CAPITOLO 12

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Pian piano che lui si avvicinava a lei, il suo sguardo s'incatenò a quello di lei. Si fermò davanti a lei.

"Il tour che ti avevo promesso dovrà aspettare, Romaine," disse lui piano. "Ho ancora qualche telefonata da fare e domani dovremo alzarci presto. Perciò, ti voglio pronta e, soprattutto, riposata."

Anche se il modo in cui la fissava la fece arrossire, Romy continuò a sostenere il suo sguardo.

"Sai, Rayan... Non c'è bisogno che tu continui a fare questo..."

"E cos'è che dovrei smettere di fare?" domandò Rayan alzando un sopracciglio.

"Ricordarmi ogni momento il fatto che noi... che io sarò..."

"Che tu sarai nuda nel mio letto domani sera? Che le mie mani accarezzeranno di nuovo il tuo corpo? Che diventerai la madre di mio figlio?" finì lui la frase al posto di lei.

"Devi per forza dirmi queste cose?" chiese Romaine e sentì le guance andare a fuoco ricordando immagini che si era illusa di aver cancellato dalla sua mente.

Rayan ignorò la sua domanda e alzò leggermente una mano e tracciò la linea del suo viso con la unta delle dita.

"Arrossisci così in fretta, pequeñita... Basta una sola parola... Se qualcuno ti vedesse adesso, potrebbe pensare che sei un angelo mandato dal cielo sulla terra..."

Quella osservazione fu detta con un tono che le fece bollire il sangue nelle vene... Lei cercò di fare un leggero passo indietro ma non ci riuscì. Voleva il suo tocco leggero... Voleva che lui la vedesse per quello che era veramente. L'atmosfera tra di loro diventò di nuovo pesante.

"Se questa è l'immagine che si può avere di me, non posso farci niente. Non ho mai avuto questa pretesa assurda di essere un angelo... Ma non sono neanche il demonio che tu pensi che io sia, Rayan. E mi dispiace che stai continuando a vedermi in questo modo."

La mano di Rayan lasciò il suo viso, le accarezzò i capelli lunghi e setosi per poi stringersi intorno alla sua nuca.

"Ti dispiace veramente, Romy?" sussurrò lui socchiudendo gli occhi leggermente.

Sentendo un velo di dolore nella voce di Rayan, lei desiderò fortemente stringerlo fra le sue braccia e cullarlo... e restare così per sempre.

"Sì, Rayan... mi dispiace..."

"Be', direi che questo si vedrà con il passar del tempo..."

Il cuore di Romy si strinse e, con determinazione, lei fece un passo indietro, lasciandolo con la mano nell'aria.

"Non scordare quelle chiamate che dovevi fare... di sicuro si tratta di qualcosa di molto più importante di questa conversazione..."

Rayan rimase fermo senza muoversi di un solo passo e la fissò per un secondo.

"Buenas noches, Romaine."

Lei non rispose. Le emozioni bloccate nella gola le impedivano di parlare. Rimase in silenzio mentre lui si girò e uscì dalla stanza.

Poi, incapace di rimanere un minuto in più in quella terrificante camera, si diresse verso il patio esterno. La brezza della sera la rinfrescò, ma la sua mente era ancora tormentata dalle parole di Rayan e dagli eventi della giornata.

Lui non le aveva mai risposto da quanto tempo fosse a conoscenza della gravidanza che aveva perso, ma se era vero che ne aveva discusso con Jordi, allora dovevano essere pochi mesi.

Sussultò nell'immaginare tutto il tempo in cui aveva dovuto reprimere la propria ira. Per quanto tempo ancora si sarebbe comportato con così poca clemenza con lei? Fino a quando non gli avrebbe dato un altro bambino? Come avrebbero potuto andare a letto insieme se Rayan la odiava così tanto? Se lei lo trovava così detestabile?

ROMY E IL SUO MAGNATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora