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Denki's pov

Continuavo a singhiozzare senza fermarmi, volevo sotterrarmi.

Non mi era mai successo, a meno che io ricordi, di aver mai pianto tanto. Tirai su il cappuccio, così che nessuno potesse vedere il mio volto rigato dalle lacrime.

Dovevo tornare a casa, l'orario di visite era finito da un pezzo, eppure mi sentivo in colpa. Era come se stessi lasciando il mio cuore in quell'ospedale.

Le chiacchierate con il ragazzo erano sempre molto frizzanti, ma purtroppo si respirava un'aria di tensione. Era tutta colpa mia.

Sero non mi amava, lo sapevo, ma ho sempre sperato che il momento in cui avrei dovuto fare i conti con il presente non arrivasse mai.

Appena fu ricoverato, gli rivelai i miei sentimenti. Rimasi anche stranito dal fatto che non se ne fosse accorto da solo. Io lo amavo tantissimo, con tutto il mio cuore. Ma non potevo vivere così oramai.

Erano anni che immaginavo una vita perfetta con lui, e ora? Cosa mi restava? Non potevo neppure sapere se il giorno dopo avrei ammirato nuovamente i suoi occhi.

Quando vidi il bar dove mesi fa ci eravamo ritrovati tutti e quattro, soli, per l'ultima volta, non potei fare a meno di entrarvici.

Che bei momenti che avevamo passato assieme, ogni sabato a ridere, a scherzare. Mi mancavano tanto quei momenti, mi mancavano i miei migliori amici.

Ma, chi mi era rimasto di loro?

Mina oramai aveva trovato la sua strada, lavorava in proprio, faceva acconciature pazzesche. Aveva iniziato a postarle sui social e ogni giorno i suoi follower aumentavano.

Bakugou stava per scrivere un libro, era fidanzato e felice, aveva superato tutte quelle angherie ed era già pronto a cominciare altri mille capitoli.

Sero, di lui posso dire che era effettivamente riuscito a realizzarsi. Voleva diventare uno psicologo e lo aveva fatto.

E poi c'ero io...
Non era l'invidia che parlava, ma la delusione nei miei stessi confronti. Avevo passato il mio tempo senza pensare al futuro e ora mi trovavo in un limbo di confusione. Cosa avrei dovuto fare? Chi sarei dovuto diventare?

-un caffè grazie- pogiai il mento sul palmo della mano. La vita faceva così male.

-Perchè mentre tutti vanno avanti io rimango ancorato ai ricordi?- mi interrogato

-perchè il tempo, per quanto si voglia, non si ferma mai- alzai frettolosamente la testa dalla tazzina appena pogiatami davanti

-mi chiamo Jirou, tu ti chiami Denki giusto?- una ragazza dai capelli viola e occhi neri come la pece mi aveva lasciato interdetto

-s-si?- ci conoscevamo? Mi pareva di aver già sentito la sua voce

-Venivi spesso il sabato sera, anche io ci vengo spesso, hehe, sai canto qui. A quanto pare non mi hai mai notato- mi girai completamente con la sedia verso di lei che ridacchiava forzatamente

-so che suoni la chitarra, ho visto dei tuoi video che hai pubblicato su instagram- cercai di aggiustarmi un minimo i capelli e distogliere lo sguardo dopo essermi ricordato delle mie condizioni pietose

-vorrei che ti unissi alla mia band, sembri un tipo simpatico Pika- ora che notavo, aveva una collana con delle note musicali su

-Pika?- risi

-Usciamo di qui e facciamo due chicchiere dai- mi prese la mano e corse fuori dopo aver pagato per me

-M-ma! Il caffè- provai a dire

-Ne potrai bere tantissimi più tardi. Mi dispiace averti disturbato ma è la prima volta che ti vedo solo e volevo cogliere l'occasione! Davvero non mi hai mai vista? Suono spesso in quel locale- era un po' bassina, aveva un giubbino di pelle, una maglia con i fulmini e dei pantaloni strappati. Sembrava proprio una tipa figa

-Già, sono solo- guardai il cielo ricoperto di nuvole grige

-Non ti senti bene? Mi dispice se ti ho disturbato, magari vuoi che ne parliamo un'altra volta?- mi guardò ma io non risposi

-Ti lascio il mio numero, scusa ancora, ma sono molto timida in realtà, oggi però ti ho visto e i tuoi occhi erano tristi. Ho pensato che potessi fare qualcosa. Che stupida, non mi conosci nemmeno- si coprì il viso, mi passò un bigliettino e scappò via.

Jirou... era riuscita a distrarmi dai miei pensieri. Mi aveva proprio incuriosito in quei pochi minuti, volevo passare altro tempo con lei e conoscerla meglio.

Era questo che mi mancava, qualcosa di nuovo, dovevo andare avanti. Affrontare la realtà a testa alta, qualunque fossero state le difficoltà che essa avrebbe portato.

-VIOLETTA! JIROU ASPETTA- corsi da lei fermandola. Non sapevo bene cosa dire, ero ancora confuso

-I-io- Misi una mano in tasca e sentì le mie cuffiette, le tirai subito fuori. Cercai di sdrotolarle mentre lei rideva e appena ci riuscì le porsi un auricolare.

Si spostò i capelli all'indietro e la afferrò, la mise nel suo orecchio e mi prese la mano.

Attivai la playlist e camminammo assieme per un po' cercando di iniziare una conversazione prima di fermarci su una panchina

-I miei amici hanno già trovato la loro strada, mentre sembra che io non riesca nemmeno a muovermi dal punto di partenza. Sembra che il mondo con me sia stato, crudele- mi guardai le mani

-The world's not perfect, but it's not that bad-

-If we got each other. Amo questa canzone... grazie- la abbracciai

-sono felice di averi conosciuto- ricambiò.

Happy Sugar Life KIRIBAKU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora