"Ma si può sapere quanto ci metti?" Urla Aria, facendo irruzione in camera.
Continuo a fissare due pochette, una nera con i ricami argentati e una bianca con una stampa di fiori rosa. "Calmati, siamo in perfetto orario." Dico svogliatamente, rimettendo nell'armadio la seconda pochette.
"Come puoi essere così strana?!" Getta le mani in aria scuotendo la testa.
Le presto un attimo di attenzione dicendole: "Hai appena fatto irruzione nella mia camera urlando, importunando la mia concentrazione per la scelta di una pochette. Chi è quella strana fra noi due?", poi le volto di nuovo le spalle per specchiarmi.
"Numero uno.." La immagino con il dito indice alzato. "..questa è la nostra camera. Numero due: non sono entrata urlando, il mio tono di voce era solo più acuto del solito. Numero tre: sono ancora arrabbiata con te."
Sta volta alzo la testa, fissando i suoi occhi sullo specchio in modo talmente severo da fulminarli.
"Non provare nemmeno minimamente a ripetermi che ho sbagliato a cacciare Mattia da casa nostra perché sai benissimo ciò che ha fatto." La rimprovero.
Fa spallucce. "Sì, ti ha anche portato la colazione a letto." Mi stuzzica.
Cerco di cancellare quel ricordo con un sospiro. "Il fatto che ti piaccia come artista, non significa che lo devi difendere ogni qualvolta faccia un errore."
"Okay, finiamola qui o ci ritroveremo a discutere nel bel mezzo della Vigilia di Natale." Mi poggia una mano sulla spalla, sorride e se ne va. "Ti aspetto in macchina."
Aggiusto i capelli raccogliendoli in una coda laterale, li lego con un fiocco rosso.. D'altronde è quasi Natale! Per quanto riguarda le calzature opto per delle scarpe nere lucide con tacco e due laccetti sopra. Scendo le scale del palazzo facendo un nodo sulla cinta del cappotto. Entro in macchina velocemente per non lasciare che l'aria pungente si impossessi delle mie guance.
Le vie di Roma sono stupende, colorate e gioiose. Mi diverte vedere numerosi pupazzi di Babbo Natale attaccati ai balconi delle case. Guardando fuori dal finestrino, i miei occhi vengono catturati da una scritta: Rock Berry.Sospiro al ricordo di Mattia che mi prende per un braccio e mi porta fuori da quel negozio, lasciando senza parole Daniele, l'amico di Stash. Sospiro di nuovo quando la memoria mi riporta in mente la discussione all'interno della sua macchina.
Chissà come starà passando la Vigilia Mattia? Forse sarà tornato a casa, da sua madre? Lo spero.
Alzo gli occhi al cielo. Dovrei almeno provare a sembrare coerente con le mie sensazioni negative nei suoi confronti, eppure ho quasi l'ansia al solo pensiero che possa starsene di nuovo seduto davanti al bancone del bar del suo amico Marco."Benvenute!" La voce di Stash, seguita da tre colpi sul finestrino, mi fa saltare.
Apre il mio sportello e mi abbraccia. Dietro di lui appaiono Daniele e un altro ragazzo, di statura minore rispetto a Stash, ma somigliante a quest'ultimo.
"Buona Vigilia!" Auguro a tutti, cercando di cancellare lo sguardo pensieroso dal mio volto.
Dopo le presentazioni veniamo accompagnate all'interno della loro casa. È grande, molto più grande rispetto al nostro appartamento. È curata bene per essere abitata da tre maschi. La maggior parte dei quadri affissi alle pareti contengono foto di Michael Jackson, mentre i restanti raffigurano loro tre durante qualche concerto.
"Vi abbiamo portato questo." Annuncia Aria, mettendo sopra al tavolo della sala, perfettamente apparecchiato, la torta che abbiamo comprato.
"Wooo!" Urla Stash con le mani tra i capelli.
"L'abbiamo fatta noi." Dice Aria con un tono totalmente compiaciuto.
"Più lei che io." Ammetto. "Sono una frana con i dolci."
Le risate in coro vengono seguite dalla prima portata. Decido di sedermi tra Aria e Daniele, dovendogli delle scuse.
"Oggi non c'è il tizio con il cappellino?" Anticipa lui il discorso.
Tento di fare un mezzo sorriso. "No, oggi no. E credo mai più." Scuoto la testa.
Stash mi fissa dandomi il giusto supporto con il suo sguardo. "Ti volevo chiedere scusa per essermene andata così, senza salutare, l'altra volta.. Ma.."
Daniele mi ferma. "Tranquilla, non c'è problema. Quel ragazzo sembrava impaziente di andarsene."
Non so cosa rispondere e Stash viene in mio aiuto cambiando discorso.
La cena è ottima, man mano che il tempo passa la tavola si arricchisce sempre più di di piatti napoletani. Aria riempie il suo piatto ogni volta che Stash torna dalla cucina con nuovi vassoi.
Scherziamo, chiacchieriamo, parliamo di musica, cambiamo canale alla TV, discutiamo su come di come di solito passiamo il Natale, e alla fine brindiamo.Non è tardi quando, come previsto, Aria si avvicina a me approfittando della disattenzione dei ragazzi che stanno parlando della squadra di calcio del Napoli, e mi sussurra: "Andiamocene, non sto bene". Ha una faccia sconvolta, pallida.
"Grazie mille per l'ospitalità ragazzi, noi andiamo." Mi alzo dalla sedia con un sorriso immenso, cercando di catturare l'attenzione su di me. Se Stash, suo cugino e il suo amico capissero che Aria sta per vomitare, sarebbe imbarazzante.
"Di già?" Daniele inclina la testa dispiaciuto.
"Beh, da qui a casa nostra il tragitto non è corto. Preferiamo essere prudenti." Affermo.
"Brava." Stash mi poggia una mano sulla spalla. "Allora ci vediamo dopo le feste. Okay?"
"Certo." Assicuro.
Scendo le brevi scale per raggiungere la macchina, mi viene da ridere a causa dei lamenti di Aria.
"Mia, aspettami!"
"Hai mangiato come una bufala! Muoviti!"
In macchina guido io mentre Aria prega mille santi affinché non rimetta sul sedile. Una volta arrivate sotto al palazzo, l'aiuto a salire le scale. "Dai, nemmeno una donna in travaglio si lamenta così!", la prendo in giro.
"Sta zitta!" Rido ancora di più ad ogni sua risposta.
Apro la porta dell'appartamento, Aria entra prima di me, tappandosi la bocca con una mano.
La luce del salotto è già accesa, ero sicura di averla spenta prima di partire."Ma che cazzo...?"
No. Non può essere la sua voce.
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Come scudo ~ Mattia Briga e Stash Fiordispino
RomanceHa un'aria da stronzo, ma di quelli veri. [...] gira il cappello dalla parte opposta, in modo da avere la visiera dietro alla nuca invece che sulla fronte. Si infila gli occhiali da sole nonostante non ce ne sia bisogno, e mette le mani in tasca pi...