13. Notti magiche

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Dopo una bella merenda in famiglia, Can e Sanem stavano rientrando in auto alla tenuta.

Sanem stava messaggiando con le altre che la tenevano aggiornata sui preparativi. Ad un tratto mise giù il telefono e sbuffò. Guardò l'orologio che aveva al polso. Iniziò a molleggiare le gambe in preda al nervosismo. Appoggiò il gomito al bordo del finestrino e guardò fuori.

"Amore? Tutto bene?" chiese Can.

"Eh?" chiese lei tornando alla realtà.

"Cos'è che ti rende così nervosa, dai dillo. Lo so che c'è qualcosa. Ti ascolto." la spronò.

Sospirò.

"Deren non ha ancora avvisato per il vestito." disse.

"Perchè ci sono altri problemi con il vestito?" chiese lui confuso.

"Ah, giusto tu non lo sai!" esclamò sua moglie.

"Cosa?" chiese Can. "E' per caso questo il motivo della chiacchierata privata in ospedale con Deren?" chiese.

"Si. Ah, a proposito, grazie per avermi tenuto il gioco." disse toccandogli la mano sul cambio. Can la prese e la avvicinò alle labbra per un bacio.

"Non devi ringraziarmi." rispose.

Sanem lo ringraziò a sua volta sporgendosi verso di lui, per stampargli un bacio sulla guancia.

"Mh... devo tenerti il gioco più spesso, allora." commentò lui malizioso.

Sanem rise.

"Comunque si... la conversazione con Deren riguardava l'abito." rispose lei.

"Mh, immaginavo." rispose Can.

"Quando eravamo in corridoio, mi hai chiesto chi era al telefono, ti ricordi?" le disse.

"Mh mh." rispose lui concentrato sulla guida.

"Ecco... era la sarta, la signora Ezgi. Le avevo chiesto di fare il possibile per trovare una soluzione ma non ha potuto fare niente, perché l'abito è veramente raro, e la stoffa è introvabile." disse Sanem.

"Pensa che secondo Ezgi l'unico abito reperibile è esposto ad un museo di moda di Londra." aggiunse.

"Caspita... è così raro?" chiese Can.

"Sembra proprio di sì." rispose sua moglie.

"Per questo ero agitata. Io, a Deren, non ho detto niente di tutto questo, vista la situazione, perché speravo si risolvesse, ma..." disse lasciando la frase in sospeso.

"Ma non è così." la concluse lui.

"No. Perciò pensando insieme, ci è venuto in mente l'abito da sposa della nonna di Deren." disse.

"Come sarebbe?" chiese Can attento.

"Ecco, se Deren avesse ancora il vestito da sposa originale della nonna che sembra avere la stoffa identica, potrebbe essere la salvezza per l'abito, e per il matrimonio da sogno di Deren. Quella donna è a pezzi, Can." esclamò Sanem.

"Ecco... in effetti il tempismo non è mai stato il suo forte..." commentò lui.

"Can, ma come poteva prevederlo?" chiese lei.

"La gravidanza non era volontaria ha quanto ho capito. E' successo, e basta." aggiunse.

"Ecco, io dicevo in generale, ecco. Non mi riferivo alla gravidanza, ci mancherebbe." rispose Can.

Deren è sempre stata un po' sfortunata nel tempismo, ecco." precisò.

"Comunque... E quindi cosa farete?" chiese.

2. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIE DI UN FUTURO DA RACCONTARE (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora