I titoli di coda si riflettevano negli occhi di Mattia, scorrendo sullo schermo del suo portatile.
Tornando a sedere, allungò una mano e mise in pausa il film sullo schermo.
“Quindi, com’è stato guardarlo per la millesima volta?” C’era quasi un accenno di sarcasmo nella sua voce.
Sdraiato accanto a lui, un Christian dal pallore spettrale sorrise.
“… Bello…” Il moro si rilassò e affondò la testa nel cuscino. Guardò verso il biondo. Gli ci volle un momento per concentrare lo sguardo su di lui.
Avvicinando a sé il computer, Mattia fece scorrere il dito sul touchpad. Controllò lo schermo in basso a destra. 19 gennaio, 18:40.
Il biondo indossò un’espressione solenne e chiuse il portatile. Si spostò e si drizzò a sedere contro la testata del letto, poi guardò l’altro ragazzo.
I suoi occhi stanchi erano fissi su di lui. Aveva un grande sorriso.
Costringendosi a sorridere a sua volta, il biondo inclinò leggermente la testa.
“Perché stai sorridendo?” Allungò una mano a toccare la fronte di Christian. Era fresco sotto il suo tocco- più freddo della maggior parte delle persone. Il biondo fu veloce a ritirare la mano, ma riuscì a farlo con discrezione.
Ci volle un momento perché il moro rispondesse, ma dopo un po’, riuscì a tirare fuori qualche parola.
“… Grazie…”
“Non ti preoccupare.” Le sue labbra si curvarono in un sorriso goffo. “So che sei un appassionato di quel film.” Dicendo questo abbassò lo sguardo su Christian, e presto lo distolse. Qualcosa gli suggeriva che quelle parole non si riferissero al film, ma soffocò quel pensiero.
Si girò per raggiungere la scatola di Mikado sul comodino. La aprì e ne tirò fuori uno.
“Ne vuoi uno?”
Il moro annuì e gli tese il braccio tremante. Il biondo glielo mise tra le dita, ed il ragazzo ritrasse la mano per tenere stretto a sé il biscotto. Con qualche difficoltà lo avvicinò al naso e inspirò il profumo di fragola, poi lasciò ricadere il braccio. Toccò leggermente il dolcetto, se lo rigirò tra le dita tremolanti, e lo esaminò, ma non lo mangiò mai.
Mattia riappoggiò la scatola sul comodino e sbuffò lievemente.
“Sembra che tu ti sia affezionato più a quel Mikado che a me…”
Il moro alzò lo sguardo, sorpreso, e lo riabbassò sullo snack che aveva tra le mani. Ci volle tempo perché le parole del biondo lo raggiungessero, ma quando finalmente lo fecero, la sua faccia si illuminò e scoppiò a ridere.
Era il suono più debole che avesse mai sentito.
“Ah, finalmente ho detto qualcosa di divertente.” ridacchiò insieme al moro, incrociando le braccia. “Te l’avevo detto che anch’io ogni tanto ho i miei momenti.”
La risata di Christian si affievolì e lui chiuse gli occhi.
“Ra… ramente…”
“Dammi tregua.” La risata di Mattia si trascinò per qualche secondo prima che anche lui si zittisse.
Rimasero in silenzio in compagnia l’uno dell’altro prima che il moro parlasse, e la sua voce non era altro che un mero sussurro.
“Matti…”
Il ragazzo lo guardò.
“M-hm?”
Christian deglutì pesantemente e giocherellò con il Mikado che aveva in mano.
“Chiedi… mi p… Perché Cloud Atlas… mi piace così tanto.”
Perplesso, il biondo concentrò tutta la sua attenzione su di lui.
“D’accordo, allora… Chri, perché ti piace così tanto Cloud Atlas?” Lo osservò attentamente, curioso di scoprire quale sarebbe stata la sua risposta.
Scrutando Mattia con occhi impazienti, come se gli avesse posto quella domanda di sua spontanea volontà, il moro rispose felice.
“B… Beh, hai… Presente quando nel f-film… I… Personaggi muoiono in una certa vita?” Tenne i suoi stanchi occhi verdi sul biondo, aspettando un suo cenno. Quando annuì, continuò. “E-ecco… Mi piace quando… S-si ritrovano di nuovo… In un’altra vita.”
La voce di Christian era lieve e miserabile, priva di forza. Ma mentre parlava della sua scena preferita, il biondo percepiva una sensazione potente provenire da lui… Una sensazione che prima non c’era.
Una sensazione di speranza.
“M-mi fa… Pensare che a-avrò un’altra vita… Oltre questa… Una migliore… D… Dove posso davvero svegliarmi al tuo fianco… e stare con t… te…” Un sorriso giocò sulle sue labbra, esili e pallide. “Una in cui… Possiamo… Vivere una v… vita normale invece di… Questa.”
In quel momento Mattia non riusciva a trovare nessuna parola per rispondergli. Fissò l’altro ragazzo e poté solo annuire per qualsiasi cosa fosse quella che stava approvando. Si sentiva come se tutta l’aria gli fosse stata spremuta fuori dal corpo dalle parole del ragazzo.
Tra tutte le cose che il moro più amava del film, Mattia non avrebbe mai pensato che si trattasse di quella.
Forzando un sorriso infelice, il biondo si strofinò bruscamente il palmo con il pollice.
“Sai… Mi piacerebbe. Molto.” Parlò dolcemente.
“Anche a me…” Gli occhi di Christian non si staccavano mai dai suoi. Lo fissava assorto e osservava ogni sua mossa, al punto da catturare l’attenzione del biondo.
“Perché mi guardi così?” I suoi occhi color celeste incontrarono quelli smeraldo.
Sebbene la domanda fosse stata posta chiaramente, il moro non emise un suono, né si mosse. Invece insistette a fissare il ragazzo con aria speranzosa.
Dopo quelli che gli parvero i dieci secondi più lunghi della sua vita, un improvviso brivido corse lungo la schiena di Mattia, facendogli venire la pelle d’oca. Trattenne il respiro, poi chiese di nuovo.
“Christian… Perché mi guardi così?” Si sforzò con ogni fibra del suo essere di non far tremare la sua voce.
Fu allora che il ragazzo batté le palpebre, rendendosi conto della situazione, e, lentamente ma con sicurezza, mosse le labbra per parlare.
“Solo… Perché…” Il suo tono sembrava quasi sorpreso. “Non volevo… Che andassi via. A volte quando… batto gli occhi… tu non ci sei più…” il moro si stropicciò un occhio, poi l’altro, e si lasciò ricadere le mani lungo i fianchi.
Il biondo cercò di nascondere il suo cipiglio. Abbassò lo sguardo sulle mani del moro. Erano magre e ossute, e riusciva a vedere le piccole vene blu arricciate intorno alle sue ossa sotto la carne.
Allungò una mano e prese quella di Christian nella sua.
La reazione automatica del ragazzo a quel calore fu di stringere le dita intorno alla presa di Mattia. Lo guardò ed espirò lentamente dal naso.
Il biondo incontrò il suo sguardo, poi abbassò gli occhi.
“Non preoccuparti. Sono ancora qui.”
Il moro annuì debolmente contro il cuscino.
“Anch’io sono… Ancora qui…” La sua voce era ancora più sottile di prima, se possibile.
Il biondo annuì insieme a lui.
“Sì. Anche tu sei ancora qui…”
Con la poca forza che gli restava, Christian sorrise raggiante.
Mattia avrebbe voluto poter fare lo stesso.

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in another life
FanfictionDormire non era più facile come prima, Christian lo sapeva, e ora lo sapeva anche Mattia. [1° in #zenzonelli- 3/8/22] [1° in #lgbt- 4/8/22] DISCLAIMER Questa storia non è mia, ma è una traduzione dell'inglese di un'altra, proveniente da un altro fan...