Una pillola al giorno, e ti amerai di più.
Una pillola ogni mattina, e non avrai pensieri.
Avrai una vita perfetta. Tutto sarà come l'hai sempre voluto.
Affare fatto?
Neil è un Insano di vent'anni, ripudiato dalla società Paziente in cui ha scelto d...
L'ennesima giornata di noia era finita. Neil diede la buonanotte a sua madre, poi si ritirò in camera sua e si distese sul letto.
Erano passati tre giorni da quando aveva visto Anandria l'ultima volta. Non si erano più risentiti e Neil era ancora piuttosto turbato. Certo, ogni tanto era normale avere una piccola incomprensione tra amici, ma loro avevano sempre condiviso le stesse idee e non si erano mai trovati in disaccordo. Anche se non era successo niente di grave, Neil avvertiva un clima di tensione a cui non era abituato, e la terribile paura di perdere la sua unica vera amica lo assaliva senza tregua. Avrebbe dovuto chiarire con lei prima possibile.
Il silenzio della notte lo stordì. Le sue giornate erano fatte di silenzi, la sua stessa vita sembrava tessuta di una tacita monotonia. Quante volte aveva sognato che le cose cambiassero, quante volte aveva immaginato di essere il protagonista di una storia interessante, anziché un misero ragazzino insignificante. Quante volte aveva desiderato un'avventura che cambiasse il significato di quella vita scialba.
Un rumore lieve e insistente richiamò la sua attenzione. Una goccia: nient'altro che una goccia che perdeva dal lavello della vasca da bagno, cadendo a intervalli regolari nella vecchia bacinella messa lì apposta per contenere la perdita. La bacinella si era riempita e il suono delle gocce a contatto con l'acqua era insopportabilmente martellante.
Stizzito, Neil cercò di ignorarlo, tappandosi le orecchie con i lembi del cuscino; poi si raggomitolò tra le lenzuola e provò a dormire. Ma il rumore continuava, insistente, e dopo qualche minuto di vani tentativi Neil scattò a sedere, vinto dalla rabbia, scese dal letto a castello ed entrò in bagno. Agguantò con malagrazia la bacinella, la svuotò e la posò a terra, accanto al lavandino; poi, all'improvviso, si lasciò cadere sul bordo sbeccato della vasca da bagno e scoppiò in un pietoso pianto di rabbia e di sconforto.
Erano quelle le uniche avventure che poteva aspettarsi: combattere contro le zanzare e le perdite d'acqua. Era deprimente, triste e terribilmente umiliante, ma era la sua vita, nascosta e dimenticata dal mondo.
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Una telefonata. Era bastata una telefonata a fargli tornare un'ombra di sorriso sul volto.
Neil mise giù la cornetta e tirò un respiro di sollievo: aveva chiarito con Anandria. Era stata lei a chiamarlo, tormentata dalle sue stesse paure. Gli aveva detto che le dispiaceva di non essersi fidata di lui e di essersi agitata così tanto per una cosa così stupida, ma erano giorni che il lavoro la stressava più del dovuto, e ultimamente in giro non sentiva altro che notizie negative. Neil la capiva; anche lui forse aveva sbagliato a prendere tutto con leggerezza. Ad ogni modo, la questione adesso era risolta.
Era questo il bello di Anandria: sia quando sbagliava sia quando aveva ragione era disposta a mettere tutto in discussione e ad assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti quando le persone che la circondavano non riuscivano a stare bene con lei.