CAPITOLO 7

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Un profondo stato di shock e smarrimento lasciò Romaine immobilizzata per alcuni secondi. Ripresasi, si alzò in piedi e gettò velocemente il contratto sulla scrivania.

"Sei per caso, fuori di testa?"

Ovviamente, era una domanda retorica, perché era sicura al cento per cento che Rayan fosse assolutamente uscito di senno, per il dolore e per qualsiasi altra motivazione. Eppure non sembrava impazzito, bensì brutalmente determinato e controllato.

"Assolutamente, no," confermò lui. "Perfettamente sano. E posso assicurarti che questa è una delle decisioni più ponderate che io abbia mai preso."

Il cuore di Romy iniziò a battere così forte da farle mancare il respiro.

"Allora ho paura ad immaginare quelle insensate!"

Lui sorrise freddamente.

"Concentriamoci su una questione alla volta."

"NOI non ci concentreremo proprio su NULLA, dato che quello che suggerisci con tanta nonchalance non accadrà mai e poi mai!" ribatté lei.

Non si rese conto di stare indietreggiando, fino a quando lui non si alzò in piedi e scattò verso di lei.

"Dove diavolo credi di andare, Romaine?"

"Indovina un po', señor Magnate... Fuori da questa casa, via da questo paese! Me ne vado!"

"No, tu non andrai da nessuna parte."

Il suo tono di voce così letalmente soft, la fece rabbrividire, ma Romy non si fermò... Continuò ad indietreggiare.

"Tu guardami..."

"Infatti, ti sto guardando, Romaine. Ma tu non vuoi rendertene conto che le tue scelte sono limitate, se non inesistenti."

"Be'... Posso scegliere di NON rimanere qui un altro secondo in più. Posso scegliere di NON continuare questa insensata conversazione con te."

In un gesto parecchio indolente, Rayan si mise le mani nelle tasche. Ma nel suo sguardo non c'era niente di indolente. Lui socchiuse gli occhi seguendo ogni suo movimento come se Romy fosse la sua preda e lui, il predatore spietato.

"Molto bene, Romaine... Giocherò il tuo gioco... per un po'. Vediamo... Puoi scegliere di lasciare questa stanza, ma come pensi di poter fuggire da questa casa?"

Lei si appoggiò alla porta e raggelò.

"Tu... Spero che tu non abbia intenzione di tenermi qui contro la mia volontà!"

"Direi che questa cosa dipende esclusivamente da te. Puoi andartene via e cercare di fare il viaggio di tre ore per tornare a L'Avana o possiamo finire questa conversazione."

Romy scosse la testa, sapendo che la situazione non era affatto così semplice. Ogni secondo che passava, era sempre più sospettosa del fatto che Rayan avesse pianificato tutto con precisione meticolosa.

"Allora farò il viaggio da sola, grazie mille."

Doveva andarsene via. Doveva uscire da quella stanza... Il viaggio di ritorno sarebbe stato costoso, ma avrebbe usato la carta di credito e pensato alle conseguenze in seguito.

Senza smettere di fissarlo, Romy afferrò la maniglia della porta alle sue spalle. Fu sollevata quando riuscì ad aprirla. Ma mentre si stava preparando a lasciare quella stanza, Romy si rese conto che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrebbe visto Rayan.

Osservò ancora per un breve secondo i suoi bellissimi lineamenti scolpiti, la mascella squadrata, le spalle incredibilmente ampie, che Jordi le aveva detto essere frutto del suo passato da quarterback durante gli studi universitari negli Stati Uniti, il fisico slanciato e muscoloso.

ROMY E IL SUO MAGNATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora