Dopo esserci diviso il conto, rigorosamente alla romana, ci dividemmo. Ognuno andò per la sua strada. Loro a destra, io a sinistra. Aprì l'ombrello nero e mi diressi verso il parcheggio vicino all'ospedale.
Iniziai a pensare che aver messo i pantaloni corti e i sandali sperando che sarebbe stata una bella giornata non fosse stata la migliore delle pensate. Almeno avevo portato il mio giubotto, mi alzai il cappuccio e continuai a camminare.
Odiavo l'inverno. Faceva freddo, le persone avevano le facce lunghe e sembrava non ci fosse nulla da fare. La mia noia aumentava.
Però la pioggia mi piaceva, il suono che faceva quando cadeva al suolo mi rilassava. Mi piacevano i suoni asmr.
Continuai a camminare, quando poi, accadde...
Cominciai a vedere un piccolo puntino bianco correre verso di me. Pensai fosse solo un passante senza ombrello, invece, era la via di fuga dalla mia noia.
Lo vidi correre con le mani in testa per ripararsi dalle svariate goccioline di acqua che cadevano ripetutamente.
Mi bloccai, pensai fosse un ladro, forse voleva derubarmi. Poi, notai il suo aspetto insolito. Non riusivo a vederlo molto bene, per via dell'oscurità. Riuscì a scorgere però i capelli neri, una maglia bianca e forse dei pantaloncini neri. La cosa più insolita era che fosse scalzo.
Forse era un barbone che cercava riparo.
Non guardava nemmeno difronte a se, dovevo scappare? Poteva forse aggredirmi?
In meno di qualche minuto, mentre io pensavo a cosa fare, mi ritrovai a terra. Con i pantaloni zuppi e i capelli che iniziavano a bagnarsi per colpa dell'ombrello scivolatomi dalle mani.
Lo guardavo sconvolto, non sapevo cosa fare, mi aveva spiazzato. Non me lo aspettavo.
-AAAAAAAH- Iniziò a gridare. Quando riaprì gli occhi, vidi per la prima volta la sua faccia. I suoi occhi rossi come i miei.
Mentre indietreggiava spaventato io ancora non avevo proferito parola. Proprio quando mi stavo rialzando lentamente, lo vidi guardare indietro.
Le macchine passavano veloci, schizzando verso di noi con l'acqua accumulata sull'asfalto, lui le osservò per qualche secondo e si buttò senza pensare.
Voleva suicidarsi....
Una macchina riuscì a evitarlo curvando a destra, l'autista gridava e suonava ossessivamente il clacson quando io mi lanciai a recuperare il ragazzo.
Quando lo tirai sul marciapiede dalla maglia era svenuto.
Cosa potevo fare? Non era un cane abbandonato, era una persona.
Non sapevo nulla di lui, poteva essere un serial killer. Lo guardavo, aveva perso i sensi. Ok, forse non era un criminale. D'altronde quale pezzo grosso grida difronte a una persona caduta a terra.
Datemi dell'irresponsabile, dello stupido e del deficente. Ma lo presi.
Lasciai lì l'ombrello, misi un braccio dietro la sua schiena e l'altro sotto le sue ginocchia. Lo sollevai e corsi verso la mia auto.
Al massimo lo avrei portato in ospedale, non sembrava stare molto bene, ma volevo dargli un opportunità.
Poteva stravolgermi la vita. Forse era lui la cosa che stavo aspettando.Tirai fuori le chiavi della mia auto e con un cilic la mia Audi bianca si sbloccò. Aprì lo sportello posteriore e appoggiai il ragazzo sui tre sedili ancora bagnato.
Cercai di legarlo al meglio con le cinture di sicurezza e poi mi misi al volante, probabilmente stavo facendo una cosa illegale, per questo dovevo tornare immediatamente a casa.
Azionai il tergicristalli e cominciai a guidare verso casa.
Cosa stavo facendo? Avevo davvero preso una persona dalla strada? E se si fosse svegliato e mi avesse aggredito? Controllai dallo specchietto... dormiva ancora. Sospirai.
Perché voleva uccidersi? Stava scappando da qualcuno? Perchè? Cosa ci faceva lì?
Le domande erano troppe e le risposte poche.Non so se fosse stata la birra a farmi fare queste cose, ma reggevo bene l'alcol e non mi sembrava di aver alzato il gomito.
Però ero emozionatissimo, che cosa entusiasmante.
Tra un pensiero e l'altro arrivai davanti al mio palazzo. Scesi sotto i garage, e parchegiai nel mio box.
Mi rimboccai le maniche e ripresi il ragazzo a mo di sposa. Chiamai subito l'ascensore. Se avessi incontrato qualcuno come lo avrei spiegato?
Quando vi entrai pigiai subito il bottone del settimo piano. Poi mi pogiai al muro. Se qualcuno ora chiamasse l'ascensore...
Terzo piano, quarto, era sempre stato così lento?
Fissavo i piccoli numeri luminosi, e poi si fermò, al quinto piano.
Andai nel panico.
Le porte si stavano aprendo mentre io sudavo freddo. Dovevano montare proprio un modello che si ferma anche quando un piano era già stato chiamato? Merda.
Le porte si stavano aprendo e io non avevo ancora trovato una scusa.
No guardi, ho questa persona in braccio perchè volevo una botta di vita?
Ormai divaricata l'entrata, spalancai gli occhi....
Non c'era nessuno.
Non capivo. Mi guardai indietro, e vidi il pulsante illuminato.
Che stupido, ero stato io a schiacciarlo per sbaglio quando mi ero poggiato al muro.
Senza più intoppi, arriavi alla porta di casa, con molte difficoltà estrassi le chiavi, le introdussi nella porta e entrai.... ma la sfida che mi ero lanciato non era ancora finita.
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Happy Sugar Life KIRIBAKU
FanfictionBakugo vive la sua vita normalmente, sembra non gli manchi nulla. La casa, gli amici, la fidanzata e un lavoro... ma dentro sente ancora un vuoto. Potrà trovare qualcosa che sconvolgerà la propria vita proprio ai suoi piedi? ⚠️ATTENZIONE⚠️ Boyxboy ...