14 - Buonanotte

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"Con grande sollievo,

la redazione ha appreso la notizia che
Eloise Bridgerton è fuori pericolo.
Da alcune indiscrezioni,
pare abbia affrontato un intervento rischiossimo, ma che adesso stia bene. Fonti vicine alla famiglia hanno dichiarato che nonostante il sovraffollamento in ospedale,
due medici hanno rischiato il tutto per operarla. Purtroppo entrambi permangono nell'anonimato, ma chiunque siano siamo loro molto grati. Dunque la rivista attende con ansia il ritorno in scena della singolare e mai scontata Eloise Bridgerton e della sua mai noiosa famiglia."

High Society News - 11 giugno 2022
9 am

Thorton Medical Hospital

La sensazione della vittoria riempie i polmoni, carica i muscoli, stimola tutti i neuroni. Siamo nati per vivere questi momenti, bramiamo con ogni parte della nostra anima queste sensazioni. La vittoria è la più grande garanzia di vita ed io mi ero sentita così viva dietro al vetro della degenza di Eloise Bridgerton. Aveva riposato tutta la notte, dopo l'intervento, ed io ero rimasta in quella posizione per ore, a fissare lei dormire, i monitor a cui era legata scampanellare a tempo e la sua famiglia tornare a vivere. Era sempre stata questa l'essenza e il fine di ogni mio gesto. Combattere contro la morte, strapparle di mano le persone, ridarle ai loro cari. E per ore rimasi sulle mie gambe a godere di questa vittoria. Eloise passò la notte bene, nessuna complicazione, nessuna anomalia improvvisa, niente dolore. Aveva riabbracciato sua madre e i suoi fratelli. Aveva stretto la mia mano, ogni qualvolta ero entrata per controllarla. Violet al suo fianco aveva fatto nottata, le aveva tenuto la mano fino all'alba, come per accertarsi che non fosse stato tutto un sogno, che sua figlia era viva. Al di là del vetro tutti gli altri Bridgerton erano rimasti a fissarle. Poi ai primi raggi di sole le mie forze erano finite, i miei polmoni avevano cominciato a riempirsi lentamente e miei neuroni a scaricare di meno.

"Hale..."
Una mano si posò sulla mia spalla. Riaprì gli occhi e feci fatica a mettere a fuoco la sagoma che avevo davanti. Un dolore partì dal mio collo e mi fece svegliare definitivamente. Era Craine.
"È il caso di tornare a casa."

Mi tirai sù, sulla sedia della sala medici e mi passai una mano sulla faccia. Non ricordavo di essermi addormentata e di averlo fatto con la testa che penzolava di lato. "Eloise?"

"È stabile."

Guardai l'orologio. Segnava le 6:40 del mattino. Quella era una doppia vittoria.

"Aspetto il giro visite delle otto." contrattai. Mancava d'altronde solo un'ora e venti, così avrei potuto visionare l'andamento degli esami e controllare la gamba.

"No. Vatti a cambiare. Hai finito." sentenziò lui.

"Non ci vorrà molto..."

"Hale." fermò ogni mio intento assonnato di controbattere. "Non era un consiglio, ma un ordine."

Si tolse il fonendo dal collo, chiuse un paio di cartelle e cominciò a svuotare le tasche della sua divisa. Io sbuffai, con gli occhi gonfi di sonno, mi alzai all'impiedi e barcollante mi avviai verso il corridoio.

"Hale, gli spogliatoi sono dal lato opposto." mi richiamò lui.

"Vado a salutare Eloise." dissi di spalle, senza voltarmi.

Immaginai Craine scuotere la testa e andai da lei. Arrivai alla sua degenza e mi accorsi che Violet non era più al suo fianco. Adesso, vicino al letto, a tenerle la mano c'era suo fratello: Benedict. Esitai sulla maniglia per qualche istante, indecisa su quale movimento eseguire. Aveva sicuramente obbligato la madre ad andare a riposare e si era offerto lui per fare da cambio. Eloise, sul letto, dormiva beatamente, con il viso rivolto verso il suo. Mi trattenni per un secondo e poi aprì la porta silenziosamente. Anche lui, sulla sedia, riposava con un respiro leggerissimo. Entrai in punta di piedi, sperando di non svegliare nessuno dei due e controllai i parametri di Eloise in religioso silenzio. Impostai il timer della pressione ogni venti minuti, diedi uno sguardo ai battiti e alla saturazione. Era tutto nella norma, come mi aveva detto Craine. Guardai Eloise per un pò e sentì piccole scintille di gioia pizzicarmi il petto nel vederla serena e sana, con tutta la vita davanti. Lo sguardo mi scivolò poi sul suo braccio, sulle loro mani intrecciate e infine su di lui. Aveva l'aria estremamente stanca, così tanto che ebbi l'istinto di adare a fargli la stessa predica che Craine aveva fatto a me. Ma mi trattenni anche stavolta, vidi che aveva la testa reclinata sul lato per evitare un raggio di sole che altrimenti lo avrebbe colpito dritto negli occhi. Mi voltai pianissimo e chiusi per metà le tende. Sentì Eloise mugolare qualcosa, Benedict ancora dormiente le strinse la mano per farle sentire la sua presenza e lei si rasserenò dopo pochi secondi. Non era stato che un piccolissimo gesto automatico, eppure mi sembrò di aver visto la dimostrazione di affetto più vera e incodizionata che un fratello potesse fare ad una sorella.
E lo ammirai per questo.

La Giardiniera || Today's Bridgerton Vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora