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Mi giro di scatto. Il cuore mi pulsa in gola.
C'è qualcuno seduto sulla panchina dall'altra parte della strada. Vedo una sagoma ma non riesco a riconoscere chi sia. Maledico il lampione fulminato al lato della panchina.

Sono impietrita quando la sagoma scura si alza in piedi.
Le mie gambe sono immobili, tremolanti. I brividi mi percorrono la schiena.

Sta avanzando verso di me, e io ho paura ma non riesco a muovermi.
Il cappuccio gli copre i capelli. La sua presenza è inquietante tanto come il suo modo di camminare. Barcolla, è totalmente ubriaco. È esattamente a due metri da me.
L'unica cosa che mi viene istintiva da fare è coprirmi il viso con le braccia, come una protezione.

"Mia.."

Il cuore si ferma.

"Mattia?" Sono allibita.

"Te prego aiutami.." Appoggia una mano sulla mia spalla, sembra che le sue gambe siano instabili, barcollanti.

Lo lascio appoggiarsi su di me. Sa di alcool, di nuovo.

Sospiro.

Lo aiuto a salire le scale e prego che non si addormenti da un momento all'altro. Giro la chiave sulla serratura sopportando tutto il suo peso sulla spalla destra.

"Sdraiati." Gli indico il divano. Fa come gli dico mentre vado a riporre le chiavi nell'apposito cassetto sotto alla TV. Dopo essermi assicurata che non abbia centrato il pavimento, salgo di corsa in camera a prendere la coperta. Quando gliela stendo sopra, apre lentamente gli occhi. Gli ho appena girato le spalle, pronta a lasciarlo solo.
Con una spiegazione a suo modo, mi invita a prestargli attenzione.

"Hanno visto l'articolo in cui so' mezzo sbronzo.. Quello su internet.."

Inarco un sopracciglio.

"Quelli della redazione.. Me prolungano la sospensione fino alla fine delle vacanze de Natale."

Resto a secco di parole. Sono dispiaciuta ma allo stesso tempo arrabbiata. Non gli rispondo. Spengo la luce del salotto ed entro in cucina.

"C'è Mattia (Briga) a casa nostra. Sta dormendo. Quando entri non fare rumore. Ti aspetto per cena."

Come previsto, dopo cinque minuti il portone si apre. Lancio un'occhiataccia ad Aria che esulta con dei sibili.

"Pensavo stessi scherzando quando mi hai detto che c'era Briga!"

"Shhh. Parla a bassa voce, Aria!" La rimprovero. Non voglio che Mattia si svegli. L'unica cosa che voglio è che domani mattina lasci questa casa. Devo evitare che scopra che ho un lavoro, ma soprattutto non posso permettere che continui ad ubriacarsi e scarichi e suoi problemi dentro questo appartamento. Cavolo, non ha una casa?

-

Spengo la suoneria del cellulare allungando una mano sul comodino.
Controllo il display "Stash."
Sbarro gli occhi. Ho chiuso la chiamata al mio datore di lavoro. Che stupida!
Mi vesto frettolosamente e riavvio la telefonata con Stash facendo attenzione a non svegliare nessuno mentre scendo le scale per arrivare in cucina.

Sta notte mi sono alzata alle due per andare a controllare se Mattia dormisse o se si stesse scolando l'unica bottiglia di liquore che abbiamo in casa. Ronfava. Me ne sono tornata a dormire.

Con una mano tengo il cellulare, con l'altra butto due cucchiai di zucchero nella teiera.

"Mia! Buon giorno!" Mi dice Stash dall'altra parte della cornetta.

"Scusami se non ti ho chiuso la chiamata prima ma avevo scambiato la suoneria per la sveglia.."

La sua risata mi costringe ad allontanare il cellulare dall'orecchio. "Stai tranquilla, mi serve solo sapere se puoi passare a ritirare un pacco di giornali?

"Giornali?"

"Sì, ho pensato che sarebbe carino iniziare a vendere anche qualche giornale di musica per ragazzi, che ne so, qualche rivista che parla dei cantanti nel momento o cose del genere."

"In effetti è una bella idea. Dimmi solo dove devo andare a ritirarli."

"Prendi nota.."

"Dammi due secondi che prendo qualcosa su cui scrivere." Prendo un tovagliolo e recupero una penna da un cassetto.

Aziono il viva voce. "Ci sei?", mi chiede Stash.

"Sì, puoi andare."

Mi detta il nome dell'edicola e mi spiega che il proprietario è un suo coinquilino.

"Sei pronta per una nuova giornata di lavoro?"

"Prontissima." Rido.

"Ti aspetto alla solita ora qui, in negozio."

"A dopo!"

Chiudo la chiamata e verso il tè su due tazze.
Devo sbrigarmi se voglio arrivare in tempo al negozio dopo essere passata a prendere i giornali. Ma come faccio a chiedere a Mattia di andarsene così presto senza che scopra che devo andare a lavorare? Potrei dirgli che devo andare a fare la spesa, ma poi si offrirebbe sicuramente di accompagnarmi.
E se insistesse per restare ancora qui? Pure peggio.

"Da quanto lavori?"

Merda.

Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora