Capitolo 27

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Lexi
Jeremiah mi disse che sarebbe rimasto a Boston fino al 31, e poi sarebbe tornato per festeggiare il capodanno all'Università. Avevano organizzato un grande evento, erano graditi abiti lunghi e tacchi, smoking e scarpe eleganti. Lo champagne e il vino avevano sostituito la birra e la sangria. La sala era enorme, allestita con addobbi natalizi e un grande albero di Natale al centro. Arrivai lì con Derek e Daniel. Avevo scelto un abito rosso con i particolari oro, stretto in vita e più largo sotto. I tacchi riprendevano il colore dei particolari, non erano molto alti perché non avevo mai imparato a camminarci correttamente. Da una parte ero contenta di indossare qualcosa di elegante, non succedeva spesso, mi sentivo una principessa. Dall'altra mi sentivo a disagio proprio perché non c'ero abituata e sapevo che avrei iniziato a detestare i tacchi di lì a poco. Era per quel motivo che avevo infilato delle scarpe da ginnastica nella borsa.

Stavo aspettando che Jeremiah arrivasse. Avevo accettato i miei sentimenti da quando ne avevo parlato con Derek. Avevo immaginato che avremmo ballato insieme e che avrei potuto finalmente stargli vicina come avevo desiderato.

Chiacchierai con i miei amici e ballammo un po', la serata si era già avviata da tempo e di Jeremiah nessuna traccia. Ricevetti una chiamata da un numero che non avevo salvato in rubrica. Non risposi. Dopo un minuto mi chiamò di nuovo così accettai la chiamata. Era Conrad. Dopo essersi assicurato che fossi io mi spiegò che aveva litigato con Jeremiah proprio prima che partisse da Boston e che era preoccupato per lui. Aveva detto a Jeremiah di essere ancora innamorato di Belly e gli aveva chiesto il permesso di riprovarci con lei. Dopo il litigio Jeremiah se ne era andato via furioso e non gli rispondeva al telefono. In effetti non mi aveva più fatto sapere niente, la festa era iniziata da un po' e non era ancora arrivato, perciò mi preoccupai anche io. Dissi a Conrad che avrei provato a chiamarlo e riagganciai. Aveva iniziato a nevicare qualche ora prima dell'inizio della festa, magari aveva ritardato per il traffico, pensai, scacciando dalla testa scenari più catastrofici. Lo chiamai più volte ma non rispose. Vidi i suoi amici e chiesi loro se lo avessero sentito. Mi dissero di no.
"Pensavamo che fosse con te, se hai capito cosa intendo." disse Luke sghignazzando.
"Luke, fottiti." gli risposi mentre mi stavo già allontanando.
"Prova a guardare se è in camera." mi lanciò le chiavi.
Tornai a prendere la borsa e il cappotto al guardaroba e la ragazza che ci stava lavorando mi disse: "Brutta serata eh."
"Ed è appena iniziata." le risposi mentre mi cambiavo i tacchi con le scarpe.
"Non dirmi che in realtà sei una supereroina e stai andando a salvare qualcuno." disse osservando ciò che stavo facendo.
"È proprio quello che sto cercando di fare." le risposi allentando un po' la tensione.

Andai al dormitorio di Jeremiah, entrai in camera sua, ma non era lì. Provai a chiamarlo di nuovo e non rispose. Stavo iniziando a preoccuparmi davvero. Prima di uscire però diedi un'occhiata alla scrivania e notai la cornice bianca che gli avevo regalato. Aveva ancora la scritta 'Passo a prenderti'.
"Giuro che se torno alla festa e ti trovo lì a chiacchierare come se nulla fosse mi arrabbierò molto." dissi ad alta voce.
Andai a controllare se avesse lasciato altre tracce in bagno. Sul pavimento c'era la sua valigia aperta e aveva appeso alla doccia un completo elegante.
"Idiota."
A quel punto perlomeno avevo capito che era tornato all'università, perciò mi tranquillizzai. D'altra parte però era la notte di capodanno e invece di essere a far festa con i suoi amici aveva lasciato la giacca e i pantaloni a casa ed era chissà dove senza aver fatto sapere niente a nessuno. Pensai di tornare alla festa, se non mi rispondeva al telefono probabilmente non voleva essere trovato. Ma riflettei che là avrei passato tutto il tempo a chiedermi dove fosse e che i suoi amici sarebbero venuti a farmi delle domande. Decisi di continuare a cercarlo. Andai dove di solito lasciava l'auto ed era lì parcheggiata. Così continuai a camminare in giro per il campus, c'erano perlomeno 10 centimetri di neve sul terreno, ma almeno aveva smesso di nevicare. Pensai di avvisare Derek, ma non volevo rovinargli il capodanno. Pensai di dirlo a Belly, ma magari avrei fatto ancora più danni, se avessi ritrovato Jeremiah con lei presente. Perciò mi arresi e continuai a cercarlo da sola. Passarono venti minuti, guardai nei parchi dell'Università, nel campo da basket e in quello da pallavolo. Di lui neanche l'ombra. Decisi di fare un ultimo tentativo. Jeremiah diceva che il suo posto preferito dell'Università era la casa di John, che abitava a 5 minuti a piedi da lì. Una volta arrivata notai che i genitori di John erano dentro casa a festeggiare con altre persone, quindi Jeremiah non poteva esserci. Tornando indietro, passai nel parco vicino alla casa di John. Appoggiai le mani sullo schienale di una panchina, delusa dal mio fallimento.
"Non sono granché come supereroina." dissi pensando alla ragazza al guardaroba.
Sentii un rumore dietro di me e mi spaventai a morte.
"Lexi." mi voltai e vidi Jeremiah sdraiato a terra, che agitava braccia e gambe per fare un angioletto. Affianco a lui c'era una bottiglia vuota di liquore. Si mise seduto e mi disse: "Lexi vieni a fare l'angelo della neve con me."
A quel punto la mia pazienza terminò.
"Sei un idiota, hai idea di quanto tu mi abbia fatta preoccupare? E tu sei qui a bere e rotolarti nella neve! Muoviti, andiamo a casa e poi tornerò alla festa." gli porsi la mano perché ero sicura che fosse troppo ubriaco per alzarsi da solo.
Mi tirò e mi fece cadere su di lui. Mi spostai su un lato e mi sedetti sulla neve, bagnandomi completamente l'abito. Non ebbi le forze di dirgli qualcosa. Mi sdraiai a terra e guardai il cielo. Jeremiah poggiò la testa sulla mia spalla. Ascoltai il silenzio pesante di quella notte. Se non avesse nevicato e ci fossero stati 30 gradi in più probabilmente sarei rimasta lì a guardare le stelle. Ma erano quasi le 23 del 31 dicembre, 0 gradi, ed io ero fradicia e stesa sulla neve. Mi alzai in piedi e dissi: "Io torno in camera tua, è il posto più vicino in cui possa andare ed eviterò di dare spiegazioni ai miei genitori. Devo togliermi questi vestiti se non voglio avere la febbre domani. Tu vieni con me o no?"

Arrivammo in camera sua, sembrò essersi ripreso leggermente dopo la camminata. Riuscì a chiedermi: "Come hai avuto le chiavi?"
"Me le ha date Luke. Puoi darmi dei vestiti asciutti? Altrimenti ci metterò una vita ad asciugare il vestito con il phon." mi tolsi le scarpe e il giubbotto.
"Prendili dalla valigia." si guardò in torno. "Dove ho messo la valigia?" si interrogò non vedendola da nessuna parte.
"È in bagno." mi diressi verso il bagno.
"Sei già stata qui?" era seduto sul letto e si teneva una mano sulla testa.
"Dove avrei dovuto cercarti altrimenti?" andai a farmi una doccia.

Non è sempre estate | Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora