24. La fine di una vita dolorosa

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Ancora sofferenze. Groppo in gola. Lacrime agli occhi. Sangue sulle mani e sulla coscienza. Desidero tutto questo non sia reale. Desidero sia tutto un sogno. Ma purtroppo non si può fuggire da un incubo. Le paure sono come un ombra. Ti seguono ovunque vai. E non c'è modo di sfuggire da loro, visto che copiono tutto ciò che fai. È come uno specchio riflesso visto con gli occhi della realtà. La paura di morire è come un mostro nell armadio visto dai bambini nel buio totale. E di solito loro chiamano le proprie madri...ma qui...ora non ci chiama più nessuno...ero ancora tra le braccia di Gong yoo, il mio viso che arrivava appena sulla sua spalla. Lui mi prese in braccio come se fossi piccola e indifesa. Mi strinsi ancora di più attorno al suo collo. Potevo sentire il suo buonissimo profumo alla brezza marina mischiato al mio giglio blu del Nilo.
Unimmo le nostre labbra ancora in un bacio che mi trasmetteva sicurezza. Fin quando mi sentii strana. Il dolore al petto era tornato. Anche se ora nel mio petto batteva il cuore di qualcun altro il dolore non si era placato. Mi venne un forte mal di testa. Mi staccai dal bacio piuttosto dolorante e lo guardai ansimando e sussurrando a bassa voce per via della debolezza. Lui mi fece scendere e mi guardò preoccupato mentre mi accarezzava il viso con il pollice. "Che hai piccola? Non ti senti bene?" Io negai e mi ascugai una lacrima che bruciava sul mio viso pallido come un raggio di luna. Non mi sono mai sentita così...sento come se dovesse succedere qualcosa di inaspettato, qualcosa che cambierà il destino di tutti I presenti qui dentro. Ho paura per la mia stessa vita. Per tutto questi giorni non ho fatto altro che fingere che tutto vada bene. Ho sempre portato avanti la falsa di sorridere e fingermi felice..ma tutti sapevano che non era così...persino la me stessa che cercava di afferrare la mia mano per evitare di farmi cadere nel vuoto più doloroso...quello del passato. Ho sempre finto un falso sorriso dipinto di ogni colore sul mio viso. Ho ancora il ricordo del dolore che ho passato in questo inferno. Le cicatrici sono le uniche che ti accompagnano sempre. Magari le cicatrici possono guarire, ma non possono scomparire come se nulla fosse. A malapena riuscivo a parlare...sento come se avessi le vertigini e il fiato spezzarsi come in un battito di ciglia. Tutte le persone che amavo ora mi hanno abbandonato. Sono come una rosa in un prato ricco di un verde intenso, prima è bella e colorata, con quel colore rosso sangue. Proprio come il sangue versato in questo maledetto posto. La rosa più bella è sempre circondata di petali colorati che la rendono meravigliosa, ma, quando arriva il suo momento, perde tutti i petali uno a uno. Fino a rimanere completamente spoglia. Facendola sembrare triste e sola agli occhi del mondo. Non avevo più nessuno...se non lui...è stato l unico a capirmi e amarmi nonostante tutti I miei difetti. La perfezione non esiste. È come cercare un punto bianco in uno sfondo nero. Puoi cercare anche per giorni. Ma non riuscirai mai a trovarlo. Anche la natura ha difetti, esattamente come tutti i viventi. Solo noi possiamo essere dipendenti da noi stessi per distinguerci tra miliardi di persone. Sentivo come se mi stessi spegnendo completamente. Più i secondi passano e più mi sento diversa.
"Gong yoo...devo chiederti un favore...devi uccidermi. Ti prego. Fallo per me. " Lui sbarrò gli occhi e mi guardò incredulo "Shakira...non posso farti del male. Non posso permettermi di farti soffrire. Ho fatto una promessa. Non ti farò mai del male." Mi rispose lui preoccupato ma con tono serio, come se mi stesse rimproverando, ma io non mi arresi. Mostrai le cicatrici che avevo sul petto, con le lacrime che scendevano dai miei occhi blu. I suoi occhi divennero immediatamente lucidi. Era come se si sentisse in colpa perché io soffrivo. "Non immagini quanto soffro a vedermi in questo stato. Oltre al dolore fisico fa male anche quello psicologico di vedermi tagliata in questo modo. Per favore...se devo morire...voglio morire qui come un eroina, ed essere ricordata da tutti. Non voglio morire rinchiusa in quattro mura bianche di un ospedale, piena di tubi e farmaci. Ti prego...devi uccidermi...te lo chiedo in ginocchio. Fallo gong yoo...non ho paura di sentire dolore. Anzi...posso tornare da samuel, da ji-yeong, da sae byeok, da gi-hun, da sang-woo...per favore...spara." "scusami...non odiarmi...ti amo..." mi puntò la pistola in testa. Sono pronta a morire come una leggenda. E non come una semplice malata di cuore. Chiusi gli occhi. Aspettando il proiettile freddo come il ghiaccio togliermi la vita. Strinsi i pugni talmente forte che mi lasciai il segno delle unghie incise nel palmo della mano. Lui chiuse gli occhi e sospirando per trattenere le lacrime poggiò il dito sul grilletto e mi guardò dritta negli occhi. "Scusami ancora..." poi uno sparo.
Boom...
Non sentii dolore. Non vidi il sangue scorrere. Aprii gli occhi e vidi che ero ancora viva. Alzai lo sguardo e lo vidi in lacrime poggiato con le mani sul muro. Non l avevo mai visto in queste condizioni. Nessuna guardia ha mai pianto per qualcuno in questo posto. Ma credo che mi sbagliavo. Perché vedo che lui ci tiene moltissimo a me. "N-non posso...non posso farlo...non voglio ucciderti...morirei al solo pensiero di farti soffrire...perdonami piccola...ma non posso " disse piangendo mentre si inginocchiò alla mia altezza e mi abbracciò stretta piangendo sulla mia spalla. Restammo così ancora un po. Sentivo le sue lacrime pungenti cadere sulla mia schiena. Erano lacrime fragili, ma allo stesso tempo forti come la verità. "Non lasciarmi...resta con me. Se tu muori...muoio anche io con te. " disse ad un tratto alzando la testa e cominciò ad accarezzare il mio viso ricoperto da una maschera di lacrime. Uscimmo da quella stanza e andammo in bagno per prendere un po d aria, fin quando lui non cambiò strada e andò nell altro corridoio "devo parlare un attimo con il mio capo. Vai in bagno. Ti raggiungo dopo" io annuì dolcemente e andai dalla parte opposta. Ma appena girai l angolo mi sentii tirare per il polso. Pensavo fosse gong yoo...ma non era così. Mi ritrovai davanti un quadrato. Ma non uno come tanti altri. Era il quadrato fidato del frontman. Colui che mi ha rapito direttamente da casa mia, puntato una pistola in testa, sbattuto con forza nel furgone e portato ancora in questo posto. "Finalmente ti ho trovato. Ora non mi scappi più. Ho sentito la conversazione che hai avuto con quella guardia in quella stanza. E devo farti sapere, che il mio migliore amico è morto per colpa tua. È stato ucciso nel parco giochi quando ti ha violentata solo per farti capire la lezione. Ora è morto. Solo per colpa tua. E ora ne paghi le conseguenze...provando lo stesso dolore che ha provato lui. Versando il suo sangue in quel fottuto parco. Ora non avrò pietà di te. Ti ammazzo senza rancori, perché voglio farti provare ciò che ha provato lui" mi sentivo gelare il sangue. Tutta la tensione nella stanza si era trasformata in aria gelida. Fin quando uno sparo mi fece sobbalzare. Facendomi ritrovare in un lago di sangue.

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