(Aileen)
La incontrai la vigilia di Natale.
Durante le festività gran parte dei ragazzi andò via, tornando alle loro terre distanti. O almeno lo fecero chi aveva ancora una casa ed era stato mandato lì per diventare più forte. Gli altri, come per esempio Kai, Trand e Nanni, rimasero al rifugio. Zero se ne andò con Ru e Joseph ad Arcadia e io finii irrimediabilmente da solo, senza molto da fare. L'unica cosa che mi consolò fu che i satiri se ne tornassero in Europa, dove il clima era più gentile.
Le temperature si erano abbassate e il fiordo più vicino al ghiacciaio si era congelato in una patina sottile. Pattinare sui fiumi era impossibile, l'acqua che scorreva sotto era troppo forte per creare del vero ghiaccio e la neve aveva ricoperto gran parte delle valli. Le prede scarseggiavano giorno dopo giorno, gli uccelli erano migrati e i predatori più grossi erano entrati in letargo.
Ogni giorno in quel periodo era monotono, pigro, e ripresi le mie vecchie abitudini di suonare il violino la notte e giocare ai videogiochi. Dormire sul tappeto davanti al letto diventò il massimo per me. Erano in quei momenti in cui il casino di New York non mi mancava.
Ad ogni modo la sera della vigilia stavamo mangiando tutti insieme in mensa e occupavamo a malapena un tavolo. Mangiammo del cervo stufato e un brodo leggero, insieme ad un panettone guarnito di dolcissimi canditi.
Azrael stava giocando a scacchi con Kiral - o almeno così parve - perché lei non aveva alba delle regole e spostava i pezzi in qualsiasi casella gradisse. Quando fu chiaro che la partita fosse sbilanciata si intromise Zoe e io mi stufai. Ero troppo carico di energie per andare a dormire, nonostante fosse quasi mezzanotte.
«Posso uscire? Voglio fare un giro nei dintorni, mi sto annoiando» domandai a mamma.
Lei era distratta ad osservare le mosse pigre di Azrael e quelle argute di Zoe. Difficile dire chi avrebbe vinto.
Leo si scolò il suo bicchiere di idromele e sbadigliò. «Perché non assisti alla messa? Non è lontanissima» propose Leo.
Lo ignorai per il semplice fatto che l'idea di andare in una chiesa e fingere di pregare un Dio che non conoscevo o comprendevo fosse assurda. E poi non volevo rischiare di prendere fuoco con l'acqua santa - se davvero c'era questo pericolo.
«Insomma, dico, è una tradizione angelica molto pittoresca. A Bergen si vedono benissimo in questo periodo, volano in gruppo e cantano. Gli Angeli hanno due notti sacre in cui migrano per donare le loro benedizioni al mondo, una è la vigilia di natale è l'altra è la notte di San Lorenzo» continuò, giocherellando con il bicchierino vuoto.
«Ehi!» Saltai attento. «Ci sono gli Angeli?»
Mi lanciò un'occhiata lunga. «Ma certo. Volano in gruppi, suonano e cantano. Se due Angeli sono affini si trovano in volo e stanno insieme. Tuo padre si divertiva a tirargli sassi, vero, Azrael?»
Lui lo mandò al diavolo.
«Dove sono? A Bergen?»
«Volano in alto, ma se trovi un buon punto per osservarli li vedrai. Di solito odiano i guardoni, ti convien...»
«Mamma!» esultai di nuovo. «Posso andare a Bergen? È qui vicino, basta seguire l'odore del mare del Nord e la scia di luci. Voglio vedere la loro messa! Farò attenzione, promesso!»
Non fui certo che avesse capito con esattezza dove e cosa volessi fare, aveva il naso rosso per il troppo idromele e champagne e i due troll stavano già russando. Se fosse stata totalmente sobria forse mi avrebbe detto che andare a spiare degli Angeli nel mezzo del loro strano rito di flirt sarebbe stato un suicidio, quindi mi feci andare bene il suo vago cenno per prenderlo come un sì.
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La leggenda di Kiral - Il cupido di sangue
Fantasy(II libro ufficiale della saga - sequel di La leggenda di Kiral) As è convinto di essere un normale studente del liceo quando, all'improvviso, viene attaccato da un Demone nel bel mezzo di New York. Salvato da suo padre e un altro misterioso individ...