(Joseph McKingsley)
Zero camminò avanti, filando dritto fuori dalla biblioteca e io lo osservai inebetito, prima di realizzare di doverlo seguire. Il mio corpo ancora fremeva per la scarica d'energia che avevo appena ricevuto, mi vibrava nelle membra come un'eco e mi faceva andare a fuoco le dita delle mani. Avevo una voglia di seguire quel tipo pari a quanta ne avessi di studiare fisica e continuai a muovere i piedi solo perché gli altri, dietro di noi, ci imitarono.
Raggiunsi Zero e lo sentii fare un silenzioso sospiro. Non ero mai stato un tipo molto popolare o socievole, i miei unici contatti si limitavano ai team nei giochi di cooperazione o alle community di mio interesse online. Forse i Demoni erano come me, freddi e isolati e Zero presagiva questi tratti senza che parlassi.
«Quindi io e te siamo uguali?» borbottai per rompere il ghiaccio.
Lui mi rivolse un'occhiata ironica, come se stesse dicendo "stai scherzando vero?" e strinsi le labbra, pentendomi di aver aperto bocca. «Siamo solo simili a specchio, ma non siamo uguali. Tu sei l'incrocio tra un Demone e... un altro Ibrido. È Kiral quella che ha combattuto contro gli Angeloid, si è ribellata al sistema stesso dell'Inferno e del Paradiso, che ha combattuto Lucifero e si è sacrificata per la pace. Si è fatta valere in un mondo che l'ha odiata, tu sei solo...» Si mangiò la lingua pur di non usare termini offensivi.
«Sono suo figlio.» Roteò gli occhi. «Non sarò da meno.»
«Io c'ero quando l'ho incontrata al Quartiere, prima della guerra, quando tu eri ancora nella sua pancia. Era un'eroina, una leggenda vivente, e non ha mai dovuto dimostrare il suo valore: sapeva chi fosse. Un Demone che dice di essere un Demone, As, non lo è davvero» mi bloccò.
Fu una specie di insulto e lo seppi. Forse non fu quella la sua intenzione, eppure mi sentii pungere in mezzo al cuore e il respiro si fece pesante. Desideravo mostrare a Kiral che fossi sul serio sul figlio, che fossi meritevole di stare al rifugio insieme a lei e ad Azrael, mio padre. L'idea di essere "troppo umano" mi fece girare la testa.
«E allora cosa sarei?» mi impuntai.
«Per ora un umano qualsiasi» borbottò. «Molte persone hanno investito su di te, spero solo che non ti rivelerai una delusione. A volte può capitare» ridacchiò. Gli chiesi perché. «Gli Ibridi hanno problemi nei geni, lo avrai capito anche tu. Siamo miracoli della genetica, casi unici, esseri che evolvono le caratteristiche dei geni predominanti ed escludono i difetti. Secondo le leggi non saresti dovuto nascere, quindi magari la natura ha sopperito alcuni doni. Mio padre è un Vampiro, lui non può stare alla luce del sole, ma io sì.»
«Non ti bruci?» Scosse la testa. «Peccato» sibilai tra i denti.
«Hanno detto qualcosa sulla caccia?» domandò per ignorarmi.
«No» risposi senza esserne certo e poi non volevo dargli delle informazioni. Mamma era preoccupata per una battuta di caccia ed era stato lo stesso argomento di discussione con quei buffi tizi il giorno prima. «C'è qualcosa che non va qui?»
Zero si guardò alle spalle per verificare che i suoi genitori non lo stessero tenendo d'occhio: Chloe e Kiral erano impegnate in una profonda discussione sul tempio della luna ad Arcadia, mentre Joseph fissava rapito il panorama norvegese oltre l'immensa vetrata sulla vallata.
Si tirò più vicino, biascicando: «C'è un Wendigo che se ne va in giro per i boschi. È da un po' che causa problemi, qui ad Odda credono che sia uno spirito maligno e ogni tanto appare. Falcia i raccolti, danneggia le auto, abbatte gli alberi e... ha aggredito dei bambini.»
«Cosa ha fatto?» urlai forte e Zero mi tirò uno scossone.
Joseph saltò sull'attenti e affrettammo il passo per distanziarli.
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La leggenda di Kiral - Il cupido di sangue
Fantasy(II libro ufficiale della saga - sequel di La leggenda di Kiral) As è convinto di essere un normale studente del liceo quando, all'improvviso, viene attaccato da un Demone nel bel mezzo di New York. Salvato da suo padre e un altro misterioso individ...