CAPITOLO 5

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Ad inizio settembre, L'Avana era afosa e piena di colori vibranti. Il breve acquazzone che aveva colpito l'aereo nella fase di atterraggio si era già esaurito quando Romy ritirò la sua valigia e si diresse verso il terminal degli arrivi.

Viaggiare in prima classe era stata un'esperienza unica, ma l'avrebbe apprezzata di più se la ragione di quel viaggio non avesse rappresentato un peso al cuore. Era felice di aver dormito per la maggior parte del viaggio, in modo da arrivare a destinazione molto più rinfrancata di prima.

Notare il proprio nome scritto su un cartello sorretto da un autista vestito di tutto punto le fece ricordare di essere giunta nella patria di Rayan. Stava per affrontare faccia a faccia l'uomo con il quale aveva trascorso una notte bollente, per poi svegliarsi da sola e senza il minimo sospetto della serie di conseguenze devastanti delle proprie azioni... L'uomo che non sapeva nulla di quello che le era successo dopo averla abbandonata alle prime luci del giorno.

Scacciò dalla propria mente quei pensieri. Aveva fatto giurare a Jordi di mantenere segreto il fatto che fosse incinta del fratello. Lui non ne era stato contento, ma aveva rispettato il desiderio di lei di informare Rayan solo una volta accettata la nuova piega che aveva preso la sua vita.

A quanto pareva, invece, non c'era stato alcun bisogno di informare Rayan perché il destino e la natura avevano fatto altre scelte... Lasciandola con il cuore a pezzi e con il morale a terra per tanto, tantissimo tempo.

Seguendo l'autista, Romy venne accolta dall'abbagliante luce del tardo pomeriggio e da una cacofonia di voci e di squillanti clacson. Indossando gli occhiali da sole, si portò la borsa sulla spalla e lanciò un sorriso all'autista che le aprì la portiera di una lunga limousine.

Differentemente dalla macchina lussuosa che lei e Rayan avevano condiviso in quella lontana notte, quell'auto era argento e brillava alla luce del sole, attirando gli sguardi dei passanti.

Lottando contro lo strano desiderio di rifiutare il passaggio, salì a bordo. I finestrini e i sedili erano identici e l'odore della pelle riaccese ricordi che preferiva non rievocare.

Allontanò quei pensieri dalla mente e osservò la città. Era proprio come Jordi gliel'aveva spesso descritta con travolgente passione. La maggior parte degli edifici risalivano al periodo precedente al comunismo, mentre altri erano fatiscenti a causa della situazione economica sofferente.

Eppure, ad ogni angolo erano presenti i segni della ricostruzione e dell'orgoglio di possedere un ricco patrimonio artistico composto da statue, piazze con mosaici, una cattedrale barocca e anche dai graffiti che imbrattavano edifici centenari posti tra strette stradine.

La risposta stringata degli avvocati di Rayan alla sua e-mail l'aveva informata del fatto che avrebbe alloggiato in uno degli hotel Sandemetrio della città. Romy non si vergognò di ammettere di esserne stata sollevata. Doveva essere preparata e agguerrita per il suo prossimo incontro con Rayan.

Il traffico era scorrevole e la limousine entrò nel portico d'ingresso dell'hotel dopo solo mezz'ora. Sandemetrio Hotel era un magnifico edificio a dieci piani posto su un viale decorato da palme che divideva il quartiere moderno dalla famosa città vecchia.

L'hotel a sei stelle era il frutto di una scrupolosa ristrutturazione di un palazzo barocco e gli architetti avevano mantenuto il più possibile il magnifico aspetto originario.

All'interno, il soffitto dorato che presentava una mappa dettagliata del mondo era illuminato da enormi e bellissimi lampadari di cristallo, mentre il foyer era decorato con piante di palme e poltrone in pelle che invitavano gli ospiti a sedersi per godere di quella strabiliante architettura.

ROMY E IL SUO MAGNATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora