Titolo: La Canzone di Achille
Autore: Madeline Miller
Genere: MitologicoTrama:
Patroclo viene esiliato da giovane per aver ucciso accidentalmente un ragazzo. Viene adottato dal re Peleo. In quell'occasione conosce Achille, figlio di Peleo stesso e della ninfa Teti. I due cominciano a frequentarsi e ad addestrarsi insieme, intensificando il loro legame talmente tanto che anche se la madre di Achille tenta costantemente di separarli loro si ritrovano sempre. Intanto però una profezia incombe su Achille.
Stile di scrittura:
Leggere della Miller non è sicuramente come leggere di Manfredi. Le tematiche sono le stesse, ma si nota la differenza di studi e quindi di stile. Se, infatti, Manfredi ha uno stile più serio, storico e meno romanzato; la Miller, essendo laureata in letteratura è molto più sciolta e forse si prende, giustamente, anche più libertà di scrittura. Posso dire però che, certe volte ho trovato poca cura nello studio della storia, o meglio delle abitudini del tempo; insomma chi è che nell'antica Grecia salutava dicendo "ciao"? Potrebbe anche essere una svista della tradizione, ma non ne sono così sicura. C'è da dire inoltre che se la seconda parte (quella della guerra di Troia) è coinvolgente e interessante, la prima parte sembra fin troppo sdolcinata anche nel modo di raccontare.
Narrazione:
Sulla narrazione posso dire di essere rimasta colpita e confusa allo stesso tempo. Ho davvero adorato la scelta dell'autrice di far raccontare tutto a Patroclo anche dopo la sua morte (spero davvero che non sia spoiler, dubito che qualcuno non sappia la storia della guerra di Troia). Insomma vedere Patroclo che ci racconta la sua storia, il modo in cui si è innamorato di Achille, come ha cominciato non riconoscerlo più fino alla sua disperazione nel vederlo piangere per lui è stato davvero commovente e toccante. D'altro canto, però, sono rimasta molto confusa dal fatto che la Miller più di una volta passava dalla narrazione al passato a quella al presente senza nessuna spiegazione. Addirittura sono arrivata ad un punto che credevo me lo fossi immaginata, ma poi poco dopo ecco che ricambiava tempo di narrazione. La cosa assurda è che la storia coinvolge talmente tanto che è difficile accorgersene, quindi non so proprio se è una sua scelta, un suo errore, o un errore di traduzione (ma di quest'ultimo dubito fortemente).
Giudizio personale:
Questo libro è stato famoso nel BookTok fino a qualche anno fa e capisco perfettamente il perché. Se si ha voglia di piangere tutte le lacrime che si ha in corpo, se si ha voglia di commuoversi, di rivivere uno dei momenti più epici della mitologia greca e magari scoprire che sotto la lealtà di due commilitoni non c'è solo rispetto (come ci raccontavano i nostri insegnanti di letteratura), ma anche amore; allora questo è il libro giusto. Certo, onestamente parlando, almeno a me, ha risvegliato il mio odio incommensurabile per Achille e per il suo sentirsi superiore al resto dei greci; in fin dei conti se non fosse stato per il suo orgoglio da semidio, Patroclo sarebbe sopravvissuto. Però ragazzi, quanto ho pianto nel finale. Insomma lo consiglio vivamente a tutti, ne vale proprio la pena.
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Non-FictionQuest'opera non vuole essere un qualcosa di serio. Non mi reputo abbastanza preparata e informata sulla letteratura e la scrittura in generale da pensare di innalzarmi a giudice di qualcuno (soprattutto se si tratta di professionisti). Ma ci tenevo...