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Cheryl corse davanti alla folla, lacrime scendevano dai suoi occhi rovinando tutto il suo mascara e facendola sembrare un pasticcio totale. Non smetteva di correre, era l'unica cosa che poteva fare in quel momento. Arrivata finalmente alla porta, l'aprì e sfrecciò fuori, correva ma non era diretta da nessuna parte.
La sua vista era sfocata e aveva i capelli tutti sul viso.
Sentiva alcune voci provenire da dietro, ma una le sembrava dolorosamente familiare.

"Cheryl! Aspetta!" Urlava Jughead, mentre correva dietro alla rossa.

Ha provato a correre in ogni direzione, quasi come se non sapesse dove andare, il che era vero. Non c'era nessun posto, non poteva tornare a casa, perché se solo la madre l'avrebbe vista in quelle condizioni l'avrebbe spezzata. Era notte e la scuola era chiusa, non poteva nascondersi negli spogliatoi come faceva di solito quando si sentiva orribile nel bel mezzo di una giornata, un segreto che nessuno conosceva.

Non aveva amici, almeno non veri amici A nessuno piaceva, e in quel momento tutto le ricordava questa cosa. Era l'esempio di un'adolescente traumatizzata e stronza a cui nessuno importa veramente. La gente la seguiva perché era spaventata da lei, dai suoi genitori, dalla sua famiglia. Era la ragazza ricca che otteneva sempre quello che voleva.

Dopo due minuti che correva, le sue gambe alla fine cedettero. Crollò a terra, provando quello che era il più grande attacco di panico che avesse mai avuto. Pensava di poter morire, sperava di farlo. Aspettava che il suo cuore si fermasse, o che un'auto la investisse, o qualsiasi cosa.
Ed effettivamente qualcosa successe, ma non qualcosa che si aspettava.

Due braccia calde, morbidi ma forti allo stesso tempo, avvolte attorno a lei.

"Shh.. andrà tutto bene, respira."

Provava a respirare ma non ci riusciva; ansimava, singhiozzava e piagnucolava.

Prima che se ne rendesse conto, qualcuno la tirò a sè, con le braccia che ancora la avvolgevano. La sua testa era appoggiata a quello che si presumeva fosse il petto di un ragazzo.

"Andrà tutto bene, respira.. mi prenderò io cura di te." Disse, mentre la sua mano iniziava a massaggiarle circolarmente la schiena, calmandola.

Dopo alcuni secondi, guardò dolcemente in faccia il suo soccorritore.

"J-Jughead?" Chiese piano, era troppo debole per mostrare il suo shock.

"Sì.. non credo tu te l'aspettassi." Disse arrossendo e spostandosi leggermente i capelli.

"Perché-" Chiese in un modo a malapena udibile.

Ma Jughead in qualche modo riuscì a sentirla.

"Perché non te lo meritavi, tutto questo. So cos'hai passato, Cheryl. Tu meriti molto di meglio."

Piagnucolò ancora una volta, questo spezzò il cuore di Jughead. La tirò sul suo petto, appoggiando il suo mento sopra la sua testa. La accarezzava come se fosse di vetro, come se un minimo movimento avrebbe potuto romperla e frantumarla completamente.

"Jughead.."

"Cosa c'è?" Chiese con calma.

"Non voglio tornare a casa stasera, nè domani, mai."

Cheryl alzò lo sguardo e Jughead la guardò negli occhi, lei si aspettava un accenno di disgusto o rifiuto.
Invece trovò occhi amorevoli e premurosi, appartenenti all'attraente ragazzo di fronte a lei.

Il ragazzo sussultò alla sua dichiarazione, rendendosi conto di quando fosse disperata e bisognosa: "Okay." Rispose gentilmente.

Lo fissava incredula. Lui ridacchiò dolcemente, e questo le faceva svolazzare il cuore, anche se non sapeva perché.
La strinse forte, come se stranamente non volesse lasciarla andare.

Someone to stay | Cheryl & Jughead Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora