La favola di Amore Psiche

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Titolo: La favola di Amore e Psiche
Autore: Apuleio
Genere: Classico mitologico

Trama:

Un re e una regina mettono al mondo una bambina meravigliosa, talmente bella che per tutta la sua adolescenza il popolo la considera l'incarnazione della dea Venere.

Quest'ultima però, sentitasi minacciata dalla ragazza, Pische, ordina a suo figlio Amore di colpirla con una sua freccia e fare in modo che s'innamori della creatura più orrenda al mondo.

Amore però, vedendo la fanciulla se ne innamora e la rapisce facendola portare nella sua torre da Zefiro. Lì, ogni notte, al calar delle tenebre, la fa sua, impedendole però di farsi riconoscere.

Stile di scrittura:

Mi sono già sentita abbastanza in colpa ad aver detto la mia sullo stile di scrittura di Tolkien, giudicare un classico come questo sarebbe quasi una blasfemia. Soprattutto se consideriamo che il testo originale fu scritto in latino e poi tradotto in volgare.

Posso dire che non è scritto come i romanzi che conosciamo oggi, ma è un vero e proprio cantico: diviso infatti in canti e paragrafi. Mentre lo si legge si ha quasi la sensazione di intonare i versi come farebbe un menestrello, una sensazione che (almeno per ora) ho provato solo quando leggevo i testi classici a scuola, come la "Divina Commedia" o l'"Orlando Furioso".

Purtroppo, nonostante l'ultima edizione che ho acquistato abbia di fianco anche il testo originale, non avendo mai studiato il latino, non mi sono presa la briga di leggerla, dedicandomi quindi solamente alla parte tradotta; eppure penso che per chi ne capisce un po' possa essere un'esperienza magica.

Narrazione:

La narrazione è molto semplice, abbiamo un narratore onnisciente, sebbene ogni tanto scende nel dettaglio usando qualche punto di vista (ad esempio non sappiamo che l'amante è Amore fino a che non lo vede Psiche, ma sappiamo bene quanto perfide sono le sorelle della ragazza, prima ancora che lo sappia la protagonista), che racconta principalmente al presente.

Soffermarmi su come viene raccontata la storia mi sembra superfluo, sapendo che è un cantico, raccontato sotto forma di favole, vi può essere chiaro che è una narrazione semplice e scorrevole che si fa leggere in modo quasi poetico.

Giudizio personale:

Ricordo che la leggenda di Amore e Psiche l'ho conosciuta a scuola (anche se non ricordo se è stato grazie a mitologia o storia dell'arte), sta di fatto che quella meravigliosa opera di Canova che rappresenta i due amanti nell'atto di scoprirsi e una delle più meravigliose che io abbia mai visto, sia in foto che dal vivo (si trova al Louvre di Parigi) e la loro storia mi ha sempre emozionato. Però, fino ad oggi, nonostante la conoscessi bene, non l'avevo mai letta tutta dall'inizio alla fine; non conoscevo la perfezione che Psiche vede in Amore la prima volta che riesce a vederlo, non avevo mai letto nel dettaglio le fatiche che la giovane ragazza ha dovuto affrontare per poter stare col suo amato.

Insomma, pur conoscendo con esattezza le vicende, leggerle è stata un'emozione incredibile ed io non posso fare a meno che suggerire a tutti questo capolavoro della storia.

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