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Mattia's POV

Non so più come far smettere di vibrare il cellulare. L'ho lasciato sul sedile posteriore e non mi sembra il caso di scendere dalla macchina per prenderlo.
Controllo un ultima volta il foglietto con l'indirizzo della via. Un'altra curva e sono arrivato.

Parcheggio davanti all'edicola. L'insegna presenta la scritta Rock Barry in nero, su sfondo fucsia fluorescente. Sbuffo. Come può, un uomo, volere un'insegna così affemminata?

"Ti avevo detto di inviarmi l'indirizzo per messaggio, non di scarrozzarmi."

Mia esce dalla mia macchina e io la seguo a ruota.
I suoi capelli svolazzano mentre chiude lo sportello.
Entrando nell'edicola ci accoglie un tizio col cappello e due baffi ridicoli.

"Ciao ragazzi!" Si avvicina, punta prima lo sguardo su di me e poi si concentra su Mia.

"Tu devi essere Mia, Stash mi ha detto che saresti venuta."

Mia annuisce con il broncio. Più che imbarazzata dal tizio sembra infastidita dalla mia presenza.

"Sono Daniele, piacere."

"Piacere mio." Risponde alla sua stretta di mano abbozzando un sorriso.

"Da quanto lavori da Stash?" Domanda poggiando i gomiti sul bancone.

"Qualche giorno."

"Ah, perciò sei fresca fresca.." Ride.

Ma che cazzo di ragionamenti sta a fa'?

"Quali sono i giornali che deve prendere?" Interrompo il dialogo cercando di stringere il più possibile. Fa caldo qua dentro e quel tizio è irritante.

Mia mi tira un'occhiataccia, la ignoro.

"Eccoli." Sparisce per un attimo e torna con un pacco di giornali stretti da un elastico.

"Quanto ti devo?" Chiede Mia.

"Niente, Stash ha già pagato."

Prima che possa ricominciare con le sue domande idiote, ho già trascinato Mia in macchina, prendendola per un braccio.

"Ti è dato di volta il cervello?!" Mi urla contro.

"Ho semplicemente accorciato i tempi. Devi andare al lavoro, ricordi? Non puoi fare tardi."

"Sei un idiota, non sono riuscita nemmeno a salutarlo!"

"Ti dispiace?" La guardo con sarcasmo.

"Ma che ragionamenti stai facendo, certo che mi dispiace!" Getta le braccia in aria.

"Beh, a me no."

Metto in moto e ancora prima che riapra bocca sono già per strada.

"Fammi scendere."

"Non ricordi cosa è successo l'ultima volta che ti ho dato retta? Vuoi di nuovo andare in pasto a dei barboni pervertiti?"

"No!" Scuote la testa.

"Calmati okay, era solo un tizio con il cappello." Cerco di farla più breve possibile sapendo però che non ci sarà scusa che tenga.

"Un tipo col.." Mi guarda allibita. "Era un amico del mio datore, Mattia!"

"Un amico, non il tuo datore di lavoro." Faccio spallucce.

"Sei davvero incredibile. Sapevo che non avrei dovuto chiederti aiuto."

"E come avresti fatto con i giornali?"

"Li avrei rimediati in qualche modo. O avrei raccontato a Stash che mi ero dimenticata il post-it."

"Che bella figura avresti fatto."

"Sicuramente mi avrebbe compreso."

"Ti sta simpatico questo Stash a quanto pare."

"Sicuramente più di te." Torna a guardare fuori dal finestrino.

La lascio davanti al negozio di quello Stash e vado a prendere una birra da Marco.

Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora