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7 febbraio

Dabi's pov

-dove sei?- domandai scocciato al telefono.

-Qua, tsk, stupido. Se non fosse per mio padre col cazzo che vi aiuterei lo sai? Dammi il diamante muoviti- disse la ragazza

-Se, ti piacerebbe. È morto? No. Quando leggeremo il suo nome sui giornali allora si. Hai tempo fino a fine febbrio- lei strinse i pugni e andò su tutte le furie

-IO TI- Cof pronto? Si papi lo so, lo so, va bene. Dabi dì a quel tuo capo di accettare l'offerta di mio padre per la collaborazione, altrimenti sbandiererò tutto io- si girò e se ne andò sculettando

Io risi e fischiai in modo sgarbato.

Tornai alla villa e spiegai tutto a quest'ultimo.
-Molto bene Dabi, se Uraraka non riuscirà a farlo suicidare o ucciderlo rifiuteremo il contratto con l'azienda di suo padre e in più dovrai essere tu a far fuori Kirishima. Ovviamente in cambio di una bella ricompena- aprì una valigetta con solo dio sa quanti soldi.

-Si signore. Sono felice di non dover più lavorare con Tomura- Shigaraki probabilmente era stato mandato a pulire i cessi da qualche altra parte della villa e non avremmo più fatto squadra.... o almeno così credevo non vedendolo.

-Haha parli del diavolo- vidi un ragazzo dai capelli azzurrini spuntare dalla porta

-PENSAVI DI ESSERTI LIBERATO DI ME EH? BRUTTO STRONZO?!- venne fermato dal grande braccio del signore

-perchè dinuovo con lui?!- chiesi sbattendo il piede a terra

-mentre tu andavi a chiudere gli accordi con Ochaco lui l'ha pedinata e ha scoperto dove abita Kirishima. Non ho intenzione di chiamare altri uomini per questa stupida missione quindi iniziate a prepararvi bene. Non voglio essere denunciato, dinuovo- rise e si allontanò

Avvolte mi metteva timore. Era comunque un omone grosso due volte più di me e la casa era piena di telecamere e guardie.

Ricordavo ancora la volta in cui mi presentai come sicario ma venni mandato a fare il bodyguard, pensai fosse una presa per il culo.

Dopo circa due anni però ero ancora lì ad eliminare i nemici del padrone, con una buona paga e un tetto sopra la testa.

-muoviti allora puffo di merda- cercò di farmi inciampare sui suoi piedi ma non ci riuscì

-succhiami il cazzo-

12 febbraio

Kirishima's pov

Avrei voluto confessare a Katsuki tutto il mio amore nei suoi confronti. Amore, si, lui stesso mi aveva fatto capire il significato di quella parola. Gli avrei donato tutti i miei sentimenti, e poi me ne sarei andato.

Ma delle grida fermarono i miei pensieri. Corsi subito in camera del ragazzo.

-EIJIRO! EIJIRO!-

-Uraraka è in bagno io devo correre subito in ospedale Sero forse ha un cancro ai polmoni, non ne ho idea. È stato ricoverato d'urgenza. Devo andare tu rimani qui e dillo a quell'altra- disse il tutto mentre si vestiva e correva verso l'uscita.

-Baku io volevo dirti una cosa!- il forte rumore della porta mi fece strizzare gli occhi e mettere le mani sulle orecchie.

-ti amo Bakugou...- mi inginocchiai e tesi la mano verso il letto dove prima si stava riposando il ragazzo

Una mano si poggiò sulla mia schiena e per un attimo mi illusi che potesse essere un gesto d'affetto nei miei confronti.

-non fa per te, non potrà mai amarti. È anche un ragazzo, metti fine a questi tuoi pensieri Kirishima- il cuore, un organo vitale, grande più o meno quanto un pugno. Era possibile che si fosse rotto anche se, io stesso, lo sentivo battere ancora?

-Kirishima?- sussurrai guardando la tenda del balcone che si muoveva grazie al vento e i colori del tramonto che facevano spazio alle stelle, alla notte, al freddo.

-È il tuo cognome. Non lo sapevi? Forse non sai nemmeno che tua madre e tuo padre ti hanno venduto per pochi milioni di yen quando eri bambino. Almeno il tuo padrone aveva dato un senso alla tua vita, ti aveva reso utile. Eijiro, nessuno ti ha mai voluto davvero bene, nemmeno Bakugou, gli serviva uno schiavo e con qualche parola di buon cuore l'ha trovato. Lavora h24 e per nemmeno un soldo. Ti sei illuso vero? Suppongo questo sia un addio. Ciao Eijiro Kirishima, farò finta di chiamare un'ambulanza più tardi. Ricordati, nessuno si accorgerà che un granello di sabbia è stato tolto dalla spiaggia-

Erano passate ore dell'accaduto.
La gola mi faceva male. Avevo da sempre odiato i umoi forti, le urla. Ma in quel momento a gridare ero io.

Tutto era crollato, o forse nulla era mai stato davvero costruito. Era così, sarei dovuto morire investito da una macchina tanto tempo fa. Avrei portato problemi anche a quel povero autista.

Mi trascinai fino al balcone. Non riuscivo ad alzarmi, la testa girava e una luce mi chiamava.

Oramai era troppo tardi per me, salì su quella stretta ringhiera e allargai le braccia.

Avevo sempre sognato di volare, via dalla villa, via dai miei problemi, via dalla mia vita perenne da prigioniero. Finalmente avrei abbandonato quel mondo crudele.

Vidi la luna, luminosa, assieme alle sue stelle. I miei capelli volavano sbarazzini in cielo. Ricordai dei momenti felici vissuti in quei pochi mesi. Erano tutti falsi.

-i wanna die, wanna die, wanna die. Rimpiango di non aver mai ascoltato la fine di questa canzone-
Mi lasciai cadere, così, all'indietro.

Nessuno si sarebbe accorto di un petalo caduto dalla sua bellissima pianta di rose

Happy Sugar Life KIRIBAKU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora