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A volte le parole non servono, occorrono le azioni. Le mille righe di un libro, lette per curiosità o per pura casualità.
A volte non basta una frase per esprimersi, occorrono piccole cose. Occorrono la luce del sole all'alba oppure le mille sfumature della notte, illuminate da tante piccole stelline che risplendono nel buio, che ti aiutano a ritrovare la strada.
Stelline come le sue...

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Felix, dopo il suo cliente andò da Minjun. Entrò come sempre senza il suo permesso, ma Minjun era sempre felice di vederlo.

"Felix come mai qui?"

"Raccontami di mia madre. Chi l'ha uccisa?"

Minjun si alzò e andò verso Felix. Quando gli fu davanti, lo prese per i fianchi e lo avvicinò a lui.

"Per ora è meglio che non te lo dica."

Minjun si avvicinò al viso di Felix, ma fu fermate dalle parole di quest'ultimo

"Cos'hai intenzione di fare?"

"Cosa intendi?"

"Non voglio più lavorare qui, perché mi fai rimanere?"

"Perchè sarebbe troppo difficile adesso Felix, mi sono affezionato a te e non voglio lasciarti andare"

"Cosa?! Stai scherzando?!"

"Ero un amico molto stretto di tuo padre, non avevo mai avuto l'intenzione di farti del male. Sai a quanti clienti ho detto di no perché ero preoccupato per te?"

Felix fece un'espressione alquanto confusa. Non capiva di cosa stesse parlando il ragazzo. Minjun sorrise e poi tornò a guardare Felix.

"Forse tu pensi che tuo padre sia un assassino a cui non importa niente di suo figlio ma...mi ha chiesto di prendermi cura di te"

"Cura...di me? L-Lui ti ha c-chisto di prenderti cura di m-me?"

"Si, strano vero?" Minjun rise.

"Non ha mai voluto farti del male, non avrebbe mai voluto uccidere tua madre. Come ti ho già detto, l'amava troppo. Voleva solo proteggervi così è scappato. Tua madre è morta per un colpo d'arma da fuoco che tuo padre non ha mai posseduto. Quella sera venne da me e lo nascosi. Mi aveva detto che..."

***

Jisung era uscito con Minho, finalmente dopo settimane il più grande si era deciso a parlare a Jisung.

"Dove vuoi andare scoiattolino?"

"Voglio parlarti. Non serve che andiamo chissà dove"

Minho non capì subito, inclinò di fatto la testa.

"Perché ti stai comportando così? Che c'è mi odi?"

"Cosa? Non potrei mai odiarti! Jisung come puoi pensare questo?" Gli accarezzò le guance che si tinsero di un rosa più scuro rispetto alla sua carnagione e sorrise.

"Mi eviti tutti i giorni, è stato terribile!" Disse mettendo il broncio.

Minho, intenerito dal più piccolo, aprì le sue braccia aspettando che Jisung lo abbracciasse, cosa che fece subito.

"Scusa scoiattolino, passerò più tempo con te"

"Minho"

Il più grande guardò Jisung curioso.

"Mi piaci." Disse imbarazzato, mettendo il viso nel suo petto e potè sentire come il battito cardiaco di Minho era accelerato.

"Anche tu scoiattolino, e non sai quanto" Disse stringendolo più forte.

"Quindi...io e te cosa siamo?"

"Togli quel io e te e mettici il "noi" "

Jisung sorrise e prese la mano di Minho iniziando poi a camminare.

...

Le stelle sul suo viso//ChanglixDove le storie prendono vita. Scoprilo ora