CAPITOLO 8

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Aveva la mano stretta a pugno e l'espressione tirata per il forte autocontrollo. Lei si rifiutò di accettare il suo ragionamento e l'eredità lasciatale da Jordi.

"Nonostante tutto, però, io non mi merito quel denaro."

"E tua madre merita di essere abbandonata?"

"Ma cosa dici?! Io non l'ho abbandonata! Ho fatto tutto quello che potevo per lei! TUTTO!"

"Hmm... Davvero? Proprio tutto? O hai fatto solo il minimo sforzo per poi gettare la spugna, esattamente come hai fatto con il nostro bambino?"

Quelle parole così fredde, così dure, così non vere le frustarono l'anima.

"Tu non hai il diritto di dirmi queste cose!"

"Certamente che ne ho il diritto, Romaine! Ne ho tutti i diritti. Non c'è modo di riparare quello che hai fatto."

"Mi dispiace non averti avvertito subito! È questo ciò che vuoi sentirti dire, Rayan? Vuoi che m'inginocchi e implori il tuo perdono? Ti sentiresti più a posto se lo facessi?"

"Non fare la melodrammatica... Non adesso! Non dopo aver commesso una tale atrocità. E non fare la stupida. Sai quello che voglio. Lo sai molto bene."

Completamente fuori di sé, Romy gettò la borsa sul divano.

"Ma come puoi anche solo domandarmi una cosa del genere? Come puoi anche solo pensare di fare un passo così... cruciale guardandomi con tutto quest'odio? Non hai mai pensato ai miei sentimenti?"

Rayan si diresse verso la finestra, passandosi una mano tra i capelli. Lei pensò che non le avrebbe mai risposto a quelle domande. Quando però si voltò, l'espressione di lui era divenuta ancor più dura e gli occhi completamente imperscrutabili.

"Non c'è bisogno che tu mi piaccia per portarti a letto... e viceversa," disse lui e mentre Romy cercò di seguire il suo punto, lui continuò. "Credo che prima del nostro ultimo incontro, non eravamo molto entusiasti l'uno dell'altra. Eppure, abbiamo dato prova di essere compatibili a letto... parecchio compatibili."

L'assurdità del suo ragionamento la colpì con durezza.

"Pensi che quel momento di debolezza sia paragonabile a questo... rapporto di convenienza che tu stai proponendo?"

"Sì, è così. E questa volta lo affronteremo a mente lucida e con un obiettivo preciso. E tu stai sbagliando di grosso pensando di avere qualche scelta diversa. Puoi solo dire di sì."

"Davvero? Be'... tu stai sbagliando di grosso pensando di forzarmi ad accettare. Perché la mia risposta è no!"

"Non ti forzerò affatto. Tu resterai qui, in questa villa, e ci penserai a tutto questo. Domani mattina mi darai la tua risposta. E preferirei che fosse un , Romaine"

"Altrimenti? Cosa succederà se dirò di no al potente e ricco magnate cubano Rayan Sandemetrio?"

"Altrimenti nulla. Con ciò intendo dire che entrambi rimarremo a mani vuote. Tu non potrai sottoporti alla fecondazione da parte di uno sconosciuto donatore di sperma in Inghilterra."

"Pensò proprio che non sta a te decidere quello che devo o non devo fare..."

"Be', qui ti devo contradire... Questa mattina ho fatto in modo di farti rimpiazzare da un'altra richiedente... Così, non hai più la possibilità di portare avanti questa idea assurda..."

Lei sobbalzò.

"Che cosa hai fatto?"

"Andiamo, Romaine, sei tante cose, ma non sei sorda. Inoltre, ho istituito un fondo per permettere ad ulteriori cinquanta donne di poter avere lo stesso sostegno economico. La clinica di fertilizzazione ne è rimasta entusiasta. Non possono cancellare il tuo nome senza il tuo esplicito consenso, ma temo che tu non sarai più in cima alla lista quando li informerò del fatto che hai deciso di dare un'altra possibilità al... metodo tradizionale. E che lo farai con me."

ROMY E IL SUO MAGNATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora