20. Scintille di speranza

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Misi piede fuori da quel ufficio ancora con le lacrime pungenti come le spine di una rosa per via della disperazione e delusione nei confronti della mia famiglia. Non me lo sarei mai aspettata. Io sono qui per mani dei miei genitori. Come è potuto accadere? Ho notato solo ora che mia madre ha dei difetti. Ma dopotutto, se ami una rosa, ami anche le sue spine. Io vorrei solo qualcuno che mi apprezzi davvero, visto che ormai il mio migliore amico è tra le braccia del paradiso. E io non posso fare niente per farlo tornare. Arrabbiarmi ora non serve a niente. Perché non mi farà mai più tornare i miei amici in vita. Ormai è andata così. Non mi sono mai sentita così imponente davanti a loro. Hanno previsto ogni mia singola mossa. Come se il mio destino fosse segnato su un pezzo di carta. Come se tutto fosse scritto nel death note usando al posto dell inchiostro nero come la pece,il sangue di chi è stato vittima in questo inferno. Sentivo le lacrime bruciarmi il viso, per tutte le volte che ho pianto mi si sono formate anche le cicatrici sul volto. È come se tutto il mondo indossasse una maschera. Dietro la quale nasconde i veri sentimenti. E, credetemi, è difficile riconoscere le vere emozioni se vengono coperte dalla verità. Sono come delle ferite profonde. Puoi curarle. Ma nessuno dice che non ci lasceranno il segno del taglio. Mi sentivo sconfitta. È come se il mio cuore si fosse frantumato come una scultura di cristallo. Non riuscivo ancora ad accettare la verità. I miei genitori mi hanno mentito per tutta la vita. Anche se dovrei perdonarli perché sono le persone che mi hanno messo al mondo, questo non posso perdonarlo. Ora basta. Io ho dei limiti. E loro hanno superato il confine. Sono stanca. Stanca di tutto. Vorrei solo addormentarmi e dimenticare tutta questa storia. Ma purtroppo è una cosa che non posso permettermi. Mi dirissi verso il dormitorio con passo trascinato. Ma sentivo qualcuno che mi seguiva. Alzai il passo. Ero completamente sola in quel posto, apparte le guardie e il mio cosiddetto zio adottivo. ma per il resto non c'era un anima viva. Senza nemmeno accorgermene mi presero di forza e mi caricarono in quel furgone drogandomi ancora una volta. Provai a ribellarmi. Ma ogni tentativo era inutile. " Non potete trattarmi a vosto piacimento!io non sono un giocattolo rotto, che potete spostarmi come volete!" Il triangolo mi rispose sospirando e cercava di tenermi ferma sul sedile. " com'è possibile che non sei svenuta? Dovresti essere sotto effetto del narcotico. " Mi rispose in quasi una minaccia continuando a stringermi il polso. "Cosa volete farmi? Volete uccidermi? State ben sicuri che appena esco da qui vado subito a denunciarvi maledetti bastardi!" Urlai con tutto il fiato che avevo in gola. "Stai zitta. Tu prova solo ad aprire bocca e sei morta " Mi sussurrò a denti stretti sibilando tutto il veleno che aveva in quel cuore di pietra. Attesi in silenzio la fine del "viaggio" e senza nemmeno rendermi conto mi gettarono fuori dal furgone facendomi cadere in ginocchio e causandomi dei piccoli lividi su di esso. "Addio. E non contattarci mai più. " Mi rispose il quadrato sbattendo lo sportello e facendo partire a tutta velocità verso la nave con cui eravamo arrivati. Sentivo un forte mal di testa. Quasi insopportabile. Provai ad alzarmi, ma notai che ero legata. Ma questa volta....non c'era sang-woo a slegarmi. Scoppiai a piangere in silenzio. Ho perso una parte della mia vita. E non perdonerò mai per ciò che hanno fatto. Mi hanno rovinato la vita. Togliendomi le persone a cui ho cuore. Mentre piangevo, un ragazzo molto giovane mi si avvicinò e mi slegò le corde tagliandole con un coltello svizzero tascabile. "Hey...perché sei legata? Che è successo?" Io mi ascugai le lacrime e lo ringraziai abbaracciandolo. "Grazie di avermi salvato...ho tanta paura " "ci sono io...dimmi tutto " "mi hanno rapita...drogata, svestita mentre ero svenuta, portato in un posto strano e torturato con torture fisiche e psicologiche..." Dissi senza emozioni e fissando un punto indefinito del marciapiede. "Dopo cosa è successo?" Mi chiese con tono preoccupato ma allo stesso tempo molto spaventato "io...non riesco a ricordarmi...sono quasi morta e mi hanno anche salvato...uccidendo il mio migliore amico e mettendo il suo cuore nel mio petto...sono ancora traumatizzata..." Lui rimase a bocca aperta. Non ci credeva. " cos è non mi credi? Guarda tu stesso " Dissi mostrando le cicatrici dell operazione e tutti i lividi causati. Lui accarezzò con delicatezza la cicatrice e incredulo della mia avventura mortale vissuta in quel posto. "Scusami..ora devo andare...non mi è permesso parlare di questo..." Dissi con sguardo ferito più del mio petto. "No...aspetta..parlane. ti farebbe bene. " "no...nemmeno ti conosco...grazie di avermi liberato...ma..non posso dire nulla " Dissi alzandomi e chiudendo il cancello della mia villa. Andai in camera mia. I miei genitori ancora non erano tornati. Afferrai un quadro con una foto di me e samuel e ci piansi sopra per ore, fino a stancarmi e addormentarmi priva di forze. "Vorrei tutto questo fosse solo un incubo " Detto ciò crollai in un sonno profondo e con le lacrime agli occhi.

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