XIX

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(Legione)

Mi pulii le mani nel ruscello e bevvi un po' d'acqua per mandare via quel sapore nauseante dalla gola. Era un misto tra fango, escrementi e aglio. Se ci pensavo mi veniva da vomitare, la puzza del Wendigo era equiparata al suo sapore. Nemmeno un Demone affamato se ne sarebbe cibato. Mi ritrovai a pensare che Aileen avrebbe avuto un buon sapore, di zucchero filato, marshmallow o... Ero una brutta persona nel pensare a ciò. Era la mia ragazza, non uno spuntino.

Feci un enorme respiro e ascoltai Zero e Kai litigare tra loro su chi dovesse essere a portare la testa del Wendigo al rifugio. La volevano entrambi e io ero troppo stanco per far notare che si sarebbero beccati un elogio e mille rimproveri dal consiglio dei satiri e Kiral. Cercare il Wendigo e affrontarlo da soli era una trasgressione bella e buona.

Sentii un fischio acuto e la mia mente si spense, occupata da quel rumore finissimo. Ru non parve sentirlo, seppure l'udito da Licantropo, e io misi l'orecchio a terra. Era un'onda che si propagava a strati, analizzando l'ambiente circostante e si stava ritirando verso Odda. L'aria riprese a puzzare e il mio cuore si appesantii.

Partii tra i boschi e mi fiondai giù dalla montagna, verso la città, ancor prima che i miei amici si accorgessero della mia scomparsa. Vidi il nemico appollaiato tra le fronde degli alberi, aveva assunto la forma di un grosso corvo nero e, appena mi vide, emise un suono stridulo, volando via.

Lo inseguii fino in città, correndo e saltando tra gli alberi, fino ad arrivare al molo. Il corvo volò verso un ragazzino e all'ultimo vidi Kiral e Azrael accanto ad altre persone. Per un terrificante momento pensai che si fossero accorti della mia presenza e volessero dirmene quattro da soli, poi però notai i cinque uomini voltarsi all'unisono verso di me e riconobbi la loro magia.

«Il principino! Finalmente!» gioì il ragazzino e saltò verso di me. Emise uno strillo impaurito e fece dietro front, tornando al suo posto. «Che sguardo terrificante» borbottò. «Noi volevamo essere solo educati.»

«Finiscila, Legione» lo zittì quello accanto a lui.

Anche senza presentazioni avrei capito che fossero i principi infernali solo dalle loro aure, erano potenti, oscure, cariche di tensione infernale. Il loro odore non mi dispiacque, mi ricordò molto quello di Azrael, solo meno intenso.

Mi sfregai gli occhi e dovetti sporcarmi di sangue il naso perché Kiral borbottò e Azrael mi indicò la faccia. Avevo gli schizzi del sangue del Wendigo ovunque. L'uomo con i capelli ramati prese un fazzoletto e mi pulì le guance con attenzione.

«Grazie...» borbottai in imbarazzo.

Il suo odore era molto più dolce degli altri, sapeva di miele, ed era davvero troppo vicino per i miei gusti. La sua aura toccava la mia ed era quasi appiccicosa.

«Dovere, principino» rispose sereno, facendo un passo indietro.

«Stavo cacciando con gli altri. Abbiamo trovato un cervo. Un grosso cervo e...» iniziai e il corvo nero volò dal bambinetto, poggiandosi sulla spalla.

Gracchiò in versi incomprensibili e fece un'espressione sbalordita. «Oh, hai cacciato un Wendigo tutto da solo! Sono anni che non ne vediamo uno, esiste ancora la sua maledizione in questo posto sperduto? Sei stato bravo!»

Scossi la testa e i miei genitori affilarono gli sguardi, scontenti. Disubbidivo agli ordini troppo spesso, il che non era il massimo se anche gli altri mi imitavano. Da quando avevo ottenuto i miei poteri l'autorità di Kiral aveva vacillato e sapevo che la colpa fosse mia.

Due dei principi sogghignarono, pensando esattamente che non sapessero tenermi a bada.

«Non sa quel che dice» dissi in un risolino.

La leggenda di Kiral - Il cupido di sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora