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Rabbrividisco al tono sarcastico dell'augurio. È buio. Le mie ciabatte fanno l'ultimo scricchiolio quando mi fermo alle sue spalle. Srotolo la coperta dal mio corpo e la posiziono sulla sua schiena con l'intento di coprire la sua pelle scoperta dovuta ad un paio di pantaloncini e una maglia a maniche corte, che a dicembre stonano di brutto.
Con una spallata si lascia scivolare di dosso il tessuto di plaid e per un attimo ho paura che possa scattare come quando l'effetto della vodka era presente nei suoi occhi, nelle sue risate strane, nelle sue urla contro di me. Ma sta volta non ha bevuto, tutt'al più si potrebbe essere sgolato una lattina di Coca-Cola in cucina, prima del mio arrivo.
Con un po' di coraggio, dopo aver sospirato, mi siedo affianco a lui.

"Buon Natale anche a te". Rispondo con un sussurro, cercando di non perdermi in discorsi inutili. Faccio una pausa di qualche secondo, poi prendo fiato per dire una volta per tutte ciò che penso, ma proprio nel momento in cui apro bocca per parlare, vengo fermata dalla sua voce.

"So che non siamo amici, okay? Non siamo praticamente niente, se non uno che deve ancora capire che la vita non è come un film, in cui tutto va a finire per il verso giusto, e combina cazzate, cazzate a non finire, e una ragazza che invece deve sempre parargli il culo."

Attende una risposta, magari spera che gli dica il contrario, che non è vero, che può sempre cambiare. Ma è proprio questo il punto. Potrà mai cambiare? Per cambiare ci vuole intenzione prima di tutto. Ma anche coraggio e costanza. Finora l'unica cosa che ha fatto con costanza è stato mentire, e bere.

Ogni mio pensiero corrisponde ad un secondo di orologio, la mia testa perde tempo, senza motivo, o magari è solo il mio subconscio.

"Vedi, anche se adesso resti in silenzio, io so che quello che pensi è 'Mattia, hai ragione'. Perché è così. Sono il primo a saperlo." Giocherella con una collana passandola la fra le dita in continuazione. Mi sta mettendo ansia, non capisco dove vuole arrivare.

"Vorrei che tu fossi un po' fiera di te."

Inarco un sopracciglio. So che anche se nel buio non può vedere il mio volto dubbioso, se lo starà sicuramente immaginando.

"Vorrei che fossi fiera di te per aver fatto tutto ciò che hai fatto finora. Sia per me, sia per te."

"Non capisco.." Ammetto sottovoce.

"In primis per avermi accolto ogni volta che mi sono presentato barcollante sulla soglia del tuo portone." Un sorriso sorge immediato sul mio volto ricordando la prima volta in cui bussò alla porta, aprii e non vidi nessuno, solo dopo qualche secondo mi accorsi che c'era lui, spalmato sul muro, che non si reggeva in piedi. "Ma soprattutto perché hai 19 anni e scrivi cose mai viste.. Anzi, mai sentite." Si corregge con una risata leggerissima. Emerge un filo di tristezza all'interno di essa.

Dovrei essere arrabbiata per il fatto che abbia frugato sul mio quaderno, quello in cui scrivo le canzoni, o semplici pensieri, eppure sta volta non ci riesco.

"E so che non te lo avrei dovuto dire, tu non sopporti quando la gente fruga sulla tua roba, ma ci tenev.."

"Non fa niente." Lo interrompo fissando il vuoto.

Tutto sa di addio. Questi sono gli ultimi momenti "insieme", e mi piange il cuore, anche se non me lo sarei mai aspettata. Il fatto è che Lui mi sembra triste nonostante non lo dia a vedere, o magari è solo il solito giochetto per farmi venire i sensi di colpa. Ad ogni caso gli addii, tutti i tipi di addio, mi fanno salire il cuore in gola.

"Io perciò.. vado."

Annuisco al buio. E non è un caso, se non rispondo. Le lacrime si fermano sui miei occhi, e un singhiozzo si annulla appena il silenzio si fa più presente.
Non voglio che vada via.
Resto immobile mentre lui si alza, prende la coperta e me l'avvolge intorno, poi sale le scale e posso immaginarlo mentre raccoglie le ultime magliette dalla sponda del letto e le getta in valigia senza, ovviamente, piegarle.
Sento il rumore della valigia che viene sollevata a qualche piano dalla mia testa, in seguito il rumore -causato dal suo passo pesante- delle suole a contatto con le piastrelle delle scale dietro di me.
Quando mi raggiunge passa una mano in mezzo ai miei capelli, scompigliandoli, come sempre. Mi supera dicendo "In bocca al lupo, per tutto", e la sua sagoma svanisce insieme ai suoi passi.

Mi asciugo una lacrima. Paradossale?
Ironico.
Aspettavo questo momento da giorni ed ora che se n'è andato, piango.

È giusto così, mi ripeto.
Appoggio la mano sullo scalino per alzarmi, ma scivolo. C'è qualcosa.
L'afferro e l'avvicino ai miei occhi sperando di vedere qualcosa.

É carta, sembra un pezzo di carta.
In un nano secondo raggiungo l'appartamento.
La luce svela una busta con scritto "Per Mia", e l'aggiunta di un cuore trafitto da una freccia.

|Spazio Autrice|
Buon San Lorenzo a tutti ! ⭐️
"Ti porto sull'Orsa Maggiore, la nostra scommessa d'amore!"

Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora