Titolo: La ragazza che giocava a scacchi ad Auschwitz
Autore: Gabriella Saab
Genere: Storico drammaticoTrama:
Maria è una giovanissima polacca, amante del gioco degli scacchi, che lavora coi rivoluzionari per dare un permettere ai bambini ebrei di nascondersi, quando viene scoperta e assieme a tutta la sua famiglia viene arrestata e deportata ad Auschwitz.
Stile di scrittura:
Come parlare di un libro così serio, toccante e drammatico? Sinceramente non lo so e non so nemmeno se potrò mai dare i giusti meriti a questa meravigliosa storia come a questa bravissima scrittrice.
Gabriella Saab è un'autrice statunitense che per il suo primo libro ha puntato proprio su questo romanzo, insomma non ci è andata affatto sul leggero.
Per descrivere il suo stile di scrittura, dirò banalità e scontatezze, ma trovo tutto maledettamente perfetto. I termini usati, i dialoghi, i momenti clou; tutto è perfettamente studiato in modo da tenere incollato il lettore alle pagine (se troppo preso) e farlo invece scostare (se troppo turbato). Ho apprezzato sopratutto lo studio di alcuni termini polacchi, yiddish e tedeschi che dicono i personaggi e che non sono stati, giustamente, tradotti. Insomma tanto quanto i nomi, che ovviamente dovevano essere credibili, ma non tradurre alcuni modi di dire è stata proprio una bella scelta (perché altrimenti quei termini avrebbero perso di significato).Narrazione:
La narrazione di questo romanzo è molto particolare e l'ho apprezzata tantissimo. Una narrazione in prima persona che ricorda molto le narrazioni da serie televisive in cui si passa dal presente al passato attraverso collegamenti di trama, ogni capitolo ha la data in modo da comprendere in che momento della storia siamo. Il romanzo comincia col presente 20 Aprile 1945, in cui la protagonista, Maria, ritorna ad Auschwitz per un appuntamento (ovviamente non vi spoilero nulla) e per gran parte della storia questo presente si alternerà al passato prima e durante la prigionia nel campo, quando poi questo evento del 20 Aprile 1945 passerà, negli ultimi capitoli, vedremo anche momenti avvenenti dopo questa data.
Come ho detto è una narrazione in prima persona, raccontata proprio da Maria, ma l'incredibile particolarità, che ho apprezzato tantissimo, è il fatto che nei capitoli del presente (e quelli successivi come ho già detto) Maria racconta al presente, come se stesse vivendo proprio in quel momento quegli eventi, mentre quando leggiamo del passato la narrazione è appunto raccontata in prima persona al passato.
La scelta di questa narrazione, però, non è l'unica cosa da apprezzare della scrittura di Gabriella Saab. Prima di mettersi a scrivere questo romanzo, infatti, l'autrice ha viaggiato a Varsavia e ad Auschwitz, studiando ogni possibile dettaglio ed ascoltando testimonianze. I personaggi creati puramente da lei sono pochi (Maria e la sua famiglia, le amiche Irena e Hania), ma molti nomi sono persone veramente esistite e gli eventi i comportamenti e molte situazioni sia di prima che dopo o durante la prigionia di Maria sono descritte in modo il più fedele possibile, a meno che l'esigenza di trama non richiedeva qualcosa di leggermente diverso. A dimostrazione di queste sue ricerche c'è un'interessantissima appendice a fine libro.Giudizio personale:
Lo ammetto, è stato pesante leggere questo libro, non perché è stato brutto o perché (come è capitato altre volte) avevo paura di un'improvviso blocco del lettore, ma perché la storia in sé è davvero pesante, difficile da digerire e oserei dire per molti versi straziante. Se poi si pensa che tutto ciò, quasi 80 anni fa, è avvenuto davvero, fa ancora più male leggerlo.
Io facevo già fatica a scuola vedere film riguardo i campi di concentramento nel giorno della memoria, figurarsi leggere un libro che certe volte è ancora più immersivo.
Nonostante tutto, ne è sicuramente valsa la pena, non solo perché ogni tanto ci vuole un libro serio, ma soprattutto perché mi ha commosso e coinvolto come pochi libri hanno fatto.
Non sto qui a dire a chi lo consiglio, per me questo libro dovrebbe essere letto da tutti, per non dimenticare la tragedia che si è compiuta nemmeno un secolo fa e non ripeterla mai più.
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Non-FictionQuest'opera non vuole essere un qualcosa di serio. Non mi reputo abbastanza preparata e informata sulla letteratura e la scrittura in generale da pensare di innalzarmi a giudice di qualcuno (soprattutto se si tratta di professionisti). Ma ci tenevo...