Quella notte, il signor J. pensava.
Pensava alla bellezza di vivere che da poco aveva scoperto. Toccò con delicatezza una spalla candida di Jamie, che dormiva tranquilla accanto a lui, e sorrise felice. L'amava, la desiderava.
L'orologio segnava le due, ma il signor J. non riusciva ad addormentarsi; una cosa che non gli accadeva da quando era ancora uno stupido Insano. Era strano, in effetti.
Quella mattina aveva preso la sua pillola numero centocinquantuno, la prima della quarta confezione della sua vita. Solo pochi mesi e tutto era cambiato. Pochi mesi di felicità, una vita intera di freddo dolore. Una vita fatta solo di inverni.
Si strinse a Jamie, stando attento a non farla svegliare, e le carezzò i capelli. Era inutile preoccuparsi e perdersi nei ricordi. Non era più solo, adesso: aveva un bel lavoro, i suoi ragazzi lo adoravano, aveva molti amici con cui stava bene, e poi aveva lei.
Jamie era perfetta: era la donna che aveva sempre desiderato e che mai avrebbe potuto abbandonare, era la donna con cui voleva condividere il resto della sua vita. Era lei che voleva al suo fianco, era lei che bramava, era da lei che desiderava un figlio. Soltanto da lei.
Si rasserenò col tocco dei suoi capelli tra le dita e riuscì finalmente a prendere sonno, scacciando via ogni pensiero.
L'alba arrivò presto, più rossa che mai. Il signor J. si svegliò da solo nel grande letto a baldacchino.
Toccò la parte del materasso in cui dormiva Jamie. Era fredda.
Sorpreso, si mise a sedere e strizzò lo sguardo, cercando segni di lei nella stanza. La porta socchiusa lasciava penetrare una sottile striscia luminosa.
Il signor J. si alzò assonnato dal letto e si trascinò fuori dalla camera. Quando uscì nel corridoio, la luce dei lampadari lo investì bruscamente e lui dovette coprirsi con le mani gli occhi che lacrimavano.
La porta del suo vecchio studio era spalancata: sparso a terra, un tappeto di fogli e vestiti. Jamie era lì e gli dava le spalle, intenta a piegare quel maglione di un rosso intenso che le stava così bene.
Il signor J. sorrise e la raggiunse.
«Buongiorno, tesoro!» le disse, ma lei non rispose.
Lui le si avvicinò di più e notò che Jamie, man mano che piegava i vestiti, li infilava in grosse valigie straripanti. Sul suo bel viso spuntava un'espressione stizzita.
«Jamie...»
Lei finse di non sentirlo.
«Jamie, che cos'hai?»
Lui le posò le mani sulle spalle e la scosse appena.
«Voglio andarmene.»
Il signor J. la guardò, incredulo. «Cosa?»
«Hai capito benissimo. Vado via.»
Il silenzio era nero e doloroso.
«Che stai dicendo?» fece poi il signor J.
«Non voglio più vederti.»
«Perché?»
«Perché amo un altro, va bene?» sbottò Jamie. «Perché amo un uomo che mi capisce davvero, amo un uomo che sa sempre cosa fare e che non sbaglia mai. E lui è molto più bello e attraente di te!»
Quelle parole lo schiacciarono come si schiaccia un minuscolo, disgustoso insetto. Il signor J. si immobilizzò, mentre Jamie si voltava verso di lui, lo sguardo di fuoco e le pupille rosse come il sangue. Fiamme glaciali presero a scaturire dalle sue braccia, circondando ogni cosa: i vestiti, le carte, le valigie, i mobili e il corpo sottile di lei, che sembrava nutrirsi di quel fuoco innaturale.
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Il Ponte di Nessuno
AventuraUna pillola al giorno, e ti amerai di più. Una pillola ogni mattina, e non avrai pensieri. Avrai una vita perfetta. Tutto sarà come l'hai sempre voluto. Affare fatto? Neil è un Insano di vent'anni, ripudiato dalla società Paziente in cui ha scelto d...