17

1.6K 123 18
                                    

Solo l'odore del cappuccino è talmente coinvolgente da farmi aprire gli occhi. Non sono bastate le carezze quasi fastidiose di Mattia, e tanto meno i suoi modi gentili, apparentemente.

"Lo so che sei sveglia." Ha detto punzecchiandomi più volte il fianco destro con l'indice.

Dopo che un mormorio è provenuto dalla mia bocca, ha avvicinato le sue labbra al mio orecchio: "Buongiorno", ha ripetuto una decina di volte prima che infilassi la mia testa sotto al cuscino per non sentire la sua voce roca.

Ora, riluttante mi sollevo per scendere dal letto, i miei piedi centrano il pavimento freddo provocandomi un brivido. Ritiro le gambe incrociandole sul bordo del materasso, mi abbasso incurvando la schiena, i miei capelli sfiorano le mattonelle mentre controllo se sotto al letto ci sono le mie pantofole. Vedo solo polvere. Forse è meglio che dia una pulita a questa camera, da quando ho iniziato a lavorare ho davvero poco tempo per sistemare l'appartamento.

"Cercavi queste?" La voce scura di Mattia mi costringe ad acquisire una postura corretta.

Mi mostra le mie pantofole rosa fra le mani, appoggiato alla cornice della porta.

"Perché le hai tu?" Incrocio le braccia attendendo una risposta abbastanza appagante.

Arriva avanti a me, si piega molleggiando sulle ginocchia, mi afferra un polpaccio con una mano tirando delicatamente la gamba in avanti per permettermi di allungarla verso di lui. "Che vuoi fare?", con l'altra mano mi infila la pantofola sul piede destro. Un calore piacevolissimo mi avvolge il piede.

"Le ho messe sopra al termosifone, ora dammi l'altro piede." Comanda, attendendo che allunghi l'altra gamba.

Non riesco a dire nulla. Mi sembra surreale il modo in cui si sta comportando. Fin troppo perfetto per i miei gusti. Lo guardo mentre infila l'altra pantofola sul mio piede sinistro, i suoi capelli sono talmente arruffati da farmi venire voglia di scompigliarli maggiormente con i polpastrelli. Le sue mani sono calde, dando una sensazione perfetta al mio corpo ancora infreddolito.

Alza gli occhi sui miei cogliendomi di sorpresa. Per un attimo resto immobile, con le labbra schiuse, leggermente imbarazzata.

"Dovrei fare il letto", blatero portando il mio sguardo altrove, "Ci pensi tu, vero?", gli chiedo allungandomi verso il letto che ieri notte ha affiancato al mio. Mi avvicino il vassoio in legno contenente una tazza di cappuccino e una ciambella, trascinandolo da un materasso all'altro.

"Dopo." Conferma, "Ora voglio vederti mangiare". Con un piccolo salto raggiunge l'altro letto. Si siede proprio di fronte a me. Dalla sua mossa posso intuire che non gli sia andato molto a genio che gli abbia dato le spalle. Porta una gamba al petto poggiando un braccio sopra al ginocchio. Mi chiedo come faccia a non sentire freddo con i pantaloni corti quando di fuori ci sono sì e no due gradi.

"Emozionante.." Alzo gli occhi al cielo, prendendolo in giro.

Un morso alla brioche rivela che al suo interno non c'è nulla, niente Nutella, niente crema. Per fortuna.
Mi va di traverso il cappuccino quando Mattia si avvicina ancora di più a me lasciando tra noi soltanto lo spazio occupato dal vassoio. Scoppia a ridere del mio imbarazzo, alla sua risata seguono alcuni colpi sulla mia schiena.

Continuo a tossire, arrossendo maggiormente. La tazza barcolla sul vassoio al ritmo dei miei colpi di tosse, cerco di rimanere immobile per evitare che si rovesci sulle lenzuola. Mentre strizzo gli occhi coprendomi la bocca con una mano, il tintinnio del coccio si arresta.

"Quanta grazia." Commenta Mattia beffeggiandomi dopo aver allontanato la tazza, assicurandosi di averla messa al sicuro.

"Ah-ah.." Allungo una mano per colpirlo scherzosamente su una tempia. Sfumo la mia risata sarcastica quando le sue dita avvolgono il mio polso in aria. Un lieve bacio mi tampona il retro del braccio. Tento di sfuggire alla sua presa appena dei baci più bagnati si espandono sulla mia pelle, stringe ancora di più le dita tenendomi ferma. Deglutisco più volte cercando di trovare una soluzione, una via di fuga, prima che mi abbindoli come ieri notte.

Le sue labbra si spostano dal mio braccio al principio collo. Ferma il mio polso sulla superficie del materasso. Sento la punta del suo naso anticipare i baci. So che se cambiasse direzione, puntando verso la mia bocca, sarei persa. E so anche che questa, più che essere un'ipotesi, è una certezza, che accadrà fra non molto.

"Mattia." Lo ammonisco.

"Mia. Shh." Prende fiato per parlare e poi continua imperterrito coi suoi baci.

Inclino la testa indietro per evitare il tocco delle sue labbra, ma non gli ci vuole molto a scansare i miei capelli e raggiungere la parte posteriore del mio collo per tenermi immobile.

"Mattia." Ripeto. Sta volta con una voce diversa, più dura.

Getta per un attimo uno sguardo su di me. I suoi occhi verdi risultano essere paradossalmente innocui. "Lasciami fare ciò che ti piace".

Con la mano libera premo sul suo petto, provando ad allontanarlo da me. La rabbia mi ribolle nelle vene.

"Lasciami la mano." Ordino.

Al posto di assecondami, lascia un bacio proprio sul dorso della mia mano.

"Mattia. Ti ho detto di lasciarmi, diamine!" Urlo con tutta la voce che ho in petto.

Nel momento esatto in cui scioglie la presa, io sono già giù dal letto in direzione delle scale.

"Vai via." Gli urlo prima di sbattere violentemente la porta alle mie spalle.

Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora