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29 ottobre

-allora sei pronto?- bussai alla porta del bagno impaziente.

-si, eccomi- apparì il corvino dal corridoio con delle buste in mano.

-Te la senti?- chiesi per sicurezza

-Si! Sono contento di poter uscire- per la prima volta credo di averlo visto abbozzare un sorriso, lentamente si stava sciogliendo

Uscimmo di casa.

Era forse la seconda volta in tutta la sua vita che usciva, doveva sentirsi agitato.

Si aggrappò al mio braccio e si avvicinò piano. Gli spostai i capelli che gli offuscavano la vista dietro l'orecchio, e come al solito lui arrossì leggermente.

Quelle piccole ciocche coprivano sempre un il lato destro del suo viso. Forse di vergognava della sua cicatrice, sinceramente a me piaceva, gli dava un aria da duro.

Tornando a noi, dovevamo fare qualche acquisto per la serata di Halloween. Cibo, bevande, decorazioni e magari anche un bel costume.

Arrivati ai garage presi la macchina e partimmo

-il tuo garage è sporco come la tua macchina. Bisognerebbe pulirlo settimanalmente. Ha piovuto di recente, per quando tu abbia portato la macchina all'autolavagio suppongo l'abbia lavata da solo, si vedono ancora certe macchie- mi stava già facendo arrabbiare

-vaffanculo, puliscila tu allora. Aspetta ma tu sai guidare?- accelerai verso il centro commerciale

-so guidare anche un elicottero, sono un maggiordomo perfetto. Comunque, che vuol dire vaffanculo? È una città? Perchè dovrei andarci?- mi venne da ridere

Ironico pensare che una persona che sembrava così intelligente e perfetta in certi tratti che si perdeva in queste piccolezze.

-è un insulto, stupido-

-Non sono stup- ODDIO SIGNORE GUARDA GUARDA!- Quasi non finivo in un albero per colpa sua

-cazzo! Che c'è?!- seguì il suo dito oltre il vetro. Vi trovai una ragazza, ferma alla fermata del bus. Aveva le gambe incrociate e guardava il telefono.

-HA I CAPELLI ROSSI ROSSI!- si attaccò al finestrino per continuare a guardarla

Effettivamente quella ragazza aveva i capelli color rubino, non era di certo un rosso naturale, ma una tinta.

-Quindi?- domandai entrando nel grande parcheggio sotterraneo

-non l'avevo mai visto, com'è possibile?- si guardava i capelli con aria triste

-è andata dal parrucchiere e si è fatta la tinta, semplice- scesi dalla vettura e lui mi seguì

-anche io li voglio...- sussurrò.

Lasciò la sua mora ciocca di capelli e si avvicinò a me, pensavo volesse chiedermi di comprargli qualcosa per rendere i suoi capelli colorati, invece non disse nulla. Aspettò che io mi avviassi all'ingresso.

Ero abituato alla mia ragazza, che voleva comprare tutto quello che vedeva, con i miei soldi.

Invece lui non disse nulla, si accontentava di quello che aveva. Nonostante ciò, non dimenticai di questa piccola scena.

Entrammo nel centro commerciale. Eijiro si guardava attorno stupito.

-wow, è gigante- quel centro commerciale era uno dei più grandi in città, aveva sei piani e inoltre c'erano delle montagne russe all'esterno.

Entrammo prima da Tiger, prendemmo delle lucine a forma di zucca, candele, bare, sprai filante ecc.

-da cosa vorresti mascherarti? Vampiro? Stregone? Mummia? Scheletro?- Cercai tra i vari costumi

-Non è così importante in realtà- lo ignorai

-questo!- una tutina a forma di squalo, si sarebbe sposata perfettamente con i suoi denti aguzzi.

-allora tu devi mettere quello da pirata- lui arrosì e mi porse il travestimento trovato. Li comprai e ci avviamo verso l'ennesimo negozio.

Questo vendeva caramelle. Si passava da quelle frizzanti, a quelle zuccherine, alle gomme molto lunghe fino ai marshmallow.

Non amavo fare shopping, ma mi piaceva comprare cazzate.

Dopo aver fatto scorta di dolci e bibite ci fermammo su una panchina. Aprì il pacchetto di caramelle chiamate: "frizzipazzi".

Da piccolo le adoravo, mia madre me le comprava sempre. Tornati dal centro commerciale, avvolte come ricompensa per aver fatto il bravo, me li comprava.

Non vedevo l'ora di tornare a casa a mangiarli. Tempo fa facevano anche dei chiaccioli multigusto che frizzavano sulla lingua. Li amavo come adoravo le esplosioni.

Mi piacevano i fuochi d'artificio. Quella esplosione piena di colori mi faceva emozionare tantissimo.

Tuttavia, per quando facessi il bravo incambio di qualcosa, riconosco di essere stato un bambino insopportabile.

Ero il tipico bimbo che quando vedeva come regalo una busta e capitva che c'erano dei vestiti all'interno si arrabbiava. Compratemi un giocattolo cazzo!

Spesso mia madre mi sgridava o addirittura picchiava. Questo era uno dei suoi lati negativi che pultroppo avevo ereditato. Non era per niente paziente.

Io sto imparando a mantenere l'autocontrollo, anche perché penso che se picchi un bambino vuol dire semplicemente che con le parole non sei riuscito a farglielo capire.

Andavamo quasi sempre d'accordo, ma quelle volte che litigavamo erano terribili. Una volta mi preparai una valigia e le dissi che me ne sarei andato di casa, ma lei si mise a ridere e facemmo pace.

Sorrisi quando me ne misi una manciata in mano e la portai alla bocca. Presero a scoppiare sotto la mia lingua, masticandole diventavano una gomma.

Mi voltai verso Eijiro, che continuava a guardarsi i capelli.

Happy Sugar Life KIRIBAKU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora