9

2K 134 14
                                    

~ È in arrivo, forse domani stesso, il capitolo 10!

"Mi serviva qualcuno che sapesse mettere in ordine, io riesco solo a generare caos sugli scaffali!" Mi sorride giocando con il piercing sotto al labbro inferiore.

"Beh, ammetto che non è stato facile." Devo dire che Stash è proprio come si descrive: un generatore di caos. Ho passato l'intera serata a riordinare sugli scaffali i cd che aveva sparpagliato per tutto il negozio.

Scoppia a ridere ed incrocia le mani come se mi stesse pregando. "Grazie, grazie davvero Mia."

"Grazie a te per avermi dato quest'opportunità."

Controlla l'orario sul desktop del computer sopra al banco e mi saluta. "Hai finito per oggi, puoi andare. Ci vediamo domani mattina, ok?" Fa un altro dei suoi sorrisi a trentasei denti.

"Perfetto. A domani!" Esco dal negozio correndo per non perdere la metro. Devo arrivare a casa prima che Aria torni dal lavoro e non mi trovi ai fornelli.

Scendo dalla metro e, camminando, noto la presenza persistente di un'auto. Ogni volta che percorro una via, questa macchina scura si piazza alla fine della strada per poi sparire quando cambio direzione e ricomparire quando ne raggiungo un'altra. È inquietante. Non ho paura fin quando non arrivo nel parcheggio di casa mia. Qui non ci sono persone e i lampioni scarseggiano. Corro verso il portone. Una volta nel palazzo, mi volto per vedere se l'auto ci sia ancora ma sembra essersi volatilizzata.
Sono sicura di averla già vista, ma non ricordo dove.

Sicuramente deve essere la mia immaginazione e il fatto che non mi sono ancora abituata all'ambiente di una città così grande, così caotica come Roma. Devo stare tranquilla, perciò provo a non pensarci più e la serata passa velocemente. Io ed Aria, dopo cena, restiamo a parlare del più e del meno. Mi racconta del suo lavoro, che fare la giornalista le impegna molto tempo, che negli uffici ci sono persone con molta più esperienza di lei ma nonostante ciò il suo redattore è ugualmente orgoglioso del suo lavoro. Io evito di parlarle di Mattia, di ciò che è successo ultimamente, ma soprattutto non apro bocca riguardo al mio "primo" lavoro.

"Vado a dormire." Dico mentre appoggio il mio bicchiere sul lavandino.

"Buonanotte." Aria mi stampa un bacio sulla guancia.

Mi stendo sul letto e mi avvolgo fra le lenzuola, dal piano sottostante provengono dei rumori, riconosco il fruscio dell'acqua sul lavandino, le ante aprirsi e chiudersi più volte, ed infine la TV accendersi.
Non riesco ad addormentarmi e, fra un sorso d'acqua e l'altro, mi ritrovo a pensare a Mattia.
Ormai sono due giorni che sconta la sua sospensione. Se non erro, dopo domani dovrebbe ricominciare a frequentare le lezioni.
Spero per lui che riesca a mettere la testa a posto, che riesca a capire quanto sia importante Amici e il suo seguito.

Spengo la sveglia che mi martella un timpano. Apro gli occhi svogliatamente e in poco tempo sono già pronta per iniziare la giornata. Sono le sette e venti, ho ben due ore per preparare la colazione, andare a fare un po' di spesa e raggiungere il negozio di Stash.

Aria ieri notte si è addormentata sul divano con la TV accesa. Ormai è un'abitudine. Provo a non svegliarla prima che lo faccia la sveglia del suo cellulare e in qualche modo ci riesco.
Le lascio la colazione sul tavolo prima di uscire casa.
Mi fermo proprio davanti al portone del condominio, con una mano fermo un post-it contro muro per scrivere l'ultima cosa da aggiungere alla lista della spesa.

"Buongiorno." Salto appena vedo con la coda dell'occhio un cappello puntato sulla mia tempia. Mattia mi stampa un bacio sulla guancia e sorride.

"Prima o poi mi farai morire!" Gli urlo.

"Te sei svegliata male pure sta mattina? Te devo portà' a prende 'na camomilla?"

Faccio un lungo respiro. "Mattia, caro Mattia, non mi serve una camomilla, mi serve che tu non mi faccia prendere un colpo ogni santa volta che esco di casa."

"Come sei esagerata!"

"Che ci fai sotto al palazzo dove vivo?"

"Stavo facendo un giro, passavo di qui e.."

"E hai pensato di venirmi a dare il buongiorno, vero?"

Annuisce sorridendo. "In realtà non è solo questo."

"Cos'altro? Sentiamo."

"I tipi della redazione mi hanno chiamato e hanno detto di volermi parlare. Probabilmente mi faranno ricominciare le lezioni oggi pomeriggio o domani."

"Davvero? Ti hanno detto così?" La mia felicità è rappresentata da un sorriso immenso.

"No.. Ma è quello che penso." Ammette in modo deciso. Ecco come Mattia Briga fa cadere le braccia alle persone.

"Ah.." Non so più che dirgli. Provo a emettere qualche parola ma poi lascio stare. È così sicuro di sé.

Fa per abbracciarmi, non gliela do vinta, mi sposto e continuo a leggere la lista della spesa per controllare che non manchi niente. Rialzando lo sguardo, i miei occhi finiscono sulla macchina nera di Mattia. È un'Alfa. Rabbrividisco al solo pensiero che mi stia seguendo.

Sono indecisa se fargli la domanda o tacere, ma prima che io possa ragionare, il mio istinto spinge le mie parole fuori dalle labbra. "Dimmi la verità, eri tu, ieri, sull'auto?"

Inarca un sopracciglio. "De che stai a parla'?"

"Ieri sera c'era un auto che mi seguiva, era un'Alfa nera, come la tua."

Sembra cadere dalle nuvole. "Non so di che parli, davvero."

"Mattia.." Lo avverto.

"Ti ho detto che non sono stato io, non so chi possa essere stato, ma ti assicuro che non c'entro." Il suo sguardo accigliato dirà il vero?

Sospiro.

"Va bene." Dico guardandolo fisso negli occhi anche se, in realtà, non sono molto convinta delle sue parole.

Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora