Mattia's POV
Non mi va di aprire gli occhi, mi giro sull'altro fianco per trovare la posizione più comoda.
Sento una voce provenire da qualche stanza."Giornali?". È Mia. I suoi passi viaggiano per la cucina.
"...dimmi solo dove devo andare a ritirarli." Chissà a che le servirà ritirare dei giornali? Mi stiro le braccia tentando di captare qualcos'altro della conversazione.
"Ci sei?" La voce metallica di un ragazzo interviene sul cellulare di Mia. Drizzo le orecchie e scatto in piedi. Chi cazzo è?
Mi avvicino alla stanza ma resto nascosto affinché non mi veda.
"Sì, puoi andare."
"L'edicola si chiama Rock Barry."
Ma che nome idiota..
"Sei pronta per una nuova giornata di lavoro?"
Lavoro? Che cazzo sta a di' questo?
Da quanto lavora? Perché non mi ha detto niente?
Appena la chiamata termina mi faccio vivo. Nel momento in cui Mia sente la mia voce, salta."Da quanto lavori?"
Mi da le spalle e sono certo che se potesse, eviterebbe di rispondermi. Impiega secondi interi prima di voltarsi, evidentemente sta cercando del tempo per trovare qualche balla da farmi bere.
"Da un po'." Risponde voltandosi.
La sua sincerità mi sorprende.
"Dove?" È l'unica cosa che mi viene da dire.
"In un negozio, un negozio di dischi qui a Roma."
"E perché non hai detto niente?"
"A chi avrei dovuto dirlo?" Mi guarda accigliata.
"A me, per esempio."
Alza le spalle. "E perché? Fino a due minuti fa stavi arenato sul mio divano." Sbotta. "Non sono costretta a raccontarti ogni minima frazione della mia vita."
Non riesco a ribattere, resto in silenzio come un coglione di fronte alla realtà. Il nostro è un rapporto amichevole? Forse un po' di più? Forse un po' di meno? Forse non è per niente un rapporto. A malapena sappiamo qualcosa l'uno dell'altro eppure nelle ultime settimane siamo stati quasi sempre insieme. Questo a causa mia ma, va be', ci si può passare sopra.
Percepisco che non veda l'ora di andarsene. Cammina a passi svelti per tutta la casa, con una mano raccatta il cappotto sopra una sedia del salone e con l'altra infila gli occhiali da sole.
Si ferma un secondo davanti alla porta prima di aprirla. "Devo uscire a comprare delle cose e poi vado diretta al lavoro. Se tu intanto potessi.." S'interrompe guardando il divano e le mie ciabatte per sparse sul pavimento.
Mi vuole fuori, e ha ragione. Qui sono un peso per lei, me ne rendo conto. Ma non ho il coraggio di tornare a casa di mia madre con ciò che sta succedendo ad Amici. Sono giorni che le chiudo il telefono in faccia, so che non dovrei ma non riesco a non essere vigliacco, mi sono ficcato in una situazione orribile, diamine.
Mi verso una tazza di tè preparato da Mia. Mi sento un po' in colpa, sta mattina non ha fatto colazione pur di evitare qualsiasi tipo di discussione con me.
Do' uno sguardo al cellulare, due chiamate perse e parecchi messaggi. Non accendo internet perché se lo facessi, penso che m'imbatterei in troppi insulti.
Posiziono il telefono sul tavolo. Chiudo gli occhi appena butto giù un sorso di tè. È caldissimo, quasi scotta. Ma chi se ne frega, finalmente, dopo giorni interi, faccio una colazione decente.La tazza inizia a vibrare. Abbasso lo sguardo verso il cellulare, mi sta chiamando qualcuno, non ho il numero memorizzato, non rispondo, potrebbe essere chiunque.
Dopo un minuto richiama nuovamente. Sarà un giornalista, qualche deficiente che cerca di sapere che cazzo di superalcolici mi sono bevuto l'altra notte.Sto quasi per spaccare il cellulare quando vibra per l'ennesima volta. Adesso è un sms.
"Non so come tu abbia fatto a salvare il tuo numero sul mio cellulare, ma questo adesso è il minore dei miei problemi.. Ti scongiuro, dimmi il nome e l'indirizzo dell'edicola dove devo andare a prendere i giornali, ho lasciato il post-it affianco ai fornelli. "
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Come scudo ~ Mattia Briga e Stash Fiordispino
RomanceHa un'aria da stronzo, ma di quelli veri. [...] gira il cappello dalla parte opposta, in modo da avere la visiera dietro alla nuca invece che sulla fronte. Si infila gli occhiali da sole nonostante non ce ne sia bisogno, e mette le mani in tasca pi...