Speravo che tutta questa situazione rendesse taciturno Dustin, invece era in vena di dare domande sulle condizioni della mia faccia.
"Quindi come te lo sei fatto quello?" e indica il taglio.
"Sono scivolata dalle scale, Dustin." rispondo continuando a guardare fuori dal finestrino.
"Casa tua deve avere delle scale veramente cattive, Mayfield." sussurra Robin, sporgendosi da dietro verso il sedile del passeggero per cercare di guardare meglio.
-Non è stupida.-
"Sembrano i segni che aveva Steve quando faceva a botte." dice Dustin.
"E' meglio di ciò che sembra e non è per niente così. Chiuso il discorso."
-Dustin ha praticamente capito cos'è successo ma non vuole dirlo.-
Steve mi lancia un'occhiata e capisce subito che ho bisogno di una mano.
"Ragazzi quindi cosa facciamo non appena arriviamo? Ci fiondiamo in casa di Rick senza un piano?" si volta di nuovo verso di me e mi fa l'occhiolino.
"No, dobbiamo avvicinarci con calma, sarà spaventato." risponde Dustin e sembra che si sia già dimenticato delle condizioni della mia faccia perché ricomincia a parlare del caso Munson.Arriviamo a Lover's Lake verso sera. Steve parcheggia l'auto nel vialetto e scendiamo, Dustin distribuisce una torcia ad ognuno di noi.
"Ma quante ne hai?" lo prende in giro Steve, il ragazzino gli fa una linguaccia in risposta.
Mi avvio verso il porticato della casa in legno. È malandata, non sembra nemmeno abitata a giudicare dalle condizioni dell'esterno e dei vetri, sbricio a una delle finestre e ne ho la conferma: è sporca, piena di polvere e in disordine.
"Penso ci vivano solo i procioni qui." riferisco agli altri.
"Eddie!" urla Dustin mentre suona il campanello e picchia la mano sulla porta d'ingresso, "Eddie sono Dustin! Voglio solo parlarti!"
"Shh! Vuoi piantarla di urlare?! Non è qui!" sussurra Steve.
"Ragazzi?" Robin richiama la nostra attenzione su un capanno poco lontano dalla casa. È una rimessa per barche, anche quella in condizioni disastrose ma decidiamo di dare un'occhiata.
"Io vi faccio da palo, nel caso in cui scappasse dalla casa mentre siamo tutti dentro, voi entrate." decido.
"Okay."
Entrano nella rimessa uno alla volta, lasciando la porta aperta. Dopo poco sento di nuovo Dustin e Steve bisticciare. Sorrido.
"C'era qualcuno qui." sento dire da Robin.
Mi affaccio alla porta per guardare all'interno del capanno e in quell'istante qualcosa afferra Steve e lo trascina violentemente contro una delle pareti. Tutti ci spaventiamo e urliamo.
"Eddie! Fermo!" urla Dustin.
Ed eccolo: Eddie ha una bottiglia rotta in mano e la sta poggiando sul collo del ragazzo tenendolo per il colletto della giacca. Io entro nel capanno e mi fermo a qualche metro di distanza dai due, Dustin e Robin sono dall'altra parte. Siamo in una posizione di stallo, dobbiamo essere cauti perché essendo spaventato non abbiamo idea di cosa potrebbe fare.
"Eddie! Sono io. Dustin."
Eddie si volta per guardare in ragazzino, i suoi occhi passano veloci su me e Robin per poi tornare sul suo ostaggio.
"Lui è Steve. Non ti farà del male, giusto Steve?" continua Dustin tenendo le braccia allungate di fronte a sé, i palmi delle mani bene in vista.
"Giusto, sì." cerca di rispondere Steve, tendendo il collo il più possibile per allontanarsi dall'arma.
"Steve, molla quel remo."
Il ragazzo ubbidisce ma il remo cade a terra con un tonfo provocando maggiore tensione, Eddie avvicina ancora di più la bottiglia al collo di Steve.
-Ti prego, non lo fare.-
"Cosa ci fate qui?" chiede velocemente Eddie.
"Cercavamo te." risponde Dustin.
"Per aiutare." faccio eco io.
"Sono miei amici: conosci Robin, della banda, e Meg che siede sempre al tavolo dell'Hellfire con noi." Dustin ci indica quando fa il nostro nome, poi continua: "Siamo dalla tua parte, lo giuro su mia madre!"
"Sì, sì, sulla mamma di Dustin." facciamo coro noi, anche Steve con un filo di voce.
Dopo un attimo che sembra infinito Eddie abbassa l'arma e lascia il colletto del ragazzo, andandosi a sedere in un angolo del capanno. Steve si accuccia dall'altro lato e si cinge il collo, cammino velocemente per andare da lui a controllare che stia bene.
Dustin si avvicina molto lentamente al ragazzo riccio che nel mentre ha iniziato a tremare. Si accuccia di fronte a lui.
"Vogliamo solo parlare, sapere cosa è successo."
"Non mi credereste." risponde piangendo.
"Provaci." lo esorto mentre finisco di controllare che il collo di Steve non abbia tagli.
"Chrissy era nella mia roulotte.", poi si zittisce e mi guarda: ho le braccia incrociate e mi alzo in piedi accanto a Steve.
-Okay, sentiamo perché se la stesse facendo con la Cunningham ieri sera.-
Noto che anche Steve e Robin guardano verso di me mentre Dustin è confuso e osserva tutti noi senza capire minimamente che cosa sta succedendo.
"No, te lo posso giurare non è quello che sembra." continua a guardarmi, sembra supplicare, "Non era in casa mia per fare roba, te lo giuro."
"Magari doveva solo cambiarsi la maglia." attacco.
-Non mi interessa degli altri che ci ascoltano, sono arrabbiata.-
"Uuh." sussurra Steve sgranando gli occhi e guardando altrove.
"No, due giorni fa mi ha chiesto della droga. Parlava di perdere la testa e che le serviva qualcosa che la distraesse dagli incubi."
"Chrissy Cunningham che si droga? La reginetta della scuola? Quella Chrissy?" chiedo scettica.
"Te lo giuro: quella Chrissy. Sono andato in camera per prenderle la droga, lei è rimasta vicino all'entrata, quando sono tornato era come sotto una specie di trance. D'un tratto il suo corpo è stato sollevato in aria e ho sentito le sue ossa spezzarsi. I suoi occhi, era come se ci fosse qualcosa nella sua testa che li tirasse verso l'interno. È stato orribile. Poi è caduta sul pavimento." ricomincia a tremare, "E io, beh, sono fuggito. Non sapevo che cosa fare." abbassa lo sguardo.
-O è un attore da Oscar, oppure ci sta davvero dicendo la verità.-
"Mi credete pazzo, vero?" continua.
"No, non ti crediamo pazzo." gli risponde Dustin.
"Non prendermi per il culo! So che cosa sembra..."
"Ti crediamo, non ti prendiamo per il culo." lo interrompo ma cerco di usare un tono più accondiscendente rispetto a prima, "ciò che stiamo per dirti potrebbe sembrare un po' difficile da mandare giù."
"Ok." d'un tratto è incuriosito e alza lo sguardo.
"Sai quando dicono che Hawking è maledetta?" continua Dustin, "Beh, non sono così fuori strada: c'è un altro mondo nascosto sotto la città, a volte capita che si infiltri nel nostro. I mostri di questo mondo li credevamo svaniti ma a volte tornano."
"E se sono tornati dobbiamo assolutamente saperlo." concludo, "Hai notato qualche particolare quella sera? Particelle scure? Qualcosa che sembra quasi polvere?"
"No, non c'era niente che io potessi vedere o toccare. Era come se lei fosse in trance vi ripeto, io ho provato a svegliarla ma non si muoveva."
"O forse era sotto un sortilegio." rispondo.
"Più una maledizione." continua Eddie.
"La maledizione di Vecna." dice infine Dustin.Restiamo in silenzio per qualche minuto, lasciando ad Eddie il tempo di elaborare tutto. I ragazzi sono seduti sulla barca e discutono su quale sarà la nostra prossima mossa, Eddie invece è ancora seduto e poggiato contro la parete di legno mentre fissa il vuoto. La bottiglia rotta è sempre di fianco a lui. Sposto l'arma con il piede e gli siedo accanto, tengo le gambe contro il petto.
"Hei." approccio sottovoce.
"Ciao principessa." mi tende la mano e gliela stringo, infilando le mie dita tra le sue, "Che ti è successo al naso?" e poggia l'altra mano sulla mia guancia, avvicinandosi per osservare meglio la ferita.
-Mi è mancato il suo tocco.-
"Billy. Ha visto il mio collo."
-Non voglio dargli un'altra preoccupazione, ma tanto lo avrebbe scoperto comunque.-
"Mi dispiace. Tantissimo. Giuro che se esco da questa situazione io..."
"Non fa niente, Eddie, non potevi saperlo." cerco di calmarlo.
Poggia la sua fronte contro la mia e chiude gli occhi.
"Che situazione del cazzo."
"Puoi dirlo forte, Munson."
"Un momento!" la voce di Dustin è squillante, ci fissa ed è in piedi sulla barca, "Mi state dicendo che voi due ora state... insieme?!"
"Sei stato proprio un idiota a non essertene accorto finora." gli risponde Eddie, ed è la prima volta che lo vedo accennare un sorriso.
"Okay ragazzi, è ora di andare." Steve batte le mani per richiamare l'attenzione, "Torneremo domani pomeriggio per portarti qualcosa da mangiare. Fino ad allora: resta nascosto qui e non fare rumore."
Steve, Robin e Dustin vanno verso la porta del capanno, io ed Eddie ci alziamo in piedi. Mi abbraccia forte, non appena si stacca lo bacio per salutarlo.
"Sicuro che non vuoi che io resti?"
"Devi tornare a casa. E devi anche disinfettarti la ferita, chissà quanta polvere c'è qui." ha un tono dolce, sorride e ricambia il mio bacio.
"Bleah!" sento da Dustin.
"Zitto Henderson, e piantala di fare il guardone." lo scherza Eddie.
Mi volto e sono tutti e tre sulla soglia che ci fissano: Robin sorride emozionata, Dustin è schifato mentre Steve ha la sua solita aria da mamma preoccupata.
"Ciao principessa, ci vediamo domani. Mi trovi qui."
Usciamo dal capanno e chiudiamo la porta, poi torniamo in macchina diretti verso le nostre rispettive case. Sono l'ultima che Steve riaccompagna a casa, mi lascia in fondo alla via come al solito.
"Abbiamo constatato che non è stato lui, ma stacci comunque attenta Meg." mi dice mentre apro la portiera, "Se ti spezzasse il cuore non potrei sopportarlo."
"Va bene, mamma."
"E non chiamarmi così!" mi rimprovera mentre scendo dall'auto, poi si ferma ad osservarmi, "Meg, il tuo naso sanguina."
"Oh, merda." lo pulisco con la manica della felpa, non ho nient'altro, "Da quando Billy mi ha colpita a volte succede, penso mi ci voglia ancora un po' di tempo per guarire completamente."

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𝐻𝑒'𝑠 𝐽𝑢𝑠𝑡 𝑎 𝑓𝑟𝑒𝑎𝑘 // 𝗘𝗱𝗱𝗶𝗲 𝗠𝘂𝗻𝘀𝗼𝗻
FanficA quasi un anno dall'incendio dello Starcourt Mall, io e il mio fratellastro torniamo a Hawking e cerchiamo di riprendere in mano le redini della nostra vita. Finalmente rivedo i miei più cari amici e conosco anche uno strano ragazzo di nome Eddie...