I tacchi a spillo della donna risuonavano eleganti sull'asfalto, in direzione del Palazzo dei Congressi. Una volta che fu davanti al grosso portone, stretta nel suo cappotto bianco, la donna fece per tirar fuori il suo tesserino dalla borsetta di strass, ma un uomo fasciato da un completo color panna le venne incontro scuotendo una mano. Doveva essere un portinaio.
«Non è necessario, dottoressa Common» gongolò. «Benvenuta!»
Non appena Susie Common mise piede nel palazzo, un altro inserviente si occupò di tenerle il cappotto, mentre un terzo uomo la accompagnò in una saletta illuminata a giorno. Entrambi avevano una divisa scura, elegante e completa di sorriso di circostanza.
«Buon pomeriggio, dottoressa» fece una voce maschile quando la Common entrò nella saletta già piena. «Che piacere rivederla!»
«Il piacere è mio, buon pomeriggio a tutti» rispose lei, mentre prendeva posto al grande tavolo tondo al centro della stanza. «Possiamo cominciare?»
«Se siete tutti d'accordo, dichiaro ufficialmente aperta la seduta» disse l'uomo che l'aveva salutata. Era Mock, un presentatore televisivo sulla sessantina che la Common aveva sempre ammirato. Era un onore poter sedere al tavolo di una riunione con lui.
Gli altri undici presenti assentirono e il presentatore si schiarì la voce. «Bene» esordì con una calma innaturale, «ho ritenuto necessario incontrarci per discutere delle prospettive della società paziente nei prossimi mesi. Vedervi tutti qui mi fa pensare che nessuno di voi abbia ricevuto una scatola di pillole... nuova, diciamo pure così.»
La Common fece ondeggiare la testa su cui spiccavano i boccoli giallo canarino, ultima novità del suo look. «Per quanto mi riguarda, mi sono assicurata che le mie riserve di pillole per i prossimi mesi provengano dai vecchi lotti. Spero che voi tutti abbiate avuto la stessa premura.»
«Oh sì, sì» disse qualcuno. «Certo.» «Ci mancherebbe altro!»
Non era cattiveria né presunzione. I Pazienti erano tutti uguali. Ma si poteva fare un'eccezione, si poteva avere un occhio di riguardo per i membri dell'Assemblea Purissima: tutta gente di un certo livello, delle vere icone di prestigio. Nessun Paziente avrebbe avuto qualcosa in contrario, questo era sicuro.
«Bene» proseguì Mock. «Il dottor Lenis mi ha confermato dal laboratorio che la situazione è molto grave.»
Lo disse come se stesse parlando di qualcosa di poco conto, del nuovo vestito di sua moglie o della cena che aveva organizzato con i colleghi più stretti per il sabato successivo. Anche le reazioni dei presenti furono quelle che ci si sarebbe aspettati davanti a un discorso banale, uno di quelli intavolati solo per intrattenere i commensali a pranzo in attesa che l'arrosto finisse di cuocersi.
Il dottor Lenis, presente anche lui alla riunione, sporse avanti il busto. «Le analisi parlano chiaro: la composizione chimica della pillola è mutata.»
«Spontaneamente» aggiunse Mock.
«Non può esser stata colpa nostra» fece il dottor Lenis.
«Infatti non lo è» concordò l'avvocato Peer. «Non possiamo aver sbagliato.»
«Tutti noi abbiamo agito in maniera corretta e irreprensibile» riprese Mock. «Infatti, i Pazienti sono decuplicati nel corso dell'ultimo anno. Non è forse un ottimo risultato, questo?»
L'Assemblea Purissima assentì all'unisono, fiera. Si doveva solo ai provvedimenti degli ultimi mesi, infatti, quell'aumento esponenziale di persone che avevano scelto la via della felicità senza mai voltarsi indietro. Eppure, ora voltarsi indietro era diventato inevitabile.
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Il Ponte di Nessuno
AdventureUna pillola al giorno, e ti amerai di più. Una pillola ogni mattina, e non avrai pensieri. Avrai una vita perfetta. Tutto sarà come l'hai sempre voluto. Affare fatto? Neil è un Insano di vent'anni, ripudiato dalla società Paziente in cui ha scelto d...