Dopo un po’, Alex e Cosmary decisero che era il momento di tornare a casa. Il primo si congedò da Christian per il momento, mentre la ragazza scese le scale per uscire. Non sembrava la tipa da salutare quando se ne andava, o quando arrivava, se era per questo; quindi, né Mattia né Christian ci badarono.
Alla fine, Alex uscì dalla stanza dopo quattro minuti circa, essendosi del tutto scordato di doversene andare. Salutò con la mano e corse fuori, sapendo che, se non si fosse dato una mossa, gli sarebbe toccato passare diversi altri minuti a cercare di raggiungere una Cosmary vagabonda.
In piedi accanto al letto del moro, Mattia lanciò un’occhiata alla porta aperta che dava sul corridoio.
“Il tuo amico ti somiglia un sacco.”
“Per niente”, ribatté, seduto dritto nel letto. “È un po’ più… stronzo, per non dire di peggio.” Ridacchiò e si stropicciò stancamente il viso.
Il suono della risata di Christian fece voltare di nuovo il biondo verso di lui. Era una reazione che non si aspettava minimamente, ma mascherò la propria sorpresa e riuscì solo a dire “Capisco.”
Il moro fissò l’altro ragazzo, quasi meravigliato. “Perché stai in piedi? Siediti.” Diede una pacca energica allo spazio vuoto accanto a sé.
“No, va bene così. In realtà stavo pensando di andarmene presto anche io-”
“Cosa? Perché?” La delusione nella sua voce era evidente. “Sei qui solo da mezz’ora, tipo.”
Il biondo si grattò la testa. “In realtà, sono passate più di tre ore.”
“È la stessa cosa!” si spostò più vicino al ragazzo, restando seduto a letto. “Ho parlato con Alex per quasi tutto il tempo, quindi non conta.”
“Cos’è che non conta?” fece un impercettibile passo indietro.
“Le tre ore!” Stava diventando frustrato. “Adesso non riesco più a misurare bene nemmeno il tempo, se non te ne sei accorto. A volte tre ore sembrano sette ore. Ma tre ore possono anche sembrare sette minuti. Potrò anche non essere più sveglio come una volta, ma la regola ‘quando ci si diverte il tempo vola’ per me vale ancora, perfino oggi.”
“Quindi… Tre ore non sono niente.” Borbottò il biondo.
“Esatto!” Gli occhi di Christian si illuminarono di nuovo.
Il ragazzo evitò di guardarli. “Capisco, ma devo andare comunque.” Evitò proprio di guardarlo. “Se dipendesse da me, resterei. È solo che ho una faccenda di cui occuparmi, ma domani mi assicurerò di farti visita.”
L’altro non fiatò. Strinse le labbra in una linea sottile e ricadde nel letto. Probabilmente aveva mille cose da dire, ma le tenne a bada e invece si girò su un fianco, dando le spalle a Mattia.
Era stranito. Mattia non aveva idea che il moro fosse il tipo da mettere il broncio per un nonnulla. Si guardò intorno accigliato, e immaginò che fosse meglio levare le tende.
“Ci… Vediamo domani.”
“Rivuoi indietro la sciarpa?” La domanda arrivò come un fulmine a ciel sereno. Nonostante gliel’avesse chiesto lui, il ragazzo teneva ben stretta la sciarpa.
Mattia lo guardò e si allacciò la giacca. “Sì… La rivoglio.”
Costernato, Christian si alzò a sedere e lentamente si portò la mano al collo per sfilare quel pezzo di stoffa calda. Si prese il suo tempo: il pensiero di toglierla lo stava uccidendo più in fretta della malattia.
“…Ma voglio anche che tu te la tenga stretta.”
Per il moro quelle parole furono un tale shock che si fermò a guardare l’altro ragazzo. Le sue mani si tesero, si rilassarono, e rimasero appoggiate sul suo collo. “Davvero?”
“Sì.” riuscì a tirare fuori un lievissimo sorriso. “Per favore, tienitela cara, Chri.”
In quel momento, si voltò e si allontanò, sentendo che non sarebbe riuscito ad andarsene se fosse rimasto nella stanza un solo secondo di più.
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in another life
FanfictionDormire non era più facile come prima, Christian lo sapeva, e ora lo sapeva anche Mattia. [1° in #zenzonelli- 3/8/22] [1° in #lgbt- 4/8/22] DISCLAIMER Questa storia non è mia, ma è una traduzione dell'inglese di un'altra, proveniente da un altro fan...