23 Luna + Fulmine = Cicatrice

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Ciao Mia,
Se stai leggendo questo pezzo di carta vuol dire che me ne sono andato, ho lasciato il tuo appartamento.
Ti ho scritto questa sottospecie di lettera perché mi hai fatto capire che non importa quanti anni di vita, di esperienza, si hanno alle spalle, basta camminare a testa alta e non tornare mai a guardarsi le scarpe. Il fatto, però, è proprio questo. Io ho sempre camminato a testa alta, senza fissare le mie scarpe, fin quando un giorno ho visto una tipa dai capelli lunghi, sfatti, vestita in un modo osceno, salire in metro con me. Grazie al cielo non sono mai stato uno dalla mente chiusa, ed ho iniziato a fissarti. Sembravi curiosa, curiosa di sapere qualcosa di me. Facevo finta di non guardarti. Ma ti guardavo da sotto i RayBan scuri, sicuro che tu non potessi vedermi. Sembravi nervosa, tesa, mostravi un po' di paura. Solo dopo un po' notai che la tua gamba si stava muovendo, involontariamente, battendo colpi consecutivi a terra, creando un ritmo lento. E allora iniziai a canticchiare, tra me e me, parole a caso che potevano andare bene con quel ritmo.
Quando sono tornato al residence, dopo averti visto una seconda volta, è venuta fuori una canzone.
Ho iniziato a scrivere.
Scrivevo cose a caso, il bello era proprio questo. Pensavo a me, immaginavo che camminassi per le vie più buie di periferia della mia bella Roma, vedevo i vetri rotti per terra e li pestavo per sentirne il rumore ma soprattutto per avere la certezza di aver arrecato un danno ulteriore a quelle bottiglie d'alcool già a pezzi. Poi immaginavo che alzassi il volto verso la finestra di un palazzo, e c'era una coppia. L'uomo era ubriaco e la donna indicava i vetri rispondendo alle urla del compagno, poi lui alzava una mano verso di lei, e mi si stringeva il cuore, non riuscivo a guardare e correvo via da quei frantumi. Sono sempre stato così, da una parte il tizio idiota che s'accoltella il cuore, dall'altro l'imbranato che cerca di tempestare le ferite auto provocate.
Immaginavo che corressi, veloce, più veloce di un pallone lanciato a tutta forza, senza alzare mai lo sguardo, ma ad un certo punto, quando, stanco, decidevo di sollevare lo sguardo avanti a me, c'eri tu. Camminavi a cinque metri da me ma io, pur correndo, non ti raggiungevo mai. Eppure correvo.
Tu camminavi. A passi piccoli.
Io ti chiamavo.
Tu non ti giravi. Camminavi a testa alta, come se non ne volessi sapere nulla del mondo intorno. Di me.
Tu eri tu, e io ero l'idiota imbranato. Niente a che vedere con te.
Ed è stato proprio in quel momento che mi sono bloccato, non riuscivo più a posare la penna sul foglio, era assurdo. Mi sono reso conto che siamo troppo differenti, come la luna e un fulmine. Ma se li sovrapponi puoi notare che il fulmine taglia a zig zag il cuore della luna, crea una cicatrice.
E io non potevo farti questo, non potevo farti male.
L'ho fatto.
Così ho dedotto, e adesso ne sono certo, che ho tolto un po' di "te", e me ne pento. Ora, senza di me, sei una mezza luna, senza la parte dolorante ed ammaccata. Ora sei a metà, ma nuova, e brilli.
Ora, la vita mia è una serranda chiusa di gioielleria, un'auto senza l'assicurazione, l'intermittenza di un lampione in periferia. La vita mia, danza agli angoli della Gran Via, e resterà una bolla di sapone che sale verso una costellazione. La vita mia, più che una musica è una litania, è un auto in coda in fila ad aspettare, altri semafori da addormentare. La vita mia, appesa ai ganci di una funivia che spinge con la forza di un Rottweiler Come la Gloriosa a Buenos Aires, e quando so di aver toccato il fondo è proprio lì che vado ancor più giù, nella volgarità di questo mondo il mi nascondo nei tuoi occhi blu, e quando so di aver toccato il fondo quel fondo da cui non ti rialzi più. Beh io ci vado, mi annienta dentro, ma poi mi rialzo sempre.
La canzone di cui ti ho parlato è stata terminata ieri, mentre dormivi a due passi da me.
E fa più o meno così:
"Se fossi stata un angelo caduto insieme a me,
Raccolto dietro a un angolo..
Ed io non sono in me.
Dicembre Roma,
Le botte ed i tagli su noi,
La notte dei falsi eroi."

Un bacio,
Mattia

Sollevo la busta con le lacrime agli occhi. Sembra ci sia ancora qualcosa, ma non pesa.
Tra le dita sollevo una catenina.
Ed i miei occhi annebbiati catturano l'immagine di una mezza luna brillante.
Quella mezzaluna brillante.
Barcollante appoggio il foglio sul tavolo, ed è per caso che noto una piccola scritta sul retro.

Ps: che fai? Scendi? Nun me va de mangia' da solo er panettone.

~
[Never Again, Dicembre Roma]

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20, 2015 ⏰

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Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora