13.

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「 in this chapter there will be more beronica moments 」

"Jug, calmati!" Supplicò Betty, cercando di calmare un ansioso Jughead che camminava freneticamente per la sua camera.

"Betty, non capisci, penserà che mi sia inventato l'incidente per andare da Pop's con te! Penserà che io abbia mentito per farla andare via!"

Betty aggrottò le sopracciglia, era strano (e difficile) vederlo scervellirsi per Cheryl: "Jughead, glielo spiegherai domani a scuola magari, smettila di stressarti."

"Non ho nemmeno il suo numero, tu ce l'hai?"
Chiese Jughead accigliandosi.

"No." Finse Betty.

Jug sospirò. Un piccolo malinteso aveva rovinato le cose, e il fatto che avrebbe dovuto aspettare il giorno dopo per chiarire, lo agitava ancora di più: "Dannazione!" Prese a pugni il muro di fianco alla porta della stanza di Betty.

"Whoa.. tieni le mani giù, Jug." Disse prima di alzarsi dal letto e chiudere la porta.

"Penso che tornerò a casa, sono abbastanza sicuro che se rimango un altro po', Polly mi ucciderà." Scherzò lui.

Alice e Polly, erano ancora arrabbiate con Jughead per "aver spezzato il cuore" di Betty, nonostante lei spiegasse sempre che la cosa era reciproca.
Era imbarazzante quando scontrava Jughead ed era in compagnia di sua mamma o sua sorella, ma non poteva davvero biasimarle.
Chi non sarebbe arrabbiato vedendo sua sorella tornare a casa piangendo e rimanere a letto per due settimane?

"Va bene, ti accompagno fuori." Si offrì gentilmente mentre riapriva la porta.

Jughead ringraziò e salutò Betty prima di incamminarsi verso "casa".
Controllava il suo telefono ogni minuto, nel caso in cui Cheryl gli scrivesse o qualcosa del genere, anche se non ricordava di averle mai dato il suo numero.
Ma era comunque Cheryl Blossom, lei poteva tutto.

Finalmente tornato al parcheggio delle roulotte, si infilò in telefono in tasca.
Poi aprì la porta, si tolse il cappotto e lo buttò sul divano.
Riusciva ancora a sentire il profumo di Cheryl, sul divano, sul letto, e ovunque girasse in quella piccola tana.

Era strano, quello che stava succedendo. Gli piaceva, poi la odiava, e poi.. le piaceva di nuovo? Tuttavia, l'aveva sempre odiata. Forse non ieri sera, ma precedentemente sì.
Aveva reso la sua vita un inferno per così tanti anni, e anche se ormai aveva capito il perché, non voleva ancora giustificarla.

Ma forse c'era di più. Forse c'era qualcos'altro, oltre alla morte di suo fratello e di suo padre, e alla madre violenta. A scuola non aveva amici. Lo addolorava vederla così: fredda, crudele e apparentemente senza cuore. Perché non era lei, la vera lei.

Poteva essere dolce, gentile, aveva senso dell'umorismo, cose che probabilmente nessun altro sapeva. Era una persona straordinaria, e profonda. Poteva anche capire perché lo nascondesse, indossava una maschera dura e forte per non far vedere quanto fosse distrutta e spaventata veramente. Aveva problemi di fiducia diversi da quelli di chiunque altro, non si sarebbe mai aperta con nessuno.

Tranne che con lui, con lui l'aveva fatto. E l'aveva rovinato.

Jughead non riuscì a dormire tutta la notte, aveva chiesto a tutti quelli che conosceva di mandargli il numero di Cheryl, e non riusciva a spiegare il perché del suo comportamento e della sua agitazione. Fu una nottata difficile per lui.

Someone to stay | Cheryl & Jughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora