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Scendo le scale di corsa, passo uno sguardo veloce su Aria che dorme sul divano. Tra me e me maledico anche lei per essere stata a lavoro fino a tardi ieri sera. La maledirò a voce, invece, se verrò a scoprire che lei e quell'idiota erano d'accordo.
Faccio un lungo respiro, attendendo che l'ossigeno raggiunga ogni parte del mio cervello ancora offuscata. Decido di darmi un obiettivo: iniziare la giornata come se nulla fosse accaduto. D'altronde non vale la pena rovinarsi l'unica mattina senza pioggia della settimana.

"Signorina?" Ripete nuovamente il cassiere aspettando che svuoti la mia busta della spesa sulla pedana scorrevole. Dalla sua faccia adirata posso intuire che non è la prima volta che richiama la mia attenzione. Mi volto leggermente per guardare oltre alle mie spalle. Una fila non indifferente mi fissa innervosita, aspettando una mia mossa.

"S-sì, mi scusi."

Posiziono sulla pedana tutte le mie compere alla massima velocità permessa dalle mie braccia e pago.

"Arrivederci." Saluto, uscendo dal supermercato a passo veloce in balia della vergogna. Ecco. L'ennesima figura di merda. Ancora una volta mi ritrovo ad essere immersa nei pensieri, pensieri futili, per niente d'aiuto. Ognuno di essi mi riporta a Mattia, e ciò non va bene.

Circa un'ora fa mi sono data un obiettivo, ma ancora una volta la mia mente subdola non mi consente di raggiungerlo. Se solo non L'avessi mai incontrato, tutto questo non sarebbe successo. Sbando. Sbando in continuazione da quando quel ragazzo, quasi sempre serio, che se ride, lo fa solo in modo grossolano, con lo scopo di irritarmi, è entrato nella mia vita, o meglio, nel mio appartamento.

Più che accaldata dalla rabbia, lo sono per i ricordi che mi riportano a questa mattina. Alla colazione a letto..e tutto il resto. Insomma, al suo modo scorretto di abbindolarmi. Al mio modo ingenuo di esserci cascata, anche solo per un istante.
Ad ogni modo ho avuto l'ennesima conferma che mi vuole usare per ottenere un tetto invece che il cielo notturno, un letto anziché un divano, una buona cena al posto del solito aperitivo offerto dal bar del suo amico Marco. Ecco a cosa gli servo. Poi, una volta riammesso ad Amici, per lui sarò solo l'ingenua proprietaria dell'appartamento in cui ha alloggiato durante la sospensione.
No, grazie.

Cammino sul ciglio del marciapiede, osservando gli impiegati del comune che agganciano le ultime luminarie da una parte all'altra della strada. Il negozio di fronte al lampione su cui stanno legando la luminaria è quello di Stash. Nonostante sia domenica le luci sono accese, e, oltre la vetrina intravedo una scala. Incuriosita mi permetto di entrare.

"Permesso?" Chiedo a bassa voce.

Appena Stash esce da dietro una porta, il suo sorriso emerge. Oggi indossa un paio di jeans neri, attillati, come al solito, sopra ai quali cade una maglia bianca su cui è raffigurato il simbolo dei Pink Floyd, e un giubbetto di pelle color nero, ricamato da numerose borchie all'altezza delle spalle. Mi chiedo se indossi mai qualcosa di più.. comodo?

"Di nuovo azzurri?" Chiedo, indicando le sue iridi ricoperte dalle lenti a contatto.

Dopo una breve risata annuisce. "Quest'aria pungente mi ha fatto venire voglia di neve, e questo celeste chiaro mi ricorda molto il ghiaccio dei fiocchi di cristallo che si disegnano. Hai presente?" Fa una breve pausa, "Mi sento a mio agio in questo periodo dell'anno con le lenti color ghiaccio, mi sembra di essere totalmente assorto nel clima natalizio." Sorride, gesticolando parecchie volte.

Cerca di spiegarmi le sue ragioni, ma per quanto gli possano star bene queste lenti, secondo me è proprio il colore caldo dei suoi occhi marroni a rappresentare alla perfezione l'aria natalizia. Il legno che arde sul camino, circondato dalle fiamme, mentre tutt'intorno una famiglia numerosa cena. I grandi parlano del più e del meno, i bimbi invece danno loro un tempo, una sorta di cronometro: passata una certa ora, si scartano i regali.

A proposito di regali, fra due giorni sarà la Vigilia e io non ho ancora comprato qualcosa ad Aria. Ma ancor più strano della mia sbadataggine, è non aver sentito lei parlare di feste o inviti a casa di qualche amico o collega. Aria è solita, ogni Natale, andare a festeggiare in compagnia, fuori casa.

Stash, trascinando una scala, cattura la mia attenzione. "Potresti tenermi un secondo questo?"

Mi mette fra le mani una martello, esce dal negozio ed apre la scala davanti alla vetrina. Mi fa cenno di raggiungerlo. "Sto preparando qualcosa per Natale, l'anno scorso avevo fatto travestire Daniele da Santa Clous, ma quest'anno ha l'edicola e non mi sembra il caso." Mi trasmette una risata. "Secondo te andrebbe bene se mettessi delle luci colorate tutt'intorno alla cornice della vetrina?"

Provo ad immaginare come sarebbe la vetrina circondata da tante luci di colore diverso. Gioiosa. Sì. Sarebbe gioiosa e calda.

"Sarebbe perfetto." Annuisco.

"Ottimo allora! Se mi lasci il martello, inizio a metterle su."

"Ti serve una mano?" Chiedo, passandogli l'attrezzo.

"In realtà tra poco arriverà Daniele perciò puoi stare tranquilla." Sale sulla scala e porta la lunga fila di lampadine all'estremità della vetrina.

"Continuo il mio giro allora." Dico, sorridendo.

"Buona domenica, ci vediamo domani." Mi fa segno di saluto con la mano.

Mi volto per andarmene ma mi invita a voltarmi verso di lui, nuovamente. "Ah, dimenticavo..".

"Cosa?" Gli domando curiosa.

"Quel Mattia? Te ne sei più sbarazzata?"

Al suono di quel nome per poco il cuore non mi salta in gola. Maledirei anche Stash se non fosse il mio capo. Sospiro, capendo che la sua domanda è lecita data l'ultima conversazione che abbiamo avuto l'altro giorno. Prima di rispondere ci penso un momento.

"Sì." Più o meno.

Dopo le mie ultime parole di questa mattina dovrebbe essersene andato.. Spero.

Stash mi manda un sorriso di consolazione. "A domani!"

"A domani." Rispondo, iniziando a camminare verso il centro commerciale più vicino. Credo che regalerò un vestito ad Aria, uno di quelli che potrà portare anche a Capodanno, almeno quest'ultimo giorno del 2014 non potrà lamentarsi di non avere un vestito adatto.

Ne trovo uno rosso, carino, non troppo appariscente e sbarazzino ma nemmeno troppo elegante. Ha le maniche trasparenti con qualche ricamo in pizzo, la gonna termina appena sopra alle ginocchia, e proprio sull'attaccatura che unisce la vita e la gonna c'è un bel fiocco in vista, per nulla pacchiano però. Inoltre, quando lo indosserà, la sua schiena rimarrà scoperta, data la scollatura per nulla indifferente sulla parte posteriore dell'abito.

Una volta salita in autobus, un messaggio di Stash causa un lieve tremolio al mio cellulare.

"Con Daniele abbiamo deciso di organizzare una di quelle serate di cui di avevo parlato, a tema napoletano.. La faremo il giorno della Vigilia, tu e la tua coinquilina ci sarete?"

Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora