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"Sono molto felice che Mattia sia qui," la donna mi dedica un sorriso sincero, "con te."

Rispondo al suo sorriso.
Se solo sapesse..

Si alza dalla sedia e si muove per la cucina. Dovrebbe darmi fastidio il fatto che una mezza sconosciuta giri per la mia cucina come se fosse sua, eppure lei lo fa con un eleganza e un rispetto tali da farmi rimanere cauta. È una mamma, una mamma in tutto e per tutto.

"Mia, hai ancora fame?" Mi chiede raggiungendo una sedia.

"Uhm, veramente no." Ammetto.

"Sei sicura? Ho portato un dolce, è uno dei preferiti di Mattia."

Evito di sollevare lo sguardo su Mattia, seduto affianco a me. Non ha aperto bocca da quando siamo seduti, la vergogna verso ciò che ha fatto è presente sul suo viso, ed accentuata dal suo comportamento. Sarei divertita a negargli una fetta di dolce, ma d'altro canto non vorrei che sua madre ci rimanesse male.

"Okay, una fetta l'accetto volentieri."

Alla mia risposta mi accorgo che sul suo volto è sorto un mezzo sorriso, scuoto la testa alzando gli occhi al cielo. Sapeva che non avrei mai detto "no" per rispetto a sua madre.

"Eccolo!" Con un sorriso radiante alza in aria il vassoio su cui è adagiato il dolce. Prima di servirci un tortino al cioccolato, si occupa lei di prendere i cucchiaini, i patti, tutto il necessario. È paradossale, mi sento ospite a casa mia.

"Allora? Raccontatemi un po' di voi." Si siede nuovamente e unisce le mani sotto al mento, segno che è curiosa di ascoltare la nostra risposta.

Rimango a secco di parole.

"A ma', non ce sta tanto da sape'." Interviene Mattia in modo non molto carino per troncare il discorso in partenza.

"Io non credo." Sorride la donna. "È la prima volta che vai ad abitare con qualcuno, deve essere importante per te."

Un nodo mi stringe la gola. Importante.

Mattia non risponde e sua madre continua a sorridere. "Tu Mia, invece, sei piccolina vero?" Si rivolge a me, sicura che esaurirò la sua curiosità.

"Ho 19 anni." Rispondo.

"Vai a scuola?" Solleva il cucchiaino e porta un pezzo di dolce in bocca.

"Ho finito quest'anno e ora ho trovato lavoro qui a Roma, in un negozio di dischi."

"Ah beh, anche te sei appassionata di musica allora." Ride. "Vi siete trovati proprio bene!"

Non vedo l'ora che finisca questa sceneggiata. La madre è simpatica, alla mano, e illuderla non è la cosa giusta. Mi sento in colpa quando il colpevole non sono io.
Restiamo a parlare un po' di me, poi mi racconta qualche aneddoto di Mattia da piccolo, e dei viaggi che ha intrapreso da adolescente. È una situazione imbarazzante, non so se sia il caso di intervenire, fare domande, oppure restare in silenzio, ma dato che sono interessata a sapere qualcosa di più su Mattia, qualcosa che lui non mi ha detto, scelgo la seconda opzione, mi appoggio al tavolo e mi limito ad ascoltare.

"Non è mai stato bravo con le ragazze in realtà." Ammette la madre ridendo.

Lo vedo, vorrei dirle.

"Ah, sì?" Simulo una risata.

Annuisce. "Non è che non le trattasse bene, eh, senz'altro. Ma preferiva sempre la musica. Prima la musica, poi le ragazze. E si sa che noi donne ci picchiamo facilmente, perciò ogni volta era un buco nell'acqua." Ride ancora. (Picchiamo, voce del verbo piccare..)

Mi volto a guardare Mattia, sembra nervoso, stringe i pugni sotto al tavolo. Fissa la parete di fronte fingendo che l'argomento non sia di suo interesse.

"E poi ha iniziato a fumare." Dice la donna scuotendo la testa in segno di disapprovazione. "Da lì sono esistite solo la musica e le sigarette."

Parla ancora di Mattia per quasi mezz'ora, mi racconta dei suoi amici che fanno rap, della prima volta che ha cantato al forum di Assago e poi di Amici, di quanto fosse incerto se presentarsi o no. "Era un rapper, non c'entrava nulla con Amici, ma poi l'hanno preso. E siamo stati tutti orgogliosi.." Sorride.

Prima di andarsene passa a controllare se Aria stia bene. Lei dorme.
Mi saluta con due baci sulle guance dopo averne dati altrettanti a Mattia. "Mi raccomando, occhio con mio figlio! Può dimostrarsi un adulatore, ma fidati di me, non assecondarlo sempre!" Entra in macchina ridendo ed io nel frattempo salgo veloce le scale prima che Mattia mi rivolga la parola.

Rientro in casa ma lascio il portone semiaperto. Raggiungo la stanza di Aria, mi metto in pigiama ma non riesco ad infilarmi sotto le coperte. C'è qualcosa che non mi fa stare tranquilla, scendo di nuovo, raggiungo il divano. In TV passano ancora il concerto di Natale, i violini e i violoncelli suonano canzoni come White Christmas. É già Natale, è passata la Mezzanotte.

Dopo un po' do un'occhiata alle mie spalle, il portone è ancora come lo avevo lasciato. Dov'è Mattia?
Prendo una coperta, l'avvolgo intorno a me e raggiungo il piano terra. È seduto su una delle ultime rampe di scale, ha una sigaretta in mano e un'aureola di fumo lo contorna. Non so se raggiungerlo o tornarmene in camera.

"Buon Natale."

|Spazio Autrice|
Innanzi tutto... NON MI ODIATE, VI PREGO! So che sono tantissimi giorni che non pubblico ma ho avuto problemi prima con il cellulare, poi con l'iPad e dopo ancora si è rotta la linea telefonica nel mio paese perciò siamo stati a secco di Internet e non ho potuto fare più nulla.. :S Comunque sto rimediando, ho tante idee e spero che vi piacciano!
PS: non perdete il prossimo capitolo!!!

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Me minus you//Stash di MariannaEsposito6

Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora