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15 febbraio

-allora partiamo?- dissi sorridendo

-a tutto gas!- posai la mia mano sulla sua

-sei emozionato? Ti si legge in faccia- partimmo dal garage e imboccammo subito l'autostrada

-beh ovvio. Ho anche un po' di ansia in realtà- abbassai il suo finestrino per fargli prendere un po' di aria

"Ti capisco" avrei voluto rispondergli

Non volevo farglielo capire, ma in realtà, anche io ero davvero agitato. Capivo che volesse stare con la sua figura genitoriale, dovevo lasciargli spazio, era un momento delicato. Forse sarebbe voluto rimanere con lui e io sarei rimasto solo, nuovamente vuoto.

Avevo capito troppo tardi che non avesse senso possedere tutte le cose che una persona normale avrebbe considerato "preziose" se poi nessuna di queste mi soddisfacesse a pieno. Io avevo tutto. Una fidanzata, una casa, un lavoro che mi dava buoni soldi, degli amici. Ma nulla mi faceva sentire bene come quando ero con... lui. Nulla era paragonabile a quando tornavo a casa stanco e lo trovavo con le braccia aperte ad aspettarmi sorridente.

-finalmente incontrerò mio padre, forse è antipatico o magari non mi vuole più- la sua gamba iniziò a tremare. Ci pogiai la mano su e massaggiai lentamente

-e se invece fosse una brava persona, felice di rivedere il suo adorato figlio che aspetta da anni?- lo confortai, lui rimase un momento in silenzio.

-Kat, ho due domande da farti. Che non riesco a spiegarmi da tanto tempo-

-dimmi pure- controllai il navigatore e proseguì dritto

-quel giorno, sai, quando avevo deciso di... Come hai fatto a prendermi in tempo? Come lo sapevi? E seconda cosa, come conoscevi quella canzone?-

-anche io volevo parlartene. Volevo chiederti scusa, per averti trascurato in quel periodo, ma non stavo bene. Uraraka mi ha sempre fatto stare male e non volevo contagiarti con questo mio "mal umore". Per questo sono stato più distante. Io non sono mai stato bene con lei, te ne avevo già parlato- l'altro annuì

-comunque, non ti ricordi tempo fa, ti avevo detto che avevo delle telecamere in casa. Ti ho sempre guardato, avvolte quando ero a lavoro e volevo sapere come stessi. Quel giorno ero in ospedale da Sero, mi ero assicurato che stesse bene e dopo aver preso il telefono e aver sentito le parole della ragazza sonl corso da te. Fortunatamente ho fatto in tempo- gli accarezzai il viso

-per la seconda domanda, beh non ho avuto nememno io una vita splendida. L'avevo sentita da ragazzo e mi aveva accompagnati per alcuni anni ma ora sto meglio-

-avvolte mi dispiace averti dato tanto fastidio. Mi chiedo come tu abbia trovato tanto coraggio da ospitare uno aconosciuto in casa tua. Se devo essere sincero, io, non lo avrei mai fatto- si legò i capelli con un codino

-Non dire queste cose nemmeno per scherzo. Non mi hai mai dato fastidio, anzi, mi hai sempre aiutato nei momenti difficili. Quando non riuscivo a scrivere, con la mia ragazza, hai badato alla mia casa quando ero via, a me quando ero malato malato e tanto altro. Ma più importante di tutti, mi hai aperto la porta di casa con un sorriso tutti i giorni- gli spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio

-riguardo il secondo punto. Mia madre mi disse di non lasciar morire nemmeno una rosa difronte a me. E questa, non potevo farmela scappare, ero così annoiato che sei stato la mia luce. Una nuova avventura che si è trasformata in qualcosa di più, non me lo sarei mai immaginato-

-nemmeno io- mi diede un bacio sulla guancia e si asciugò le lacrime

-ora che l'azienda è fallita vorrei dedicarmi alla scrittura. E tu? Cosa farai ora? Non mi sembri il tipo che vive sulle spalle di un'altra persona-  sottolineai

-ho trovato una passione. Per quanto ora ci si aspetterebbe da me che diventi un grande stilista. Ho capito di essermi innamorato della botanica! Voglio coltivare e tagliare piante di tutti i tipi. Le adoro, il loro profumo, le loro forme spesso stravaganti. Si, è questo quello che voglio fare- sognava  guardando il cielo

-Sono fiero di te Eijiro ma ora è meglio se dormi, ci vuole ancora tempo e ieri notte non hai chiuso occhio per l'emozione. Inoltre se fai così mi distrai e facciamo un incidente- gli diedi altri baci

-hai ragione- si strofinò gli occhi e si rannicchiò sul sedile

Il viaggio, però, continuò tra me e le mie ansie.

Happy Sugar Life KIRIBAKU Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora