I problemi non erano finiti.
Poggiai il moro sul grosso divano in salotto.
Il mio appartamento, come detto in precedenza, era molto ampio per una sola persona.
Abitavo all'ottavo piano di un condominio. Anche se avrei preferito una casa con il giardino, avrei coltivato molte piantine. Magari spezie, odori, verdure o anche fiori.
Mi piaceva la botanica, piaceva anche a mia madre, aveva il pollice verde.
Infatti, andai velocemente in balcone a controllare le mie piante di rose rosse. Era un colore davvero affascinante secondo me. Vivo, ecco, così mi piaceva definirlo.
Dopo aver alzato la saracinesca tramite un bottone. Spostai le piante più sotto al terrazzo, così che potessero ripararsi e non prendere troppa acqua rischiando di sciuparsi.
Una volta tornato dentro decisi che fosse meglio cambiarmi i vestiti, visto che erano tutti zuppi.
Intanto che mi infilavo nuovi indumenti, pensavo a cosa poter fare ora. Avrei potuto provare a parlarci tranquillamente. L'idea di legarlo per evitare incidenti mi era balenata per la testa, ma mi resi conto da solo che sarebbe stata una grande cazzata.
Dovevo ispirargli tranquillità e lui doveva fidarsi di me. Volevo aiutarlo, non spaventarlo.
Chissà perché voleva morire...
Ci pensai a lungo, finchè non sentì bussare il campanello della mia porta di casa. Sobbalzai.
Gettai un occhiata al ragazzo che ancora giaceva sul comodo sofà e corsi alla porta.
Dallo spioncino vidi lui. Il mio peggior incubo. La persona più terribile di questo pianeta. La più fastidiosa e irritante.
Il mio vicino Deku.
Midorya Izuku, un ragazzo magro e basso; dai capelli verdi (tinti ovviamente) e ricci, gli occhi del medesimo colore; con un sorriso sempre stampato sulle labbra.
Era il tipico vicino perfetto, che a me faceva arrabbiare tantissimo.
Faceva le torte, e me ne portava sempre una fetta. Ti manteneva l'ascensore aperta quando dovevi entrare. Ma soprattutto, il peggio del peggio... ti veniva a chiedere se avessi del sale da prestargli perché a lui era finito.
Cazzo è ovvio che ce l'ho il sale, solo un coglione come lui poteva dimenticarsi di comprarlo. Ma io non volevo darglielo. La sua perfezione mi dava fastidio.
E io sapevo, che lui sapeva che il sale era proprio nello scaffale in alto a sinistra ma che non glielo avrei mai dato.
Nonostante questo, di lui non c'era molto da dire, era una matricola in un qualche reparto ospedaliero, ma di medicina già se ne intendeva bene. Il suo obiettivo era diventare un dottore, ma nonostante fosse molto impegnato, trovava sempre il tempo di fare quei cazzo di dolci buonissimi.
Nei suoi occhi si vedeva l'entusiasmo di poter fare tutto quello che voleva e di star realizzando i suoi obiettivi mentre io rimanevo triste e sconsolato a me stesso.
Ma andiamo avanti.
Una sera, quando ci stavamo ancora conoscendo, mi aveva raccontato della sua famiglia felice, ma del fatto che alle scuole lo bullizzavano, alla fine però non si era mai arreso.
Quel ragazzo non mi aveva fatto nulla, lo sapevo, ma ero davvero molto invidioso. Ero molto infantile con lui, i miei "giochetti del sale" erano la prova.
Avevo il suo numero di telefono, mi scriveva spesso, anche per uscire a correre la mattina.
In ogni caso ora, lui si trovava davanti alla porta di casa mia. Pensai fosse grave visto che era abbastanza tardi.
Aprì solo un po' la porta e feci finta di essermi appena alzato dal letto.
-Deku... cosa c'è a quest'ora?- mi appoggiai allo stipite della porta stroppicciandomi gli occhi con le mani.
-perdona l'orario tardo Kacchan, ma avresti della garza? Mi sono graffiato mentre cercavo di aggiustare la lavatrice, ho paura che ora si infetti, pensandoci è stata una pensata poco intelligente da parte mia farlo al- che logorroico, mi aveva anche dato un nomignolo bruttissimo.
-si, basta che poi non torni mai più- lo lasciai fuori alla porta, corsi a prendere la garza. Lui la consumava sempre subito la sua, riusciva sempre a farsi male, anche con una semplice matita sarebbe riuscito. Era davvero un bambino. Inoltre mi considerava il suo migliore amico. Bah.
Tornai dinuovo davanti alla porta non prima di aver steso un lenzuolo sul divano a coprire l'intero corpo del moro. Secondo la mia testa così avrebbe dato meno nell'occhio... forse. Pregai che non si svegliasse in quel momento.
Gli passai la garza dal piccolo spiraglio.
-Buonanotte Kat- richiusi subito la porta senza sentire la fine della frase o ricambiare.
Era stata una giornata faticosa e stranamente piena di emozioni, quelle che mi mancavano da tempo.
Presi una piccola campanella poggiata su uno scaffale affianco alla televisione e la legai al dito del tipo sul divano.
Se si fosse svegliato, quindi mosso avrei sentito le campanelle e sarei corso di qua. Avevo il sonno molto leggero.
Con quest'ultimo pensiero decisi che fosse ora di mettermi nel mio letto matrimoniale. Rigorosamente al centro.
Dovrebbe essere il mio e della mia ragazza ma ci dormo spesso da solo, è sempre molto freddo, quasi quanto i sentimenti del sottoscritto.
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Happy Sugar Life KIRIBAKU
FanfictionBakugo vive la sua vita normalmente, sembra non gli manchi nulla. La casa, gli amici, la fidanzata e un lavoro... ma dentro sente ancora un vuoto. Potrà trovare qualcosa che sconvolgerà la propria vita proprio ai suoi piedi? ⚠️ATTENZIONE⚠️ Boyxboy ...