Vorrei inizialmente parlare di me.
Mi chiamo Shakira De Fonnollosa e ho 16 anni compiuti. Si, avete capito bene.
Il mio cognome è De Fonnollosa, esattamente come quello di uno dei rapinatori più famosi della Spagna e forse anche del mondo. Vi sto parlando di Andres De Fonnollosa e, in questo caso evidenzio con orgoglio che lui è mio padre. Con lui ho un rapporto davvero unico ma c è solo un problema... prima di me, mia mamma ha avuto un figlio biondo con occhi azzurri di nome Rafael.
Lui sarebbe davvero il mio contrario era nerd e amava continuamente studiare specialmente greco e latino per tutto il giorno. Io al contrario sono una ragazza ribelle, con un ottimo senso dell umorismo, brava praticamente a fare tutto e la musica e il ballo sono la mia vita. Non vivrei un istante senza ascoltare nemmeno per un minuto la musica, specialmente quella latina e americana, dato che sono il mio stile di musica preferita. Un giorno, dal nulla mentre stavo disegnando, entrarono i miei genitori nella mia stanza informandomi che sarebbero mancati qualche settimana perché dovevano andare in Grecia, dove Rafael ha appena ricevuto la borsa di studio. Non mi sorprende il fatto che mio fratello vinca sempre diplomi e borse di studio dato che nel suo collage è il primo della classe. Però c è un solo problema... i miei mi dissero che io avrei dovuto restare a casa perché avrei dovuto andare a scuola. Non ne potevo più. Non sopporto l idea di andare a scuola, dato che non sono il tipo di persona che adora studiare e specialmente perché non sopporto la mia classe, perché loro trovano sempre il modo di prendersi gioco di me per via delle mie insicurezze e della mia timidezza. In poche parole non sono il tipo di ragazza che ama socializzare, anzi, al contrario io penso che restare soli a volte aiuta molto in qualunque momento. Però, tralasciando il fatto che i miei genitori partiranno domani e quindi io resterò da sola per almeno due settimane chiesi a mia madre se potevo andare in corea del sud da una mia amica e restare da lei fino al loro ritorno. Per fortuna loro accettarono e mi lasciarono partire per la corea da y/n, la mia amica coreana d infanzia. Partirò domani stesso. Quindi preparai le valigie e contattai la mia amica informarla del mio arrivo.
Senza rendermi conto, appena toccai il cuscino crollai in un sonno molto pesante e mi svegliai la mattina seguente alle 8 con il suono della sveglia assordante che mi fischiava nelle orecchie. Che fastidio. Mi alzai e mi dirissi in cucina per fare colazione e notai che ero sola a casa, e c era un silenzio che anche solo il battito d ala di una farfalla farebbe rumore. I miei genitori erano partiti mentre io dormivo e appena mi avvicinai al frigo ci trovai attaccato sopra un biglietto di mia madre con scritto su "tesoro, noi siamo già partiti mentre tu dormivi e quindi non volevo svegliarti. Andiamo in Grecia per il grande successo di tuo fratello e torniamo tra due settimane. Divertiti in corea e mi raccomando avvisa per qualunque cosa accada. Ti vogliamo bene shay.
Mamma.❤"
"Ottimo" pensai tra me e me. Non solo vanno in Grecia senza di me ma evidenziano anche il fatto che mio fratello sia migliore di me, e questa cosa mi da un fastidio tramendo.
Feci colazione al volo e mentre controllai se avevo preso tutto mi dimissioni alla porta d ingresso e una volta uscita dalla mia villa intensamente enorme chiusi la porta dall esterno e mi dirissi all autobus che mi avrebbe portato all aeroporto dove mi attendeva il mio aereo. Arrivai alla fermata con 10 minuti di anticipo e ne approfittai per mettere le cuffiette e ascoltare la mia musica preferita. Arrivò il bus e ci salii andando verso gli ultimi posti e mettendomi comoda dato che non c'era un anima viva apparte me e il conduttore. Scesi un ora dopo e mi diressi all aeroporto mostrando il passaporto e i documenti di mio padre ritenendo all hostess che ero sua figlia. Lei mi accolse e mi fece accomodare sulla panchina lì vicino in attesa dell Arrivo dell aereo. Decisi di passare un po di tempo su instagram quando, dal nulla, mi si avvicinò un uomo con il completo elegante e che non sembrava affatto italiano. In effetti avevo ragione. Era sud coreano. Per un attimo non ci feci molto caso e voltandomi verso di lui per educazione lì rivolsi un leggero sorriso per poi ricoconcentrarmi sul telefono. Fino a quando mi venne in mente la sensazione come se mi sentivo osservata, e.. avevo ragione!quel tipo mi stava fissando con uno sguardo abbastanza da maniaco come se avesse qualcosa da chiedermi. Lo guardai appena con la coda dell occhio e per un attimo sussultai per la paura. Questo tizio che non ho la minima idea di chi sia oppure di cosa voglia da me mi sta fissando a pochi centimetri dal mio viso, così rivolsi lo sguardo interrogativo verso di lui e domandai se aveva bisogno di sapere un informazione. Lui sorrise alla mia domanda apparente ingenua e aprì la sua valigia che portava con lui rivelando così somme di denaro coreano chiamate won. Io subito lo squadrai da capo a piedi e affermai di essere miliardaria e che non avevo bisogno di chiedere soldi a qualcuno. Lui rise di gusto di certo per la mia battuta che in realtà non dovrebbe far ridere dato che è la verità e prese due cartoncini, uno rosso e uno blu, rivelando che non aveva cattive intenzioni e che voleva solo fare un gioco coreano chiamato ddakji. Io per un attimo esitai ma, siccome sono il tipo di persona che odia essere sfidata accettai la sfida e ci alzammo in piedi. Lui mi spiegò le regole e disse che se ribaltavo il suo cartoncino mi avrebbe regalato una sorpresa, in caso contrario mi avrebbe tirato uno schiaffo. Che dire, amo le sorprese quindi accettai e lui mi propose i cartoncini facendomi scegliere tra due possibili scelte: rosso o blu. Ero davvero indecisa, vorrei scegliere il rosso perché è il mio colore preferito ma ho paura che non porti molta fortuna. Quindi scelsi il blu e lui poggiò il suo cartoncino rosso a terra e mi sfidò che non sarei stata capace a girare il suo. Io mi innervosii a vista d occhio e lanciai il cartoncino blu con abbastanza forza da far spostare appena quello rosso posto a terra da quell uomo misterioso e, per un attimo rimasi delusa dalle mie aspettative. Non appena toccò a lui con un solo colpo ribaltò il cartoncino blu e mi guardò con un ghigno di vittoria abbastanza divertito. Lui aspettò che io gli regalassi qualcosa di mio e indicò subito che voleva uno dei miei braccialetti. Io esitai aggrottando le sopracciglia e diventai così carina e adorabile che lui mi sorrise quasi da farmi bollire il sangue nelle vene. Io mi rifiutai di regalare uno dei miei bracciali e così lui disse subito che potevo pagare in un altro modo. Io sussultai e indietreggiai spaventata pensando che voleva essere ripagato stuprandomi. Lo fissai a lungo con i miei occhi color azzurro come il cielo continuavo a indietreggiare con la speranza di stare abbastanza lontana da lui. Lui se la rise di gusto e fece un passo avanti per cercare di convincermi che non ha cattive intenzioni e che non intende farmi nulla. Io lo guardai confusa ma non feci nemmeno in tempo a rendermi conto della situazione che subito mi tirò uno schiaffo abbastanza leggero in modo da non farmi male dato che ero una ragazzina. Io lo guardai spaventata portandomi una mano sulla guancia e chiedendomi il perché volesse proprio me. "Visto che non vuoi regalarmi il tuo braccialetto perché credo che tu ci sia legata per un tuo motivo personale, non voglio obbligarti. Però facciamo finta che ogni schiaffo che ricevi vale un tuo braccialetto" affermò con il solito sorrisetto da ebete che in fondo attira molto la mia attenzione. Vedendo che non riceverà una risposta, raccolse il cartoncino blu e porgendomelo davanti disse tutto d un fiato" vuoi riprovare?" Mi chiese con uno sguardo tenero che quasi non riuscii a rifiutare. Presi il cartoncino e tirai ancora, ma, fallì ancora nell intento di essere più brava di lui, e come prima mi tirò ancora un altro schiaffo che mi fece perdere la pazienza, e, al prossimo tentativo lanciai il mio cartoncino con tutta la mia forza e... o mio dio... non ci credo!ce l ho fatta!!" SII!" urlai così forte che tutti nella metro si girarono a guardarci. Tutta fiera mi me stessa andai verso l uomo che mi ha sfidato con l intento di prenderlo a schiaffi per vendicarmi dell umiliazione subita. Ma appena alzai la mano all altezza del suo viso lui mi bloccò d improvviso e mi porse uno strano biglietto da visita che aveva quasi il colore dell oro mischiato a un marroncino tipico per un pezzo di carta. "Secondo me saresti perfetta per unirti a noi con altri giochi." Mi disse lui a pochi centimetri dal mio viso che quasi sentivo le sue labbra toccarmi la pelle "che cosa intendi per altri giochi?" Chiesi io ormai catturata dalle sue parole "intendo che se accetti l invito e ti unisci, ti accoglieremo molto volentieri... spero di ritrovarti nei giochi, comunque congratulazioni piccola, non me l aspettavo da te che riuscivi a battermi" io non dissi nulla. I miei occhi parlavano al posto mio. Mi sedetti sulla panchina dietro di me ancora incredula da quello subito poco fa, che decisi di lasciar perdere il telefono e cercare di capire che cosa voleva dirmi prima quel tipo prima di scomparire nel nulla come un fantasma. Mi raggirai tra le mani quel biglietto osservando le tre figure impresse sopra: cerchio, triangolo, quadrato, mentre sul retro mi ritrovai il numero che mi è stato detto di chiamare. Mi dirissi di nuovo a casa visto che per colpa di quell uomo ho perso l aereo e quindi decisi di restare a casa mia e aspettare il tempo che scorreva nel grande pendolo antico di mio nonno che faceva schioccare le sue lancette con un rumore abbastanza lento, e che creava nell intera stanza una tensione che si poteva tagliare con un coltello. Per un attimo non ci pensai a ciò che mi è accaduto in metro e diedi la colpa alla mia immaginazione e cercando di auto convincermi che era tutto un sogno, peccato però che non lo era e che quel biglietto misterioso era davvero tra le mie mani. Per semplice curiosità decisi di chiamare il numero scritto dietro e iniziai a digitare i pochi numeri sulla tastiera del telefono: 8650 4006. "Giuro che se è uno scherzo lo ammazzo quello str-" i miei pensieri furono interrotti da pochi squilli e subito dopo una voce maschile abbastanza cupa che a malapena riuscivo a capire cosa diceva.
"Vuoi partecipare al gioco? Se vuole dire si, per favore mi indichi nome, cognome, data di nascita e luogo dove abita e verremo subito a prenderti." Disse la voce dall altro lato del telefono che attendeva con pazienza la mia risposta.
Non ebbi altra scelta. Presi un respiro profondo e subito presi parola a quella conversazione"mi chiamo Shakira de fonnollosa, ho 15 anni, sono per metà italiana ma dalle origini spagnole, sono nata il 15/05/07 a Madrid ed è anche la residenza dove abito." Dissi aspettando che quel ragazzo parlasse ancora. Lo chiamo così perché dalla voce che mi risulta secondo me è molto giovane. Lui attese un attimo prima di continuare "a mezzanotte. Esci fuori casa e aspettaci. passeremo a prenderti." vorrei aggiungere qualcos altro ma non ne sentivo il bisogno, quindi mi limitai ad annuire e chiudere la chiamata. Provai a dormire nell attesa, ma non riuscii nemmeno a chiudere un occhio. Quelle parole così fredde e cupe mi erano rimaste in testa e se provavo a chiudere anche solo un secondo gli occhi mi sembrava di sentire ancora quella voce.
Erano le 23:50, decisi di indossare un jeans strappato aderente e indossai una felpa bianca con una farfalla azzurra impressa sopra, abbastanza larga giusto per creare uno stile casual e ci abbinai le air Force 1 bianche come la felpa. Presi il telefono, e anche un piccolo coltellino svizzero dalla cucina perché non ci si deve mai fidare di questo tipo di persone e non so cosa potrebbe accadere. Andai dove mi era stato detto e a 00:00 in punto venni accecata dalle luci di un var nero con i vetri oscurati e quindi si vedeva a malapena chi guidava. Appena si fermò proprio davanti a me, lo stesso ragazzo alla guida aprì il finestrino e teneva in mano una specie di cartella clinica." Sei tu Shakira de fonnollosa?"Mi domandò scrutandomi da capo a piedi fino ad arrivare a fissarmi negli occhi color ghiaccio. Io annuì imbarazzata e lui chiese ancora" parola d ordine?" Io per un attimo me l ero dimenticata per via dell ansia ma infine ricordai e avvicinandomi al finestrino per guardare meglio la guardia con la maschera con sopra un cerchio domandai incerta" un due tre stella?" Per un attimo caló un silenzio tanto che mi fece pensare di aver sbagliato ma subito dopo mi resi conto che non è così, perché aprì lo sportello e mi invitò ad entrare. Una volta seduta all interno provai a guardarmi intorno per poi notare che c erano delle persone arrivate prima di me che dormivano. "Mi scusi... ma tra quanto arriveremo a destinazione nel luogo dove si dovrebbe giocare?" Non mi diede nemmeno il tempo di continuare che dal soffitto del var uscì fuori un fumo con un narcotico in grado di farmi addormentare e non vedere quello che faranno all arrivo. Per un attimo vedi tutto sfocato, infine mi persi nel buio più totale.
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The Game Of Death🥀
General Fiction[ COMPLETATA] leggete questa storia se anche voi avete sempre sognato un finale da favola visto con gli occhi azzurri di una 16enne pazza per amore...tanto che da compiere una follia solo per seguire il suo sogno di essere amata come nelle favole 💫...