25. Nel posto giusto, al momento giusto

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Fu mentre rientravano in ufficio che Can, appena lasciato sua moglie al piano di sotto, sentì Cey Cey parlare con Ayhan.

"Mi dispiace molto per la mia sorellina." disse Ayhan in tono triste.

"Già.." confermò Cey Cey dispiaciuto. Erano seduti nel piccolo salottino allestito dietro al bancone, all'ingresso della sala riunioni. Essendo alle loro spalle, entrambi non si resero conto della presenza di Can. Lui stava tornando in ufficio, ma aveva proprio bisogno di un caffè per affrontare il pomeriggio impegnativo, ma sentendo quelle parole, Can si fermò.

"Muzo non si è comportato bene." disse Ayhan dura.

"Non mi aspettavo affatto una reazione del genere. Sai?" le confidò Cey Cey.

"E' stato davvero un barbaro!" esclamò Ayhan. "Urlargli contro in quel modo..."

"Hai ragione. La reazione è stata esagerata." disse Cey Cey.

"Povera la mia Sanemsi! Avresti dovuto vederla dopo che lui se n'è andato, in che stato era. Piangeva e tremava come una foglia. Non so come abbia fatto a ricomporsi e raggiungere Guliz al piano di sopra come se niente fosse successo." disse Ayhan.

"Ecco, come abbia fatto ad affrontare anche Guliz subito dopo con il sorriso sulle labbra, io davvero non lo so." aggiunse.

"E' il suo super potere. Sorridere sempre. Sanem è forte. Ed è un capo. Riesce a mascherare bene anche quando è triste. Io lo so bene." disse Cey Cey ricordando il passato.

"Ecco, io capisco che Muzo ci sia rimasto male, ma pensare che Sanem abbia volutamente evitato di dirgli dell'arrivo di Guliz, è follia. Voglio dire, con tutto quello che ha fatto per aiutarlo... Gli è stata vicina, lo ha sostenuto nella scrittura di quel suo saggio misterioso e l'ha pure aiutato a mettersi in contatto con gli editori. Una persona con un cuore così grande avrebbe mai potuto non dirgli una cosa del genere se l'avesse saputo?" sbottò Ayhan.

"Lo so, Sanem è stata davvero un ottima amica. Se non fosse stato per lei chissà adesso Muzo in che condizioni sarebbe. Ti ricordi prima della sua partenza?" disse Cey Cey sorseggiando il suo caffè.

"E chi se lo scorda. Era fuori di sé. Solo Sanem è riuscita a parlarci." ricordò sua moglie.

"No, no, Ayhan, è la rabbia che lo ha fatto reagire così. Rivedere Guliz in quel modo, lo ha fatto scattare." disse Cey Cey ripensandoci.

"Ho capito, Cey Cey, ma questo non lo giustifica. E' stato cattivo! Non ha nemmeno permesso a Sanem di spiegargli, gli ha subito urlato contro le peggio cose, trattandola malissimo." disse Ayhan.

"Tu sai dov'è adesso?" le chiese.

"No... Non ho idea di dove sia andato." rispose Cey Cey.

"Guarda, se lo sai e non me lo dici, litigheremo, te lo dico!" scattò rabbiosa.

"Giuro che non lo so, Ayhan." si difese lui.

"Tu fai che scopro dov'è e poi vedrai. Ho due paroline da dirgli!" disse Ayhan rabbiosa e protettiva.

Can rimasto lì in silenzio per tutto il tempo, si rese conto di avere le mani indolenzite, strette a pugno. Le vene in evidenza.

D'istinto piegò il collo a destra e poi a sinistra, un gesto che preannunciava il suo nervosismo salire.

Si allontanò in silenzio senza dire una parola, nero in volto, tornando nel suo ufficio. Tirò fuori il cellulare e senza pensarci due volte chiamò Muzo.

Non rispondeva. "Codardo." commentò Can nell'ufficio vuoto, facendo avanti e indietro per il nervoso.

Emre che lo vide in quello stato dal suo ufficio, aggrottò la fronte, e dopo averlo osservato bene, si alzò per raggiungerlo.

2. QUESTO E' SOLO L'INIZIO. STORIE DI UN FUTURO DA RACCONTARE (ITA VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora