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Mi siedo su una piccola panchina a guardare le persone che addobbano il centro commerciale con decorazioni natalizie. Manca una settimana a Natale. Credo che resterò a casa, come ogni anno, ad aspettare che Aria torni da qualche festa. Ingannerò il tempo guardando in TV qualsiasi concerto passeranno su Rai1 o Italia1 e alla fine mi infilerò sotto le coperte.

"Mia?"

Una voce cristallina interviene alle mie spalle. La prima cosa che vedono i miei occhi è un sorriso talmente coinvolgente che non posso far altro che rispondere allo stesso modo. Stash mi abbraccia e devo ammettere che faccio fatica a non sentirmi un moscerino confronto a lui.

"Sei pronta per questa giornata lavorativa?" Chiede sciogliendo l'abbraccio.

"Molto. Sono passata a fare un po' di acquisti per la mia coinquilina prima di venire in negozio."

"Se ti serve un passaggio per portare la spesa, ti posso accompagnare. Ho la macchina." Mi mostra un mazzo di chiavi estraendolo dalla tasca dei pantaloni neri attillatissimi.

Rispondo senza pensarci due volte: "Sì, grazie!"

Mentre camminiamo, ma anche durante il tragitto in macchina, ne approfitta per farmi alcune domande.

"Ancora non hai la patente?"

"La patente sì, ma non ho la macchina, o meglio i soldi per acquistarla. Ce l'ha la mia coinquilina, ma lei lavora in una redazione da qualche mese e ha fatto qualche lavoretto anche prima che ci trasferissimo qui perciò se la può permettere."

"Perciò non vivi da sola?" Mi chiede cambiando la marcia. Quell'azione porta i miei occhi ad abbassarsi sulla sua mano, con tre anelli neri su due dita.

"Con la mia migliore amica."

"Anche io abito con altri due ragazzi, uno è mio cugino, l'altro è un amico."

"Di sicuro non vi annoiate in tre." Suppongo.

"No, in effetti no." Ride.

"Non sei di qui, vero?" Ne approfitto per togliermi una curiosità sul suo accento. "Di Roma, intendo.." Cerco di farmi capire.

"Si sente tanto?" Ride ancora. "Sono di Napoli."

"Bella Napoli, ci sono stata una volta ma pensa che non ho nemmeno mangiato la pizza!"

Mi guarda torvo. "What?" Alza le mani dal volante per gettarle in aria. Per un attimo temo che la macchina possa perdere la traiettoria. "Dimmi che è uno scherzo.." La sua finta delusione mi fa sorridere. "Devi tornare. Assolutamente. Ti porto io.. Anzi, un giorno devi venire a casa mia, io e mio cugino organizziamo delle serate a tema su Napoli."

Sono curiosa. "In che consistono?"

"Invitiamo alcuni nostri amici e ci mettiamo a cucinare piatti tipici napoletani, ascoltiamo musica di artisti di Napoli. È il nostro modo per onorare la città in cui siamo nati e cresciuti."

"Parlate anche in napoletano?" Solo dopo aver formulato la domanda mi rendo conto di quanto sia inutile.

Annuisce sorridendo.

"Perciò non capirei niente.." Ipotizzo ridendo.

In compagnia di Stash il tempo passa veloce, mi parla della sua immensa passione per la musica, mi dice che ha provato ad entrare ad Amici con la sua band ma che per quest'anno hanno preferito far entrare altri due gruppi.
Gli dico che abbiamo quella passione in comune ma tralascio la storia dei provini.

Dopo avermi accompagnata a casa, mi porta al suo negozio dove mi mostra come servire i clienti. Mi lascia sperimentare con due ragazze, e il suo commento quando se ne vanno con ben due cd è "ottimo lavoro!".

Mentre spolvero alcuni scaffali per poi rimettere al loro posto gli album, mi chiedo come faccia Stash ad essere così stra maledettamente in contrasto con il suo "essere".
Chiunque lo vedesse per la prima volta penserebbe che sia un tipo losco, uno di quelli che se li incontri di notte per strada e cammini dalla loro stessa parte della carreggiata, decidi di attraversarla per evitarlo, quando invece ha un carattere così dolce, educato e spontaneo che non puoi far altro che restare stupita.

"Puoi andare." Mi indica l'orologio che segna quasi le otto.

Scendo dall 'autobus per raggiungere l'appartamento.
Attraverso il parcheggio buio e mi guardo più volte intorno per vedere se ci sia ombra dell'Alfa. Non c'è.
Estraggo le chiavi per aprire il portone del palazzo. Ruoto la chiave nella serratira e sento un rumore alle mie spalle. Somiglia molto ad un vetro che si sgretola.

Come scudo ~ Mattia Briga e Stash FiordispinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora