Capitolo 23

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Jeremiah
Da quella sera io e Lexi ci sentimmo ancora meno, non mi raccontava più come andavano le sue giornate e io non le dicevo cosa avevo fatto nelle mie. E forse era meglio così, non avrei saputo come comportarmi, se far finta di niente, se dirle che era stata un'ottima attrice o che per un istante le avevo davvero creduto.

Un giorno, appena dopo averlo fatto, io e Melanie rimanemmo qualche istante nudi sul letto. Di solito non passavamo molto tempo in quel modo, ma in quell'occasione quando mi sedetti per rivestirmi mi fermò, dicendo che aveva qualcosa da dirmi.
"Sai stavo pensando, visto che è da un po' che ci vediamo, potresti venire con me dalla mia famiglia per le vacanze di Natale."
Rimasi sorpreso dalla sua richiesta, e nella confusione le risposi: "Sì, sì, perché no?"
Mi infilai i pantaloni e mi alzai in piedi osservandola. Era contenta, fin troppo, mentre io stavo ancora cercando di assimilare la cosa. E in quell'istante mi accorsi di avere davanti una sconosciuta. Eravamo andati troppo oltre. Non sapevo niente di lei. La verità era che non volevo neanche più stare con lei.
"No, aspetta un attimo. In realtà non credo di voler venire." Melanie si era alzata in piedi e stava per abbracciarmi, quando le dissi quelle parole.
"Oh. Mi hai appena detto di sì, perché hai cambiato idea?" rimase scioccata dalla mia incoerenza.
"La verità è che non provo per te quello che tu provi per me." volevo essere sincero, ma probabilmente lo fui anche troppo.
Si infuriò e mi urlò che in tutto quel tempo non le avevo mai detto una singola cosa su di me, neanche come stessi. Neanche se mi piaceva stare con lei. Tentai di giustificarmi, in fondo anche lei non mi aveva mai raccontato niente, ma non volle ascoltarmi. Si vestì in fretta e mi mandò al diavolo mentre usciva dalla mia camera.

Qualche giorno più tardi realizzai che sarei dovuto tornare a casa per le vacanze, almeno per il giorno di Natale. E anche Conrad sarebbe stato lì. E forse anche Belly sarebbe venuta con la sua famiglia. Rimpiansi di aver lasciato Melanie. Il mio ego mi diceva che avrei dovuto portare una ragazza, ma era troppo tardi. Sentii il bisogno di raccontare i miei timori a qualcuno, così senza pensarci chiamai Lexi.
"Pronto? Jer mi hanno già avvisato i miei genitori, siete sicuri di questa cosa? Nel senso, noi veniamo volentieri, ma magari è più un pranzo di famiglia..." non riuscii a seguirla.
"Ma di che stai parlando?"
"Del pranzo del 24, tuo padre ha invitato me e la mia famiglia a pranzo da voi, ha detto che ci sarà anche un'altra famiglia... E... tu non lo sapevi." ragionai su ciò che aveva detto. Un'altra famiglia. Mio padre aveva davvero invitato Belly, Laurel e Steven.
"Non preoccuparti, dico ai miei di richiamarlo e annullare tutto." disse in risposta al mio silenzio.
"No, no, Lexi, in realtà ti ho chiamata perché avevo bisogno di te." fu lei a rimanere in silenzio stavolta. "Temevo che mio padre avesse invitato Belly e la sua famiglia per Natale. Ti ho chiamato per sfogarmi con te, nel caso non avessi di meglio da fare."
"Melanie non sa di Belly?" mi domandò.
"Io e Melanie non stiamo più insieme." arrossii mentre lo dicevo, fui grato che non potesse vedermi.
"Mi dispiace." fece una pausa, poi continuò: "Secondo te c'è ancora il venditore di zucchero filato?" sorrisi.
"Dammi il tempo di chiamare mio padre e passo a prenderti."

"Jeremiah, come stai?" stranamente mio padre rispose subito al telefono.
"Perché hai invitato Lexi e la sua famiglia a passare il Natale da noi?" dissi arrabbiato.
"Non il Natale, sciocco, quello sarebbe strano. Il pranzo del 24. Non te lo avevo detto?" disse lui con tranquillità.
"No, papà, non me lo avevi detto. Perché lo hai fatto?" continuai trattenendo la collera che mi ribolliva dentro, faceva sempre tutto senza avvisarmi.
"Mi hai detto che tu e quella ragazza siete amici, pensavo ti avrebbe fatto piacere. Laurel mi ha chiesto se potevamo rincontrarci, fare un brindisi a Susannah. So che le cose non vanno bene tra te, Conrad e Belly, perciò ho pensato che se ci fosse stato qualcuno di esterno alla vicenda, la situazione si sarebbe smorzata. E poi il papà di Lexi mi disse che un giorno avremmo mangiato intorno allo stesso tavolo, brindando ai nostri figli. Non trovi che sia l'occasione giusta?" capii che lo aveva fatto per me. E per mamma. Perché sapeva che avrebbe voluto vederci riuniti intorno ad un tavolo nonostante tutto, e anche io lo sapevo.

"Non credo che dovresti fingere Jeremiah." mi sgridò Lexi mentre si portava alla bocca un batuffolo di zucchero filato. "Nel senso, all'inizio ci sarà un po' di imbarazzo, è naturale, troverete insieme il modo di superarlo. Se ti fai vedere troppo spavaldo si renderanno conto che stai fingendo."
"Nessuno usa più la parola spavaldo." la presi in giro. "A proposito di fingere, mi è venuta un'idea. Fingi di essere la mia ragazza, il 24." le proposi.
Scoppiò a ridere, allora mi giustificai: "Dai, sei brava a mentire. Hai fatto un monologo da Oscar l'ultima volta che ci siamo visti." non avevamo ancora parlato di quella serata.
Trattenne un sorriso, prima di dirmi: "È fuori discussione. Ci saranno i miei genitori e poi sto con Noah... Proprio no! Non complichiamo la situazione, sarà già abbastanza impegnativo presentarsi come la ragazza con cui hai fatto un incidente."
"Ti prego, ti prego." insistetti. "E se arrivassi là e scoprissi che Belly sta con mio fratello? Non posso presentarmi da solo."
"Ti ho già detto di no."
"Va bene vado a scrivere a Melanie." le dissi scherzando, sperando che cambiasse idea.
"Devi imparare a stare da solo e devi far vedere loro che sai stare da solo. Non presentarti là con il primo rimpiazzo che trovi." mi parlò seriamente.
"Va bene, va bene. Ma quando mi vedrai piangere non sentirti troppo in colpa." incrociai le braccia per mostrare il mio dissenso.
Mi arruffò i capelli.
"Come vanno le cose con Noah?" le domandai dopo un po'.
"Bene, anche se ora non ci vedremo per un po', torna in Canada per le vacanze." avevamo finito lo zucchero filato e stavamo passeggiando.
"Non vai con lui?" sapevo la risposta ma volevo esserne sicuro.
"No, non ne abbiamo neanche parlato." fece spallucce.
"Se te lo avesse chiesto saresti andata? Un mese in Canada con un ragazzo con cui stai da un mese?"
"Non so, forse. Io e Noah ci conosciamo da molto più tempo di un mese comunque. Magari avremmo preparato gli esami insieme."
Risi.
"Che c'è da ridere?" mi guardò perplessa.
"Fate qualcos'altro insieme oltre a studiare?" dissi divertito.
"Certo. Ma quelli non sono affari tuoi." era la prima volta che mi diceva che qualcosa non era affar mio, di solito mi raccontava sempre tutto senza bisogno di chiedere.
"È che non ti vedo molto presa da lui." insistetti.
"E tu che ne sai di come sono quando mi piace una persona?" mi guardò sfidandomi.
"Non so niente, perché da quando tu e Brian vi siete lasciati non provi più sentimenti." scoppiò a ridere e mi colpì una spalla. "Stai solo aspettando che torni." continuai.
Mi aveva raccontato che Brian era stato il suo ragazzo per quasi tutti gli anni delle superiori. Poi lui si era trasferito in Inghilterra da sua madre, per fare lì l'università. Avevano deciso di lasciarsi per non doverlo fare più tardi, quando non avrebbero più sopportato una relazione a distanza. Pensai che era stata una scelta coraggiosa e dolorosa allo stesso tempo.
"Io non sto aspettando che torni. Brian è acqua passata. E con Noah mi diverto." disse, ma non mi sembrò del tutto convinta.
"Con Noah ti diverti? È questo il metodo con cui valuti le tue relazioni? Il divertimento? Perché se fosse davvero questo io sarei in cima alla lista, quando sei con me ridi in continuazione." mi ero lasciato prendere dalla conversazione ed ero andato un po' troppo oltre. Ormai però non potevo rimangiarmi ciò che avevo detto.
"Io rido con chiunque Jer, e poi era un modo di dire, mi diverto nel senso che con lui sono felice, dai capiscimi." provò ad alleggerire i toni.
"Vorrei soltanto che tu capissi che l'amore non è soltanto studiare insieme per un esame." Noah non era il ragazzo adatto a Lexi, troppo serio e troppo egocentrico per renderla felice come meritava.
"Illuminami allora, cos'è l'amore per te Jeremiah?" si fermò di fronte a me e mi guardò con quei suoi grandi occhi scuri.
"L'amore è desiderio, passione, ma anche confidenza, intimità, amicizia. È quando impari a conoscere una persona anche nei suoi difetti, conosci il suo passato, le sue paure, e rimani con lei. Non è solo stare insieme, ma viversi dentro e fuori, completamente. Credo sia questo l'amore." mi guardò stupita, non si aspettava che le rispondessi seriamente.
"Va bene Jer, se avessi bisogno di qualche citazione Tumblr verrò da te d'ora in avanti." rispose prendendomi in giro e rovinando l'atmosfera che avevo appena creato. Come se non avesse voluto affrontare l'argomento.
Eppure ero sicuro che fosse rimasta colpita dal mio discorso, lo vedevo nei suoi occhi.
"Ci rinuncio." conclusi il discorso e tornai a camminare.

Non è sempre estate | Jeremiah FisherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora