8 gennaio
Quando il campanello suonò e la porta si spalancò quasi si poterono udire dei tuoi e vedere dei lampi dietro la figura della ragazza.
Uraraka Ochaco, la tipica figlia di papà. Viziata, menefreghista e con un sorrisetto falso che adornava sempre il suo viso. Sinceramente non era una tipa intelligente, aveva un atteggiamento superficiale ed era davvero tanto antipatica.
Non lavorava nè studiava, il papino le pagava tutto, specialmente gli esami dell'università per cui gli altri comuni mortali si spaccavano il culo. Avrebbe ereditato l'azienda di suo padre e poi sarebbe diventata un influencer. Però nemmeno esteticamente era proprio bella, secondo me.
Aveva i capelli marroni tagliati a caschetto, le unghie lunghe sette km, sempre truccata, e portava vestitini attillati, collane, orecchini ecc.
Però il tasto più dolente era proprio il suo essere difficile da trattare. Ma per cinquantamila yen in più sulla mia busta paga questo e anche altro. Tanto non parlavo nemmeno troppo quando ero con lei.
Mi sentivo un po' come una bambola. Mostravo il mio faccino più carino e lei mi teneva con se. Poi quando si sarebbe stancata, avrebbe trovato un giocattolo migliore e in fine mi avrebbe lasciato finalmente libero.
-Kat Katttt!! Mi sei mancato tanto! Che peccato che non ci siamo visti proprio. Che regalo mi hai fatto per Natale???- la voce stridula si fece strada nelle mie orecchie e i miei denti si strinsero formando quel suono molto fastidioso.
-tesoro, te lo vado a prendere subito- avrei voluto chiederle che regalo avesse fatto lei a me. Ma no, tutto era dovuto solo a lei.
Le avevo preso degli orecchini di perle con il bordino alla base in oro.
-awww amore! Non dovevi, come facevi a sapere che era proprio quello che volevo?- si strusciava sul mio petto come una gatta morta e provava a baciarmi, con i gioielli ancora tra le mani.
Me lo chiese come se non mi avesse minacciato di farmi perdere il lavoro se non glieli avessi comprati. Maledetto il giorno in cui mi vide.
-intuito- risposi girandole le spalle e tornando in cucina dove sorrisi alla vista di Eijiro che spolverava.
Mi lanciò uno sguardo interrogativo che evitai con un gesto della mano.
-Amore dove vai? Oh finalmente ti sei deciso a prendere un domestico. Non capisco perchè spezzarsi le unghie- si guardava le mani piene di brillantini.
-te l'ho già detto. È un mio caro amico- alzò lo sguardo l'altro tendendo la mano alla ragazza
-piacere Eijiro- sorrise in maniera gentile
-scusami non stringo la mano a chi ritengo inferiore. Inoltre ho appena messo una crema per renderle morbide- Oh Kat ancora queste spregevoli rose, sai che il mio fiore preferito è la margherita!- ma come riusciva a dire delle cose tanto brutte? Non me lo spiegavo. Essere inferiore? Ma chi era lei per giudicare poi?
Prontamente il rosso rispose
-Scusa, è la mia pianta e gradirei se non la toccassi. Presto me ne andrò e la porterò con me. Fidati, non ti daremo più fastidio- prese i fiori pogiati sull'uscio della porta-finestra e li posizionò fuori.-è proprio ora di uscire. Vero Tesoro?- le pogiai le mani salle spalle prima che potesse dire altro. Presi al volo i nostri cappotti e uscimmo di casa. Prima di chiudere la porta, con lo sguardo, salutai Eijiro.
-lo hai visto come mi ha guardato?! È stato cattivo con me! Licenzialo! Non voglio che sia tuo amico- annuì anche se non stavo ascoltando. Avevo come spento le orecchie.
-Eijiro è un nome che mi suona familiare, ma non mi sembra di averlo sentito di recente. Mi sembra come una stella spenta, io sono splendente a confronto suo. Mille volte meglio! Dovresti essere solo amica mia! Comunque passiamo dal negozio di scarpe? Dovresti essere più partecipe e proporre qualcosa anche tu- ma come si spegneva?
-Si chiamano Nane Brune, stelle che non sono mai riuscite a formarsi, troppo piccole per poter far innescare reazioni chimiche da farle brillare- pensandoci forse Eijiro era proprio così.
Uraraka aveva ragione.
Lui poteva diventare luminoso, ma non ci riusciva, per il suo essere piccolo. Chissà se un giorno splenderà di luce propria.Mi sarebbe piaciuto creare un personaggio con quel carattere nella mia storia.
-Come stanno i tuoi genitori? Bene? Mi fa piacere. Entriamo qui!- mi tira un braccio e mi butta in un negozio
Questa cretina non si ricordava nemmeno che mia madre era morta anni fa! E si, glielo avevo detto. Ma a quanto pare bastava che io fossi sorridente no? Manco mi aveva chiesto come stavo.
-vai ancora in palestra? Dovresti andarci di più, ti voglio più muscoloso. Altrimenti non ti darò mai più nemmeno un bacino. ODDIO guarda quella com'è vestita! Hahaha- ridacchiava
Ma chi ti vuole, pensavo tra me e me. Ci mancava solo il body shaming. Avrei potuto fare un elenco di tutti i suoi difetti.
Qualcosa si ruppe dentro me, sentì un crack. Non mi sentivo bene, volevo tornare a casa, a letto. E dormire senza pensare a niente.
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Happy Sugar Life KIRIBAKU
FanfictionBakugo vive la sua vita normalmente, sembra non gli manchi nulla. La casa, gli amici, la fidanzata e un lavoro... ma dentro sente ancora un vuoto. Potrà trovare qualcosa che sconvolgerà la propria vita proprio ai suoi piedi? ⚠️ATTENZIONE⚠️ Boyxboy ...