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Con "dopo ci divertiamo un po' " Arianna non pensava che intendesse derubare dei negozi. Subito dopo colazione, in modo sospetto, uscirono usando la tipica scusa. "È solo un'uscita fra ragazze."

Prendevano più vestiti possibile, di qualsiasi genere, andavano alla cassa in modo che li imbustassero e poi...

"corri!"

Le gambe inizarono a bruciare così rallentarono iniziando a camminare in un parchetto per bambini. "Tutto bene?" Chiese Arianna vedendo Allison improvvisamente cupa. "Si, è per via di Claire." Si stava trattenendo dal piangere.

"Mi manca così tanto." Cedette alle lacrime. "I-io non so chi sia." Disse sentendosi a disagio. "Sisi, scusami." Fece un lungo respiro, come se volesse ricacciare dentro le lacrime. "Non ci pensavo più." Continuò lasciando spazio ad una risatina.

"Era tua figlia?"
"Si. Ma non ha più importanza adesso."

Arianna capì di dover cambiare discorso. "Facevamo spesso questo tipo di cose?"

Allison rise. "No, decisamente no."

In lontananza videro un carro di gelati e decisero che quella sarebbe stata la loro prossima meta.

"Dimmi un po' di voi." Chise gustandosi il suo gelato alla fragola. "Io e Luther avevamo una storia."

"Cosa?! Ma non siete fratelli?"
"Fratellastri per meglio dire."

"Aspetta chi sarebbe Luther?"
"Quello..." aprì le mani e inclinò la labbra all'ingiù. Arianna scoppiò a ridere. "Sisi, ho capito chi intendi."

"Hai tutto il gelato fra i denti" Rise a ruota.
Arianna scoppiò a ridere sonoramente e Allison riprese la parola. "Dovresti proprio vederti in questo momento!"

"Sai una volta sono cascata sopra il mio direttore."
"Cosa?"
"Si." Riuscì a dire fra le risate.
"Era il mio primo giorno di lavoro e il mio unico incarico era quello di portargli una tazza di caffè."
"Difficile." Ci scherzò su Arianna.
"Si per una donna con i tacchi con dentro dei sassolini."
"Sassolini?" Rise incredula.
"Ero davanti a lui, avrei solo dovuto girare la scrivania ma il sassolino mi dava fastidio così ho provato e grattarlo via con l'alto piede ma così facendo ho perso l'equilibrio cadendogli di sopra e gettandogli tutto il caffè addosso."
"Non ci credo. Non potevi aspettare dopo per togliertelo?!"
"Non lo so! mi dava fastidio."

Smisero di ridere nell'esatto momento in cui si aggiunse una terza voce.
"Ragazze quando avete intenzione di pagare?" "Dobbiamo...?" Arianna si rivolse alla sua amica. "Al tuo tre." Rispose lei.

Arianna riguardò il gelataio sorridendo. "Tre."

Si rimeso a correre ignorando la voce del povero uomo che non provò neanche a seguirle.

______

"Stasera andremo al ristorante de "Le traitement", mettete qualcosa di elegante." Cominciò Cinque non appena vide le due ragazze essere di ritorno a casa. "Pensiamo che chi cerchiamo sia il proprietario, ci basterà controllare nel suo ufficio." Aggiunse Diego.

"Chi ci dice che c'è un ufficio lì? E perché pensate che sia il proprietario?" Si intromise Arianna.

"Le domande che dovresti porgergi non dovrebbero essere queste ma si-"

"E quali dovrei porgervi?" Si infastidì.

"Non so tipo chi cerchiamo e perché?" Diego sembrava nervoso...molto nervoso.

"Sai, non credo rientri nei miei interessi saperlo."

"Stiamo seguendo una pista." Concluse il discorso Cinque. "Mettete qualcosa di adeguato."

"Adeguato in che senso?"
"Nel senso che ci troveremo in un locale di lusso Allison, vestitevi normalmente. Per piacere." Anche lui non era il massimo della serenità in quel momento.

"Quale vestito credi che dovrei indossare?" Chiese Arianna seduta nel letto della stanza di Allison. "Quello nero, ovviamente."

Si girò verso la busta contenente il vestito, si alzò, lo estrasse e si mise a fissarlo. Non l'aveva provato affatto, non sapeva come le sarebbe calzato e l'idea che le stesse male la preoccupava.

"Tu che metterai?"
"Rosso."

Pensò e al vestitino rosso e "cazzo." rise. "Ci vai giù pesante." Alisson si girò facendole l"occhiolino per poi dirigersi verso in bagno. Arianna si sarebbe cambiata in stanza.

Voleva mettere un vestito aderente rosso, cosparso di brillantini e corto...perecchio corto. Pensò Arianna.

Lei aveva già messo il suo quando trovò il coraggio di girarsi verso lo specchio. Il tessuto le fasciava perfettamente i busto allargandosi poi dal bacino in giù. La scollatura era spaccata ma non troppo volgare. Le stava d'incanto.

"Allison, amore mio-" Klaus entrò nella stanza e non notò Allison. "Porca troia principessa." La bocca leggermente aperta e gli occhi spalancati emanarono stupore. "È così tanto male?" Chiese.
"Male?" Si mise dietro di lei e la guardò attraverso lo specchio. "S-sei..." faticò a trovare le parole giuste. "...sei una fottutissima principessa."

"Sta attento a ciò che dici Klaus, i canoni estetici sono cambiati durante gli anni. Per quanto la tua intenzione era buona non credo che le abbia appena fatto un complimento poiché le principesse d'altri tempo sono ormai sotto lo scherzo di molti soggetti per la loro bellezza."
Si intromise nel discorso Cinque.

"Non ho capito un cazzo." Klaus rivolse per l'ultima volta il suo sguardo sulla ragazza. "Ma va bene così, sei stupenda." Allargò le labbra all'insù e applaudì saltellando verso la porta.

Una volta soli Cinque si avvicinò alla porta e la chiusi. "Comunque-" Ma Arianna lo bloccò subito. "Non sentirti in dovere di farmi qualche complimento." Lasciò finalmente lo specchio alle sue spalle e lo guardò. "Anche perché non credo che ne saresti in grado."

"Stavo solo per dire che quella era una stella cadente." Si diresse verso la porta con un ghigno stampato in faccia. "Non darti troppe arie, piccola Ari." E andò lasciandola priva di parole.
Gliela avrebbe fatta pagare, poco ma sicuro.

In the end It's him and IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora