(Gage Bryce)
Avevo turbato Azrael con quell'affermazione, me ne rendevo conto, nonostante ciò ero convinto di aver fatto la cosa giusta. Per tutta l'infanzia avevo convissuto con quei brutti sogni, mi svegliavo la notte urlando e piangendo, desiderando di spegnere la testa e quando Matthew mi aveva portato per la prima volta dal dottore, il quale mi prescrisse dei farmaci, stetti peggio. Con il senno di poi il mio istinto rigettava quei farmaci e il lato da Demone non era sviluppato abbastanza da poter ignorare il contagio, quindi rimanevo nel letto a tremare, sudando, con la nausea e le vertigini.
Avevo imparato a mie spese, fra terapia e malessere, che preferivo tenermeli. Sapevo che non avrei mai permesso a nessuno di giocare con la mia mente, di spappolarla o di metterla a posto. Ero incasinato, sì, e volevo rimanerci.
Uscii e tornai sui miei passi, vagando per i corridoi deserti. L'aria era abbastanza fredda e la vetrata trasparente era ammantata da un leggero strato di brina dovuta alle basse temperature in quella zona. Nei mesi estivi ad alta quota si stava bene in ogni dove, il sole scaldava e il vento ripuliva il sudore; in autunno ed inverno al contrario c'era troppo vento.
Osservai il cielo e tentai di vedere qualcosa. Era una notte senza luna, in quelle valli l'oscurità ammantava ogni curva. Mi tastai il petto. Non avvertivo alcun istinto primitivo, nessuna voglia di trovare una donna o correre nudo da qualche parte. Era come se fossi in bilico tra i due mondi e non potessi – e volessi – trovare un posto mio.
Avvertii della magia e le dita iniziarono a prudermi, come se avessi della sottile sabbia che non riuscivo a togliermi di dosso. Brillava appena, nel buio della notte, e ammantava gli animi addormentati del rifugio, scavalcava mari e monti per estendersi sopra le città. La magia di Hypnos avvolgeva i sogni dei viventi e solo i dannati ne erano esenti, il Demone infondeva loro dolci illusioni e, in casi particolari, spezzava il filo che li legava alla realtà. Avrebbero vissuto per sempre in quel sogno perfetto, senza la realizzazione di essere stati uccisi.
Un fremito mi scosse le membra e ci fu una scossa di terremoto. Alzai le braccia e saltai contro il muro per non cadere a terra, il vetro vibrò, così come l'intera montagna, mossa da una forza interna. La magia di Hypnos venne distrutta, o meglio, fu inglobata da un'altra oscura presenza, più fetida e pesante.
Sentii i primi urli terrorizzati dei ragazzi ai piani inferiori. Azrael e Kiral corsero fuori dalle proprie stanze. Mamma aveva il volto pallido e si era messa la prima vestaglia leggera a tiro, le sfiorava appena le cosce, di un azzurro pastello.
«Stai bene?» mi domandò, aiutandomi a rimettermi in piedi.
Annuii. «È un terremoto, ma che diamine...»
«No, questa è puzza di Incubo» bofonchiò Azrael, alzando il naso in aria. Si tappò le narici. «Cazzo, questo è proprio fetido, che diamine. La senti anche tu?»
Kiral annuì mesta.
«Gli Incubi sono dei servitori dei Demoni, perché ci stanno attaccando?» replicai.
Alfie e un altro satiro anziano trottarono agitati verso di noi, il loro pelo era gonfio e avevano gli occhi pesanti, segno che dovessero essersi svegliati di soprassalto come tutti gli altri.
Alfie era senza fiato. «La barriera è stata infranta, qualcosa è entrato e ha fatto saltare tutti gli allarmi!» avvertì in panico. «Non riesco ad individuare nulla, c'è una strana nebbia che ammanta i boschi circostanti.»
Sentii Sithi strillare e venire dalla parte opposta rispetto a quella dei due satiri. Era in pigiama, con le gambe da rapaci rugose e sottili. Le sue piume erano alte e tremavano.
«C'è una creatura nei dormitori, un lycan, ne sono sicura! È grosso e tutto nero! Ha sfondato la porta e ha attaccato Kai» piagnucolò tremando.
I due Demoni si guardarono, pensando immediatamente la stessa cosa. I ycan erano una specie simbionte dei Licantropi, bestie lupoidi una volta umani che avevano perso la capacità di controllare la trasformazione, privi di senno e voltati allo scopo di soddisfare i loro bisogni animaleschi. Molti Licantropi rischiavano di diventare lycan a causa delle emozioni negative represse, una volta che avevano preso il sopravvento non si poteva tornare indietro. Vivevano unicamente ad Arcadia, nell'isola più sicura del mondo: era impossibile che uno di quegli stupidi lupoidi fosse finito casualmente in Norvegia, ad Odda, in un rifugio.
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La leggenda di Kiral - Il cupido di sangue
Fantasía(II libro ufficiale della saga - sequel di La leggenda di Kiral) As è convinto di essere un normale studente del liceo quando, all'improvviso, viene attaccato da un Demone nel bel mezzo di New York. Salvato da suo padre e un altro misterioso individ...