Benvenuta all'asilo nido! Altro che scuola elementare!"
Sanem rise. Entrare alla Fikri Harika era proprio come entrare all'asilo nido. Le voci, le urla, i gridi e le corse da un posto all'altro non mancavano mai. E quella mattina non faceva eccezione.
Can e Sanem rimasero per un attimo fermi sul posto mentre le porte dell'ascensore si chiudevano alle loro spalle. Erano in attesa. Sanem mise una mano a coppa dietro l'orecchio per sentire meglio.
"3... 2... 1..." contò Sanem.
"CEY CEY!!!! Dove scappi? Vieni subito qui!!" urlò Deren.
"Ecco... e buongiorno alla Fikri Harika!" rispose Sanem allargando le braccia ad accogliere quel trambusto.
"La Sirena non sbaglia un colpo! Puntuale come sempre." rispose Can.
"Deren è così. Metodica e puntuale. La sua routine non sfora mai. Altro che orologio svizzero..." rispose Sanem.
"Ma lei li buca gli orologi svizzeri, con quel tono!" esclamò Can.
"Ah, le mie orecchie!" esclamò cercando di far terminare il fischio causato.
"Credo di essere diventato sordo." ammise poi massaggiandole.
Sanem rise.
"Can... non ti sei ancora abituato? Ma come? Tu forte e duro come il marmo, non hai allenato le orecchie? Devi fare un un po' di ginnastica!" lo prese in giro sua moglie.
"Oh, non ti preoccupare, la fa fare lei ginnastica di prima mattina alle mie orecchie!" esclamò Can.
"In confronto le voci dei nostri figli sono un ASMR." rispose.
"Abbiamo forse trovato il tuo tallone d'achille, Can Divit?" lo prese in giro Sanem.
"Forse..." rispose lui.
"Ma Cey Cey non ti aveva regalato dei tappi? Perchè non li usi?"
le ricordò Sanem.
"Volevo farlo, ma non ho fatto in tempo." rispose Can tastando le tasche della giacca di jeans che indossava quella mattina, tirandole fuori. "L'urlo mi ha stordito inaspettatamente." ammise scuotendo la testa per tornare in sé.
Sanem sospirò. "Forza e coraggio. Andiamo a vedere che succede. Oggi è un giorno importante. E Deren sclererà più del solito, perciò io se fossi in te li terrei a portata di mano quelli." disse Sanem indicando
i tappi che Can stava riponendo in tasca.
"Mh, stavo pensando che.... dovremo rifare le vetrate di tutti gli uffici con dei vetri acustici se vogliamo sopravvivere." esclamò Can.
Sanem rise.
"Oppure fornire dei tappi personalizzati a tutti i membri dell'agenzia." rispose Sanem. "Del design ce ne occupiamo noi."
"Si, certo, allora sì che diventeremo sordi! Tutti urleranno contro tutti e a quel punto possiamo cambiare l'insegna da agenzia pubblicitaria a casa di riposo." disse Can.
"Mh, da Agenzia pubblicitaria Fikri Harika a Casa di riposo Fikri Harika è un attimo. Non suona male però." lo prese in giro Sanem.
"Già ci siamo vicini..." rispose Can facendo un respiro profondo. Espirò buttando fuori tutta l'aria dalla bocca. E sciolse i muscoli, ruoteando il collo da un lato all'altro, come se si preparasse ad un incontro.
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2. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIE DI UN FUTURO DA RACCONTARE (ITA VERSION)
RomanceSEQUEL DI "QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIA DI UN FINALE MAI RACCONTATO" Presente, passato e futuro si mescolano in questo racconto. Matrimoni, bambini, pubblicità, attori, amicizie, amori, delusioni, guai, famiglie, fratelli, sorelle, ritorni, parte...